Capitolo 16 - La Dea della Fedeltà

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«Loki» disse affannato. «Gli elfi.»

«Madre?» chiese all'istante Loki.

«Sta bene e anche nostro padre. Sono stati fermati dalle guardie prima che potessero irrompere nelle loro stanze. Ora stanno seminando il caos, ci sono molti feriti... Hanno preso la mela di Idunn!»

Se erano davvero entrati in possesso di quella reliquia non potevano essere uccisi, erano intoccabili. Dovevano essere fermati, non dovevano uscire da Asgard.

Sigyn fece un passo avanti, la gonna svolazzava intorno alle sue gambe e il corpetto era abbastanza comodo per permetterle di combattere. «No, Jean!» la fermò Loki. «Tu devi restare qui, al sicuro, puoi occuparti dei feriti.»

«Da sola farò più danni che benefici con tutti quei feriti» asserì. Riprese a camminare e fermò una guardia reale che correva in preda al panico. «Voglio ogni guaritrice disponibile nel mio studio, ora. Voglio ogni porta, finestra e spiraglio da qui al piano terra chiusi e sorvegliati, non deve passare un topo senza che io lo venga a sapere. Sgomberate la servitù, chiusi nelle cucine al secondo piano, lì c'è una sola entrata e una sola uscita. Non devono lasciare il palazzo, metteteli in trappola, niente azioni azzardate, al resto ci pensiamo noi tre. Restate allerta, vi chiameremo quando li avremo stanati.»

«Mi spieghi ancora una volta perché non l'hanno presa nella milizia?» chiese Thor a Loki senza distogliere lo sguardo dalla ragazza che impartiva ordini a destra e a manca.

«Credo che fosse troppo qualificata» mentì il minore.

Sigyn si voltò verso due fratelli e li indicò a turno. «Thor, Mjolnir. Loki, elmo e armatura. Tu» continuò indicando un'altra guardia reale. «Mi serve una spada corta e un bel po' di pugnali. E qualcuno mi procuri uno stramaledettissimo caffè.»

In pochi minuti tutti gli ordini che aveva impartito erano stati eseguiti, incluso il caffè... Incredibile.

Li avevano avvisati che la cellula terroristica era stata avvistata al prima piano e Heimdall, ormai ripresosi dall'attacco che l'aveva messo al tappeto, aveva confermato che tutti gli elfi si trovavano all'interno del palazzo.

Si diressero di fretta al primo piano. Non erano in vista nei corridoio ma scendendo avevano sentito dei rumori ed erano sicuri della loro vicina presenza. Tutti stettero in silenzio per captare qualsiasi segnale. Sigyn guardò i due fratelli e si sentì di troppo. Thor camminava tenendo in mano davanti a lui Mjolnir e Loki lo fiancheggiava nel suo elmo splendente. Lei non aveva nulla, armi improvvisate e vestiti non adatti alla situazione; quei due erano decisamente più esperti di lei e più coordinati fra di loro.

«Avremmo dovuto aspettare i Tre Guerrieri prima di sigillare il palazzo...» osservò Thor. «Non saremmo stati in vantaggio numerico ma ci avrebbero dato una bella mano...»

«Siamo già guerrieri e siamo già in tre...» gli fece notare Sigyn, non capendo che Thor si stesse riferendo agli amici Volstagg, Hogun e Fandral. «Se hanno davvero preso la mela di Idunn, sarà un problema. Chiunque la terrà in mano sarà invulnerabile, quindi state attenti.»

Loki fece segno a tutti di fare silenzio e si avvicinò a una porta. La spalancò dando un possente calcio e si trovarono davanti a un gruppetto di una decina di elfi molto giovani e sgangherati che avevano atterrato una guardia. Probabilmente era quella che avrebbe dovuto controllare la via di fuga più vicina: una grossa finestra con balcone che dava sul ponte. Il più vicino alla finestra del gruppo l'aveva in mano: la mela di Idunn, e stava per fuggire.

Dovevano fermarlo.

«GUARDIE!» urlò Loki.

I tre si buttarono nella mischia: Thor ne atterrò all'istante 3 con una piccola scintilla grazie a Mjolnir, ma si rialzarono presto, Loki ingaggiò un combattimento con un paio di loro, mentre Sigyn scivolò subito sotto le gambe di un elfo molto grosso già distratto da Loki. Nel farlo sguainò la spada corta, gli tagliò le ginocchia e girandosi ne colpì un'altro al ventre. Fuori 2. Schizzi di sangue le bagnarono il volto.

The Sun will Shine on UsWhere stories live. Discover now