Nella salute e nella malattia

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-Crisantemi o garofani rosa?-
Eddie sollevò lo sguardo annebbiato su Richie, in piedi di fronte a lui con la cornetta del telefono all'orecchio e un blocchetto in mano.
-Eh?-
-Il fiorista dice che i crisantemi rappresentano un addio gioioso verso chi ha avuto una vita piena...- Il ragazzo aggrottò le sopracciglia mentre parlava, poco convinto.- i garofani rosa sono per un rispettoso ricordo.-
Anche Eddie si rabbuiò mentre gli sentiva ripetere le parole del fiorista al telefono. Richie gli fece un cenno, come a dirgli di sbrigarsi a decidere, e il ragazzino fece una smorfia.
-Non so, esistono fiori che dicano "sei stata una madre tremenda fino ad un attimo prima di morire, ma poi ti sei scusata quindi tutto a posto"?-
L'altro alzò gli occhi al cielo.-Santo Dio, Eddie.- Mormorò, e poi, rivolto al fiorista:-I garofani rosa andranno bene, grazie.-
Continuò ad annuire per un po', segnando qualcosa sul blocchetto, poi riattaccó, emettendo un lungo sospiro.
Si voltò verso Eddie, appoggiato allo schienale di una poltrona con le braccia conserte, e anche lui lo guardò di rimando.
-Cosa c'é?- Chiese il piú piccolo.
Richie infilò le mani in tasca, oscillando sui talloni.-Vuoi parlarne? Di tua madre, dico.-
Il ragazzino abbozzò un sorriso, stringendo ancor di piú le braccia attorno al corpo.-Non c'é niente da dire.-
-Eds, sei passato dalla disperazione piú profonda, alla rabbia, alla stizza, nel giro di poche ore.-
-Sí, sai com'é, faccio fatica a controllare le emozioni.- Replicò l'altro, sardonico, gli occhi ridotti a due fessure.
Richie rimase calmo.-É per questo che credo che dovremmo parlarne. Sfogarti ti farebbe bene.- Gli si avvicinò.-Provi sentimenti contrastanti nei suoi confronti, lo so, ma confidarti potrebbe schiarirti le idee.-
Eddie scosse il capo.-Non voglio parlarne con te.-
Richie finse che quella risposta non gli avesse spezzato ancor di piú il cuore.
"Non voglio esserti amico."
Si chiese cosa ci facesse ancora lí. Forse avrebbe dovuto semplicemente andarsene. Eddie sembrava non sopportare neppure la sua presenza.
-Va bene.- Rispose, guardando il pavimento.-Spero che ti aprirai almeno con gli altri...-
Le parole di Richie furono in qualche modo premonitrici, perché l'istante dopo si sentì suonare al campanello.
Eddie si staccò dalla poltrona e andò ad aprire, ritrovandosi davanti, in un solo sguardo, tutte le persone che amava.
Mancava solo la zia Pat, che sarebbe arrivata la mattina dopo, in tempo per i funerali.
Al ragazzino si strinse lo stomaco.
-Eddie.- Disse mestamente Beverly, e a quel sussurro tutti i ragazzi entrarono in casa, stringendolo vigorosamente in un abbraccio.
Per un po' non ci furono altro che le braccia degli amici attorno a lui, i "Mi dispiace" di Rebecca e Susie nel suo orecchio, la spalla di Stan premuta contro la fronte.
Fu in qualche modo triste e doloroso per Eddie rendersi conto che Richie non si fosse unito a loro - era rimasto in disparte, continuando a fissare il parquet - ma era grato di avere i suoi compagni lì con lui, in un momento del genere.
Richie aveva ragione, aveva bisogno di loro.
-Possiamo fare qualcosa per te?- Chiese Bill distaccandosi.
Beverly gli accarezzò i capelli spettinati.-Hai fame, Eddie? Vuoi che ti prepariamo da mangiare?-
Richie sollevò una mano.-A dire il vero, io...-
-Nessuno vuole i tuoi pancakes.- Lo interruppe velocemente Rebecca, sollevando il capo dalla schiena di Eddie.
-Adesso ci siamo noi.- S'intromise Stan, anche lui guardandolo fisso, gli occhi ridotti a due fessure.-E menomale, perché con te sarebbe morto di stenti.-
Richie incrociò le braccia al petto, stizzito, ma non rispose alle provocazioni.
Eddie stava sorridendo un po', e tanto bastava.
-Forse un panino.- Disse il ragazzino, e gli amici si illuminarono.
-Arriva subito.- Rispose Beverly, tirando Mike in cucina con sè e facendo cenno a Richie di seguirli.
Boccaccia si chiuse la porta della cucina alle spalle.
-Chi ha infilato un palo nel culo a quei due?- Chiese immediatamente, indicando il salotto.
Mike incrociò le braccia con un mezzo sorriso.-Probabilmente io e Beverly.- Rispose.-Abbiamo detto a tutti di te e Eddie. Stan e Rebecca non l'hanno presa molto bene.-
Richie si appoggiò al tavolo. Rimase in silenzio per qualche istante, poi iniziò ad inveire, gesticolando forsennatamente.-Non so nemmeno da dove cominciare ad essere incazzato. Che tempismo di merda, tutti e due.- Puntò le dita su di loro.-Che gliel'avete detto a fare? Come se non ci fossero già abbastanza tensioni. E poi a loro che cazzo frega?-
-Beh, sai, a Eddie è appena morto un genitore, e tu stai contribuendo alla sua sofferenza, per cui...- Tentò di inserirsi Beverly, ma Richie la zittì con un cenno.
-Non per sminuire la sofferenza di Eddie, ma nemmeno io mi sto divertendo in questa situazione, e Stan e Rebecca che mi lanciano frecciatine sono l'ultima cosa di cui avrei bisogno! E' già difficile cercare di stargli vicino quando non vuole neppure guardarmi in faccia!-
Mike si intristì.-Non volevamo metterti in difficoltà. E' solo che sarebbe stato strano se...- Si strinse nelle spalle, cercando le parole.-se ci fossimo comportati tutti come se foste ancora una coppia. Si sarebbe creata una situazione di disagio tale che alla fine sareste stati costretti a dirlo voi stessi.-
-Pensavamo di semplificarvi il lavoro.- Aggiunse Beverly, sistemando dietro l'orecchio una ciocca di capelli rosso fuoco.
Richie prese un profondo respiro, calmandosi, e la ragazza approfittò di quel silenzio per dire:-Immagino che tu non sia riuscito a riappacificarti con Eddie, quindi?-
-No. Ho a stento avuto modo di chiarire la situazione, con tutto quel che è successo. Lui non è proprio dell'umore per pensare a certe cose, e non posso biasimarlo.- Rispose il giovane, prendendo a misurare a lunghi passi il pavimento della cucina.
Mike lanciò uno sguardo preoccupato verso la porta chiusa.-Deve essere davvero dura per lui.-
-Immagino di sì.- Richie si strinse nelle spalle.-Non posso saperlo, se non mi parla. Quando è morta... ha pianto un po', sì. Poi è rimasto tre ore a fissare il cadavere, ho dovuto strapparcelo a forza, ma non ha versato una lacrima. Credo fosse sconvolto.- Continuò a fare avanti e indietro per la stanza, sotto gli sguardi attenti dei due amici, cercando di ricordare ogni singola espressione di Eddie dalla scomparsa di Sonia, ogni più piccolo mutamento d'umore.-Adesso mi sembra infuriato, non so bene se con me, con lei, o con entrambi.-
Beverly morse un'unghia inesistente.-Devi dargli tempo. Gli è appena crollato il mondo addosso, non puoi pretendere che abbia reazioni normali, che ti dia delle risposte.-
-Quando sono morti i miei genitori,- Iniziò Mike, e entrambi si voltarono a guardarlo con gli occhi sgranati e il volto bianco, perché Mike non parlava mai dei suoi genitori.-ero devastato. Ero piccolo, è vero, ma non per questo non mi sono reso conto di quel che stava accadendo, che le urla che sentivo non promettevano nulla di buono. E quando hanno iniziato a battere contro la porta, cercando di raggiungermi, io...- Beverly gli posò una mano sulla spalla, mentre il ragazzo taceva per alcuni istanti, deglutendo a fatica. Sollevò di nuovo lo sguardo sui due amici, prendendo un profondo respiro.-Eddie ci è passato per due volte. Entrambi i suoi genitori gli sono morti davanti agli occhi senza che potesse fare nulla per evitarlo, com'è successo a me. E' questo che ti divora. L'impotenza.-
Richie puntò gli occhi altrove, verso il cielo scuro oltre i vetri della grande finestra.-Lo so come ci si sente.- Mormorò, e anche per lui fu difficile parlare di suo padre, perché si era sempre confidato poco con i Perdenti. L'unico a sapere cosa provasse davvero era Eddie.-E' per questo che vorrei poterlo aiutare.-
-Non puoi fare più di questo.- Disse Beverly.-E ti assicuro che è già moltissimo.-
Richie avrebbe voluto darle ascolto. Scrollare le spalle e farsi scivolare di dosso tutto. Ma non era possibile, non quando sentiva il senso di colpa attanagliargli le viscere. Era accaduto tutto a causa sua. Persino la morte di Sonia.
Tirò su le maniche della felpa, sforzandosi di sorridere.-Prepariamo quel panino, prima che Stan inizi a parlargli di uccelli per ingannare l'attesa.-

White Lies - ReddieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora