Tavolo per tre

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Rebecca impiegò una settimana per convincersi a raccontare l'accaduto a quelli che ormai considerava i suoi migliori amici: Richie e Beverly.
La domenica dopo erano tutti e tre seduti nell'affollatissimo Moondance, intenti a fare colazione. Richie stava affogando la sua solita sfilza di pancake nel cioccolato, e le due ragazze lo guardavano impressionate, chiedendosi se avrebbe davvero svuotato l'intera bottiglia da mezzo litro.
Si fermò poco prima del fondo, e posandola alzò gli occhi su di loro.
-Cosa?- Chiese, notando il loro sconcerto.
-Non ti viene la nausea con tutto quel cioccolato?- Domandò Beverly di rimando.
Lui si strinse nelle spalle e indicò la bottiglia.-Non fosse che dovevo lasciarne un po' anche ai prossimi, l'avrei finito tutto.-
-Ti verranno le carie, Rich.- Rispose seccamente Rebecca, senza guardarlo. Stava fissando con piglio omicida il bicchiere di frullato che aveva davanti.
-Perché non bevi?-
-Non riesco a tenerlo in mano, è troppo freddo.-
Beverly ridacchiò, e il ragazzo alzò gli occhi al cielo mentre diceva:-Chiedi una cannuccia, no?-
-No. La cannuccia costa un dollaro, non ho soldi da buttare.-
Richie si accigliò.- Sei ricca.-
-I miei genitori lo sono.- Ribatté lei, incrociando le braccia e appoggiandosi allo schienale della sedia, continuando ad osservare il frullato come se avesse potuto riscaldarlo con la forza del pensiero.-Io vivo di una paghetta drasticamente ridotta da quando Josh Abbott ha rotto il prezioso vaso cinese di mia madre alla festa del mese scorso. E sono già al verde.-
-Hai fatto spese folli questa settimana?- Chiese candidamente Beverly, mordendo un waffle.
Rebecca sollevò un po' le sopracciglia, pensando al test di gravidanza per cui aveva speso venti dollari la domenica prima.-No,- Rispose, decidendo di scavarsi la fossa lì e in quell'istante.-ho fatto sesso non protetto.-
Beverly si strozzò con il waffle e afferrò rapidamente il bicchiere di frullato dell'amica, bevendone alcuni sorsi.
Rebecca le diede un paio di pacche sulla schiena e, assicuratasi che fosse tornata a respirare, spostò lo sguardo su Richie.
Il giovane batté una mano sul tavolo.-Porca vacca!- Esclamò, sporgendosi in avanti con gli occhi che luccicavano.-Finalmente l'hai detto! Non so per quanto ancora sarei riuscito a trattenermi.-
I lineamenti di Rebecca furono stravolti dallo stupore.-Come fai a...- Si portò improvvisamente una mano alla bocca, mentre le persiane e le tende che aveva trovato spalancate quella domenica mattina le comparivano davanti agli occhi come un lampo.-ci hai visti?- Strillò, sentendo affluire il sangue alle guance.
-Abbiamo.- La corresse Richie con supponenza, agitando la forchetta.-Eddie era con me.-
-Dio santo.- Rebecca si prese la testa tra le mani, e per diversi istanti fissò il suo riflesso sul tavolo di compensato lucido.
-Ma con chi?- Saltò su Beverly a quel punto.- E dove? Quando?-
-Bill, alla mia festa di compleanno, l'una e trenta circa.- Rispose rapidamente Richie, mentre Rebecca sollevava su di lui due occhi stretti e affilati come quelli di una pantera arrabbiata.
-Hai fatto sesso con Bill?- Quasi urlò Beverly, e Rebecca fu costretta a metterle una mano sulla bocca all'ultima sillaba, mentre Richie, di fronte a loro, si sbellicava.
-Non c'é niente da ridere!- Scattò la riccia.-Che cosa hai visto esattamente?-
-Oh, per l'amor del cielo!- Beverly si tolse la mano dell'amica dalla bocca con uno strattone.-Fai sesso con Bill e ti preoccupi che due gay ti abbiano visto un capezzolo?-
-Un gay e un bisessuale.- Ribatté Richie, a bocca piena.- E comunque, niente. Eddie mi ha messo una mano sugli occhi quando Bill ti ha sfilato il vestito.-
Rebecca si sentí sprofondare. Non riusciva a credere che i suoi amici l'avessero vista in una situazione del genere. Per la seconda volta.
-Credi che abbia assistito qualcun altro?- Chiese, guardando Richie con occhi supplici.
-No. Dal momento in cui siete finiti sul letto non si é visto piú niente. Non é esattamente all'altezza della finestra.- Si abbandonò contro lo schienale della sedia, un sorriso beffardo sul volto chiaro.-Seriamente, Becca, dovresti imparare a stare piú attenta. La prossima volta chiudi le tende. E evita di fare pompini in mezzo ai corridoi.- Aggiunse, mentre il sorriso si allargava.
-Ero ubriaca fradicia!- Sbottò la ragazza, che sentiva battere forte il cuore da quando Richie aveva pronunciato le parole "prossima volta". Ce ne sarebbe mai stata una, senza Bill?
-Perché non mi hai detto niente?-Beverly le tirò malamente un braccio, come una bambina in cerca di attenzioni.-State insieme adesso?-
-No.- Rispose mestamente Rebecca, posando una mano su quelle di Beverly attorno al suo braccio.-Forse lui avrebbe voluto, ma no.-
Entrambi gli amici emisero un'imprecazione sussurrata e sorpresa.
-Come no?- Chiese Richie, incredulo.-Sei innamorata di lui da un anno!-
-Lo so. Però...-
Sollevò gli occhi verdi su Beverly. L'amica non sembrava arrabbiata che si trattasse di Bill. Solo dispiaciuta per non averlo saputo prima.
Prese un profondo respiro prima di completare:-Bill é ancora innamorato di te.-
L'altra sorrise, come se pensasse ad una presa in giro, ma l'espressione convinta di Rebecca le fece tremare il cuore in petto.-Te l'ha detto lui?-
-Non proprio.- Rispose lei, tornando a guardare davanti a sè, incontrando gli occhi attenti di Richie.-Ma non c'era bisogno che lo dicesse esplicitamente, è piuttosto chiaro.-
Beverly rimase in silenzio. Non sapeva come reagire a quell'affermazione: il pensiero che Bill potesse ancora amarla e starci male le spezzava il fiato.
Aveva smesso di pensarci, tra la preparazione per il college, il processo e le sedute in tribunale, Ben, Bryce.
E Bill sembrava tornato alla normalità: sorrideva, le parlava come nulla fosse, l'aiutava a studiare.
Ma forse fingeva. E Beverly provò dolore al pensiero di non essersene accorta.
-Da che cosa l'hai capito?- Insistette a quel punto Richie, spostando lo sguardo preoccupato dall'una all'altra.-In cosa ha dimostrato di tenere ancora a lei?-
-Rich,- Rebecca incrociò le braccia sul tavolo con condiscendenza.-ho passato due mesi a consolarlo. Sarei un'illusa a credere che un sentimento tanto grande come quello che mi ha confidato possa essere scomparso così all'improvviso.-
Beh, pensò Beverly, sono stata un'illusa.
Il giovane strinse gli occhi scuri come sempre faceva quando si impuntava su qualcosa, e si formarono piccole rughe attorno alle sue palpebre.-Si possono amare due persone contemporaneamente.- Ribatté.
Rebecca sollevò i palmi.-Va bene. Non voglio che lui stia con me desiderando contemporaneamente un'altra. Non mi devo per forza accontentare.-
-Ha ragione.- S'insinuò Beverly, ritrovando improvvisamente la voce.-Merita qualcuno che le si dedichi completamente. Non esiste solo Bill. E poi, anche lui smetterà di volermi, prima o poi.-
-Quindi non hai intenzione di fare nulla.- Replicò Richie nervosamente, guardando Rebecca.-Cos'è questa filosofia attendista che state adottando tutti?-
Beverly si accigliò.-Di chi...-
-Ben.- Rispose rapidamente Rebecca.-Si riferisce a Ben.-
L'altra si fece piccola sulla sedia. La conversazione si era spostata su di lei, adesso?
-Ha deciso di non fare niente, lo sapevi?- Proseguì Richie imperterrito, guadagnandosi un'occhiata feroce da parte di Rebecca. Il giovane la ignorò.-Crede che non lo ricambierai mai, e che non valga la pena di sperarci o tentare.-
-Non posso farci nulla.- Ribatté a quel punto Beverly, seppur non troppo convinta.
La verità era che il senso di colpa la stava dilaniando. Senza volerlo, stava rendendo infelici le persone a cui teneva di più: Bill, che ancora l'amava, Rebecca, che non poteva starci insieme per questo, e Ben, che credeva di non meritarla e stava gettando la spugna in partenza.
-Invece sì.- Rebecca si voltò a guardarla, gli occhi verdi penetranti come spilli.-Ad esempio, potresti non cedere ai corteggiamenti di altri ragazzi davanti a lui. Soprattutto di quelli belli come il sole.- Aggiunse, e Richie fece un verso d'assenso, perché Bryce era davvero bello come il sole.
Beverly si fece scudo con le braccia.-Speravo di farlo ingelosire!- Esclamò, un lieve rossore sulle guance mentre realizzava quanto stupida fosse stata la sua idea.
Richie si adombrò, le sopracciglia scure aggrottate.-Sul serio? E' di Ben che stiamo parlando, Bevvy! Non l'hai ingelosito, ma mortificato. Lui non è Bill. Non puoi aspettarti che reagisca platealmente alle provocazioni.-
Rebecca ricordò, con l'amaro in bocca, il modo in cui Bill l'aveva letteralmente trascinata via da Timmy Vinson, alla festa, perché si era ingelosito.
Richie aveva ragione, Ben non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Si sarebbe piuttosto chiuso ancor di più a riccio, convincendosi di essere inadatto, che Beverly avesse standard troppo alti per accettare le attenzioni di chiunque fosse meno attraente di Bryce.
-Che dovrei fare, allora?- Saltò su Beverly a quel punto, una sfumatura disperata nella voce. Le aveva provate tutte per far sentire meglio almeno una delle persone cui aveva spezzato il cuore, ma nulla pareva funzionare. Forse avrebbe solo dovuto aspettare che il tempo facesse il suo corso e curasse da solo le ferite. Forse avrebbe dovuto rassegnarsi al fatto che le mani che avevano distrutto non potevano anche riparare.
-Parlargli, ad esempio!- Asserì Richie, infilzando malamente un pancake. Il cioccolato sgocciolò anche un po' sul bordo del tavolo.-Dirgli la verità sui tuoi vecchi sentimenti, così capirà che può piacerti davvero, che non l'hai consolato solo per finto buonismo e amicizia.-
Beverly sollevò le spesse sopracciglia rosse. Non sapeva perché, ma a quell'affermazione sentì solo una violenta stizza morderle lo stomaco.-Da che pulpito!- Ribatté, quasi tra i denti.
Se ne pentì subito dopo, perché Richie aveva ragione, e avrebbe dovuto trovare il coraggio di parlare a Ben, ma si sentiva talmente in colpa, e Boccaccia l'avrebbe perdonata se si fosse sfogata un po'...
Il ragazzo deglutì in fretta, quasi senza masticare.-Sii più chiara, Bev.- Rispose, anche se sapeva perfettamente dove l'altra volesse andare a parare. Era il suo unico segreto, quello, ed era certo che la rossa l'avrebbe capito prima o poi. Beverly aveva un radar per le situazioni scomode.
Sorprendentemente, fu Rebecca a rispondere:-Il college, Rich. Quando hai intenzione di dire a Eddie che non ci andrai?-
Boccaccia allungò le gambe sotto il tavolo, tentando di sembrare rilassato. Non lo era. Sudava freddo.-Non mi sembra di aver mai fatto un'affermazione del genere.-
Beverly sbuffò sonoramente.-Come se fosse necessario. L'ultima volta che ho controllato, i soldi non ti piovevano dal cielo.-
-Adesso sei sgarbata.- Ribatté Richie piccato, la mandibola serrata.
-E tu sei bugiardo.- Intervenne Rebecca, affilata come un rasoio.
Boccaccia spostò lo sguardo infuocato su di loro. Insieme erano insostenibili - non si poteva tornare indietro a quando si odiavano?
-Non potete dirlo a Eddie.- Avvertì, cupo, demordendo.
-Certo che no!- Fu la risposta secca di Beverly.-Non sono fatti nostri. Ma tu dovresti davvero, Rich. Non hai idea di quanto ci spera.-
-Ho provato ad accennarglielo ad uno degli incontri...-
-Rebecca!- Strepitò Richie, paonazzo.-Come hai potuto?-
-Era un'insinuazione innocente!-
-Cosa può esserci di innocente in un'insinuazione?-
La giovane alzò gli occhi al cielo.-Va bene, ho fatto male, mi dispiace. Ma non credo che lui sospetti qualcosa.-
Boccaccia si coprì il volto con le mani, le dita conficcate nelle tempie.
"Al college staremo così tutto il giorno, tutti i giorni."
Non era sicuro di cosa quella frase potesse significare, a ripensarci ora. Magari Eddie l'aveva detto ingenuamente. Perché lo credeva davvero. Perché ci sperava, come rimarcato da Beverly. O forse l'aveva detto perché aveva capito tutto. Non era un idiota.
-Ci è rimasto terribilmente, però.- Aggiunse Rebecca, mordendosi il labbro inferiore, sentendosi un po' colpevole, sia per aver detto una mezza verità a Eddie, sia per aver appena dato una coltellata a Richie.
Il ragazzo prese un lungo respiro, cercando di elaborare quelle parole. Era ovvio che Eddie non avrebbe fatto i salti di gioia ad una notizia del genere.
-Non é il momento giusto per dirglielo.- Rispose dopo un po', mentre le due ragazze lo osservavano preoccupate.-Deve concentrarsi sugli esami di ammissione, sua madre lo sta facendo impazzire e io non voglio aggiungere un altro peso.- Alzò uno sguardo ammonitore su Beverly e Rebecca.-Siete capaci di tenere il becco chiuso fino ad allora?-
Beverly mimò di cucirsi le labbra, e Rebecca annuí, ancora visibilmente rammaricata.
L'orologio a forma di scimmia in bilico sul bancone del Moondance iniziò a battere improvvisamente i piattini di metallo per segnare le dieci, girando su sé stesso come un carillon rotto, e i tre ragazzi si voltarono a guardarlo con un cipiglio, come se non avessero mai visto quella scena prima di allora.
Diventava sempre piú inquietante.
Richie si alzò dal tavolo e si infilò le mani in tasca, tirandone fuori qualche banconota.-Devo andare.- Annunciò, posandole accanto al suo piatto vuoto. Poi prese il grosso pacco imbustato che aveva giaciuto sulla sedia libera accanto a lui fino a quel momento.
-Cos'é?- Chiese Rebecca, indicandolo.
Il ragazzo sorrise, cosí tanto che gli si illuminarono gli occhi, e ogni traccia della precedente tristezza sparí dal suo volto.-Lasagne.-

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