Capitolo 17 - Patto d'Amore

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«Era un regalo di nozze.»

Silenzio.

«Potevi cominciare direttamente con questo!»

Loki rise. «Ora toglili però. Sei troppo bella così, rischi un secondo round.»

«Secondo?» chiese lei, ancheggiando verso di lui. «Solo un altro?»

Loki ghignò, e indietreggiò. Le sue gambe incontrarono il letto e lui cadde sul materasso di schiena, prima che potesse alzarsi Sigyn era già a cavalcioni su di lui, le mani sul petto nudo. Il freddo metallo dell'armatura premeva sul rigonfiamento dei boxer provocandogli sibili di piacere e allo stesso tempo disagio. «Maledetta...»

Lei si piegò a mordicchiargli il collo pulsante. «Shh...» sussurrò lei. «Mi prenderò cura io ti te.»

Lui sbarrò gli occhi. Ribaltò la situazione con una forza sovrumana, in un attimo si trovò su di lei e fece scorrere la mano destra fino al suo collo, serrandola, senza stringere. «Non sai prenderti cura neanche di te stessa...»

«Dimentichi che ho fatto fuori quattro-» sussultò quando con un movimento delle dita Loki aveva fatto sparire i suoi boxer. «Quattro elfi.»

«Allora magari...» sussurrò lui, togliendo la mano dal suo collo e facendola scorrere tra i suoi capelli, verso il fermaglio. Con un leggero tocco di dita ne fece scattare uno e l'armatura scomparve. Lo tolse abilmente e così fece con l'altro fermaglio, adagiandoli con la magia sul comodino di lei. I suoi occhi si fermarono sul corpo nudo di lei. «Magari... Sono ciò che ti rende debole. Non puoi resistermi» affermò cominciando il suo gioco. Spinse i suoi fianchi su di lei e non appena la sua schiena si inarcò seguendo i suoi movimenti le afferrò i polsi entrando anche nella sua mente.

Una sensazione di profondo piacere la attanagliò quasi all'istante. Era così avvolgente, ne era sopraffatta. Non aveva mai reagito in quel modo. In un certo senso quel piacere era strano e fastidioso.

Quella sensazione però non arrivava alla coscienza di Loki, era troppo lontano dalla sede di quell'emozione. Oltretutto una parte di lei non voleva assolutamente che la vedesse in quello stato, voleva solo renderlo felice. Quel conflitto interno la dilaniava.

«Ti fidi di me, mi sei devota come lo è un suddito al suo re... Daresti la tua vita per me... perché mi ami, incondizionatamente, il tuo principe, il tuo re.» Sigyn sentì le lacrime raggiungerle gli occhi. Il suo cuore e il suo corpo la spingevano in una direzione, la sua mente, con quella poca lucidità che le rimaneva, le diceva che ciò che stava provando e a cui Loki stava dando voce era sbagliato. Ma qualcosa, qualcosa che non riusciva a identificare aveva cancellato le inibizioni del suo inconscio; le lacrime erano l'unico modo in cui la sua razionalità riusciva a esprimersi. «Dio... Jean, ogni cosa che fai la fai per me... sono la ragione della tua esistenza.» Poteva sentire il piacere in ogni respiro e in ogni sillaba che fuoriusciva dalla sua bocca.

Non voleva essere una bambola tra le braccia del principe. Tutto quello... era così sbagliato!

«Basta...» pregò lei. «Zitto.»

Lui si fermò all'istante. Aveva gli occhi chiusi e non aveva visto le sue lacrime, ma quella voce non lasciava alcun dubbio. La guardò e impallidì. «Ti ho fatto male?» chiese preoccupato.

Sì, tantissimo, ogni parola era stata una pugnalata al suo orgoglio. «No. Non lo so mi sento davvero... davvero strana, diversa, il mio corpo reagisce diversamente e non mi risponde più... è così sbagliato!» singhiozzò. «Che cosa mi sta succedendo? Che cosa mi hai fatto?»

Lui aggrottò le sopracciglia e la sua mano corse sulla sua fronte, spingendosi ancora più profondamente nella sua mente. Sorrise. «Io non ho fatto niente. Siete stati tu e Odino, dea della Fedeltà. Tu mi sei fedele e le tue azioni sono più forti, volte a proteggermi, compiacermi...»

The Sun will Shine on UsWhere stories live. Discover now