La notte porta scompiglio

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L'aria fresca sferzò il volto di Richie come una frusta, non appena ebbe messo piede sul ballatoio.
Si avvicinò alla balaustra in acciaio, affacciandosi, lo sguardo rivolto alla strada sottostante, un vicolo con bassi edifici su cui torreggiava il cielo notturno.
La mano di Eddie si strinse attorno alla sua sulla ringhiera, facendolo sospirare.
Non si era ancora abituato al suo tocco - non dopo che il ragazzino aveva rifiutato la sua vicinanza per anni, spingendolo via ogni volta che tentava di abbracciarlo o afferrargli le guance.
Era tutto talmente nuovo, e Richie si ritrovava anche ad avere preoccupazioni che non aveva mai avuto - le responsabilità nei suoi confronti, ad esempio.
-Eds,- Mormorò, continuando a fissare l'asfalto.-sai che stasera ci hanno offerto la cena perché non avevo soldi per pagare, vero?-
-Sí.-
-E sai anche che non avrò mai soldi per pagare?-
Vide con la coda dell'occhio l'espressione confusa sul volto di Eddie, e si chiese per quale motivo stesse iniziando quel discorso.
Anche se avrebbe dovuto affrontarlo prima o poi, quindi perché non lí ed ora?
-Che cosa intendi?-
Richie sospirò di nuovo - probabilmente era l'azione che compiva piú spesso nel corso della giornata, a parte respirare e sbattere le palpebre.
La sua famiglia non era mai stata ricca, ma tra il lavoro di sua madre e gli impieghi saltuari di suo padre, si tirava a vivere, e di tanto in tanto avanzava qualcosa per concedersi uno sfizio: una camicia nuova, una bambola per Cathy, una pizza gigante da dividere.
Poi Wentworth era scappato, e la storia era andata come tutti sapevano - la responsabilità di portare il pane a casa era crollata sulle spalle di Richie come un macigno.
All'inizio non era stato facile: c'erano le bollette da pagare, e le agenzie finivano puntualmente per staccare acqua, luce, gas, telefono.
I pochi risparmi erano serviti per fare la spesa e per dargli il tempo di trovare un lavoro. Da quasi due anni, ormai, badava al cane della vicina ogni venerdí subito dopo scuola, faceva il barista in un locale dalle sette di sera alle due di notte - motivo per cui si svegliava tardi e arrivava a lezione ancor piú tardi - e in estate, avendo anche la mattina libera, consegnava giornali porta a porta.
Cosí riusciva a tenere a galla la famiglia, anche se non rimaneva nulla da spendere al di fuori di alimenti e bollette: Matthew indossava i suoi abiti smessi e Timothy quelli smessi da Matthew, Cathy fortunatamente si accontentava di scegliere qualcosa al mercato, Maggie girava sempre in vestaglia.
-Intendo che non posso portarti da nessuna parte.- Rispose, allontanandosi.-Non solo perché non potrei offrirti nulla, ma anche perché non riuscirei a pagare per me stesso.-
Piú parlava piú gli pareva che quel discorso fosse pietoso - detestava parlare di denaro, lo trovava cosí umiliante. Aveva già fatto la stessa chiacchierata con Rebecca, diverso tempo prima. Lei si era stretta nelle spalle e aveva detto "Va bene", e le era andato bene sul serio. Non si aspettava una reazione diversa da Eddie; era sicuro che avrebbe capito, ma parlargliene faceva male lo stesso. La loro relazione era appena iniziata e lui aveva già delle mancanze.
Il ragazzino si voltò completamente a guardarlo, la mano ancora stretta alla balaustra.-E allora? Pensi davvero che mi importi di certe cose?-
-Importa a me.- Ribatté l'altro, portandosi una mano al petto.-Voglio darti tutto, Eds. E meriteresti un appuntamento decente.-
Eddie gli si avvicinò, gli gettò le braccia al collo, tirandolo verso di sé, eliminando i venti centimetri che separavano i loro occhi, e lo guardò fisso in volto, sorridendo in un modo che fece diventare molli le gambe dell'altro.-A me va bene anche guardare un film sul divano di casa tua con una ciotola enorme di pop corn.-
Richie non era ancora totalmente convinto. Si raddrizzó, e le braccia di Eddie ricaddero.-Forse potrei usare i soldi che ho da parte...-
-Quello é il fondo per i fumetti!- Protestò il ragazzino, aggrappandosi ai lati del suo cappotto.-E l'hai già quasi prosciugato per quella stronzata delle sigarette.-
-Tu conti piú dei fumetti.-
Eddie sbuffò.-Se tu smettessi di comprarli, da chi dovrei farmeli prestare, poi?-
Le labbra di Richie si piegarono in un piccolo sorriso.-Bella mossa, Spaghetti.- Rispose, sentendo improvvisamente l'urgenza di piegarsi sulla sua bocca.
Non si erano dati un bacio che valesse la pena di chiamare tale dalla dichiarazione nello sgabuzzino, e sentiva che il petto stava per esplodergli.
Si sporse in avanti, ma Eddie gli mise prontamente una mano sulle labbra, impedendogli di baciarlo.
-Sto per leccarla.- Minacciò Richie, la voce soffocata nel suo palmo, e il ragazzino allontanò le dita con una smorfia.
-Devo chiederti una cosa.-Disse.-Prima che me ne dimentichi.- C'era una tensione particolare nel suo tono, come una corda di violino pronta a spezzarsi, che fece irrigidire anche Richie per riflesso.
-É vero che Rebecca non ti ha mai...-
-...fatto un pompino?- Completò Boccaccia, ghignando.-Ti é rimasto impresso, eh? Sei geloso, nanetto?- Infilò una mano tra i suoi corti capelli castani. L'intenzione iniziale era stata quella di scompigliarli, come ai vecchi tempi, ma la sua parte romantica stava prendendo il sopravvento, e si ritrovó a fargli una carezza.
-Un po'.-Replicò l'altro, con onestà.
Richie ne fu quasi intenerito. Si era divorato lo stomaco al pensiero di lui e Susie insieme, ma non aveva mai pensato a quello che Eddie doveva aver provato in quell'anno e mezzo vedendolo con Rebecca. Doveva essere stato lento, atroce e logorante.
-Becca non ha mai avuto nulla a che fare con tutto ciò che c'é al di sotto della mia cintola.- Lo rassicurò, e negli occhi di Eddie guizzò una scintilla.
-Questo significa che potrei essere il primo a toccarti?- Chiese, come se fosse la cosa piú naturale del mondo, e non un invito che colpí Richie dritto nelle viscere, costringendolo ad allontanarsi un po'.
-Se mai lo vorrai, sí.- Replicò, e la voce gli uscí piú bassa e gutturale di quanto avrebbe voluto.
Eddie lo guardó con malizia sottile e dispettosa, un angolo della bocca sollevato.-Tu lo vorresti?-
Richie deglutí a fatica, l'aria incastrata nei polmoni come se gli avessero chiuso la trachea con una cerniera.
Fu cosí che si ritrovò ad avere un'erezione sul ballatoio della scala antincendio di un ristorante giapponese.
Eddie ormai stava sorridendo - ghignando, quasi - e indicò con un cenno del mento il cavallo dei suoi pantaloni.
-Ti basta cosí poco?- Lo prese in giro.
Richie non si sentiva cosí in mostra dalla recita di Natale alle elementari. Si strinse nel cappotto, nascondendo quella vista a Eddie.- Di solito no.- Rispose, cercando di recuperare le sue facoltà mentali.-Ma tu mi fai impazzire.-
Il ragazzino tornò improvvisamente serio, e le luci provenienti dall'interno del ristorante illuminarono i suoi zigomi arrossati.
Prima che potesse rispondere, la porta a vetri si aprí, e sbucò fuori Mike, avvolto nella sciarpa fin sopra le orecchie.-Ce ne stiamo andando.- Comunicò, strofinandosi le braccia.
Fuori si gelava, era vero, ma stranamente Richie si sentiva pervaso dal calore.
Eddie gli prese una mano.-Arriviamo.-

White Lies - ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora