Capitolo 14 - Il Giorno Dopo

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«Fratello, madre ha de... VOLVA BENEDETTA!» La voce di Thor risuonò nella stanza la mattina dopo.

Loki era in piedi ed era chiaro fosse appena uscito dalla doccia, poiché era tutto bagnato con i capelli ancora appiccicati al volto e solo un piccolo asciugamano intorno alla vita. Sigyn dormiva invece profondamente nel letto di Loki, stringendo tra le mani un lembo dello scuro lenzuolo che la copriva fino a metà schiena. Stando su un fianco parte del suo seno era nascosto dalle braccia; i capelli tutti scompigliati lasciavano intravedere un paio di segni rosso/violacei sulla lato posteriore della spalla e sulla parte bassa del collo, sopra lo sterno. Anche sul corpo seminudo del fratello Thor poteva vedere i segni della notte precedente.

«COSA! Ma che... No...» Thor stava reagendo decisamente in modo esagerato per la situazione che si era trovato di fronte. Essendo fratelli, e principi, non era la prima volta che si trovavano in situazioni del genere e ormai era diventata la norma.

«Fratello, mi hai visto in situazioni decisamente più scandalose» gli ricordò Loki, coprendo Sigyn fino al collo con il lenzuolo. Questo gesto premuroso servì solo a far agitare di più Thor.

«Sì ma era diverso. Questa la conosco!» urlò. «Non me lo leverò mai dalla testa.»

Nel frattempo la confusione aveva svegliato Sigyn che aprendo gli occhi aveva visto Loki in asciugamano davanti a lei e aveva sorriso. Era ancora spossata per la notte. Forse avevano esagerato in tantino e lei ne risentiva solo in quel momento. Le faceva male il collo dove le aveva lasciato un segno ed era abbastanza sicura di avere qualche rossore sui fianchi.

Poi però si era resa conto che Loki non stava guardando lei, allora aveva seguito il suo sguardo e aveva visto Thor in piedi all'entrata della stanza ed era impallidita. L'adrenalina l'aveva invasa e urlando si era infilata sotto alle coperte anche con la testa.

«NO NO IO...» aveva urlato Thor girando su se stesso non sapendo che doveva fare.

Sigyn uscì dal suo nascondiglio e afferrò la prima cosa che trovò sul comodino, un soprammobile di Loki e lo lanciò verso di Thor con rabbia, poi prese l'elmo con le corna di Loki, posato sempre sul comodino e lo lanciò. Il primo soprammobile fu schivato da Thor che fece l'errore di seguirlo con lo sguardo mentre si infrangeva al suolo, così l'elmo lo colpi in fronte con un sonoro tonfo. «ESCI DALLA STRAMALEDETTISSIMA STANZA! PERVERTITO!»

Loki aveva preso la situazione con filosofia, assistendo stoicamente allo spavento della ragazza almeno finché lei non aveva afferrato il suo elmo con le corna. Allora si era reso conto di quello che sarebbe successo e si era sporto in avanti urlando «No!» ma non aveva fatto in tempo a fermarla. L'elmo aveva raggiunto suo fratello diretto fra le sopracciglia. Nonostante l'apprensione per il suo ornamento preferito aveva gradito il finale.

Thor se ne era andato in tutta fretta dopo la sfuriata e li aveva lasciati da soli di nuovo.

Sigyn si alzò per andare a raccogliere ciò che aveva lanciato, lasciandosi alle spalle l'unica cosa che copriva il suo corpo. Passò davanti a un piccolo specchio mentre tornava indietro ma si rifiutò di alzare lo sguardo sul suo corpo per la vergogna. Il suo cervello le inviava segnali negativi, il senso di colpa per quello che aveva fatto la attanagliava e la consapevolezza che la cosa non potesse essere cambiata la devastava.

Ora che il principe aveva avuto ciò che voleva che ne sarebbe stato di lei?

Erano stati così bene, tutta la notte. Aveva scoperto cose di cui non conosceva nemmeno l'esistenza prima di quella notte e Loki era stato un maestro così paziente e pieno di sorprese quanto lei una buona allieva.

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