Senza prezzo

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Eddie si svegliò a fatica, sbattendo più volte le palpebre per abituarsi alla luce che proveniva dalla finestra.
La prima cosa che realizzò fu il dolore martellante alle tempie - un'aspirina, doveva assolutamente prendere un'aspirina.
Allungò una mano alla sua destra, verso il comodino in cui teneva sempre le medicine, e le sue dita annasparono alla ricerca della maniglia del cassetto.
Non la trovò.
Si tirò a sedere, strizzando gli occhi che bruciavano, e quando li aprì si accorse di non essere in camera propria.
Era nel letto di Richie, anche se dell'altro ragazzo non c'era traccia, avvolto in un piumone scuro. 
Matthew stava ancora sonnecchiando all'altro capo della stanza, la testa nascosta sotto al cuscino per evitare la luce che filtrava dalle persiane alzate.
I ricordi della notte precedente si abbatterono sul suo cervello stanco come un'onda sugli scogli.
La festa, i regali, la vodka, la musica, le foto. 
La doccia.
Oh, cazzo.
Eddie affondò le mani nel materasso, quasi sperando di esserne inglobato, di poter scomparire al suo interno e non dover affrontare Richie.
Un intenso calore gli pervase il petto, tingendogli anche le guance di rosso scarlatto - non sapeva se essere imbarazzato per il modo in cui si era lasciato andare, per le parole che aveva detto, o folgorato dalla reazione di Richie al suo tocco, ai suoi baci, dal modo in cui aveva ricambiato il suo desiderio irrefrenabile.
Boccaccia era sicuramente più pronto di lui ad andare fino in fondo, forse da anni. 
Ma Eddie no, e quel che aveva fatto, perdere il controllo in quel modo, spingere entrambi sull'orlo del collasso, mettere alla prova Richie in una maniera così prepotente...
Gli doveva delle scuse.
Per quello, e perché si era comportato come un bambino di due anni a cui avessero negato le caramelle.
Non poteva credere di averlo spinto via e ignorato per il resto del tempo, dalla doccia al letto.
Si chiese dove fosse Richie, in quel momento. Sentiva il rumore della caldaia provenire dal corridoio, quindi probabilmente era in bagno a lavarsi.
Si alzò, quasi inciampando nei pantaloni del suo pigiama, un po' troppo lunghi per la sua altezza mediocre.
Stava per uscire dalla stanza, quando vide qualcosa scintillare sulla scrivania.
La carta argentata avvolta attorno al suo regalo. Eddie non l'aveva ancora aperto.
Forse avrebbe dovuto farlo in un altro momento, a casa propria, nel silenzio della sua stanza, ma era curioso, e Richie ne aveva fatto un tale mistero che proprio non riuscì a non spacchettarlo.
Sapeva già di star tenendo in mano un fumetto, o una rivista. Il titolo comparve subito, qualche centimetro più sotto la carta che Eddie stava togliendo con cura.
Era il primo numero degli Action Comics. Praticamente introvabile. 
Richie si era ritrovato a possederne uno per puro caso, quindici anni prima, acquistandolo ad una svendita di fumetti da un tizio che non aveva idea del tesoro che aveva messo in bancarella.
Eddie aveva potuto sfogliarlo solo una volta, sotto la sua attenta supervisione. Boccaccia lo teneva cautamente conservato, quasi come una reliquia, riservandogli un vano apposito nella libreria.
L'aveva protetto dalle mani di chiunque, finché, due anni prima, Stan l'aveva bellamente ricattato, dicendogli che gli avrebbe fatto copiare il compito di chimica solo se gli avesse concesso di leggere il fumetto.
Richie aveva terribilmente bisogno di passare quel test - era l'ultimo dell'anno, e avrebbe potuto evitargli la scuola estiva.
Per cui aveva acconsentito, e aveva portato il preziosissimo volume al Rifugio, perché Stan potesse leggerlo, proprio il giorno in cui Bowers aveva deciso di dargli fuoco.
Se l'erano data tutti a gambe, dimenticandosi del fumetto.
Qualche giorno dopo, Richie aveva chiesto a Stan che fine avesse fatto, e questi gli aveva detto di averglielo restituito - cosa non vera, perché era rimasto ad ammuffire tra la terra e la cenere, ma l'ebreo era davvero convinto di averglielo ridato, per cui Boccaccia aveva continuato a cercarlo inutilmente in casa sua.
Eddie sentiva di avere un pezzo di storia tra le mani. Quell'opuscolo ne aveva viste di tutti i colori, esattamente come loro, e il pensiero che Richie se ne stesse separando...
Gli si strinse il cuore, e scartò completamente il regalo. Passò le dita sulla copertina, i bordi erano un po' mangiucchiati e le pagine ingiallite dal tempo e dalle condizioni pietose in cui aveva giaciuto, ma non per questo aveva perso valore agli occhi di Eddie.
Lo posò sulla scrivania, iniziando a sfogliarlo avidamente.
Era il migliore dei regali che l'altro potesse fargli - e non perché si trattasse di qualcosa di costoso, o prezioso, o bello da guardare. Ma perché Richie ci teneva da morire - aveva quasi pianto quando si era reso conto di averlo perso.
E adesso che l'aveva ritrovato lo stava dando a lui. Se lo stava strappando di dosso come un'unghia, con dolore, ma per lui era disposto a rinunciarci.
Eddie si sentì talmente unico, talmente voluto, dopo tutti gli anni in cui aveva creduto di non essere utile a nulla, di essere solo un peso, che le persone gli stessero attorno per pietà, che...
Una lacrima cadde dal suo occhio sinistro, allargandosi sulla pagina che aveva di fronte. Al ragazzino non importò. Aveva appena aggiunto un altro tassello di storia a quel fumetto: il suo amore per Richie, la sua gratitudine.
Era arrivato alla sezione dedicata a Tex Thompson, quando vide sbucare un biglietto scribacchiato. 
Eddie tentennò - non sapeva se il suo cuore avrebbe retto, leggendo quel che Richie aveva scritto. Dopo quella centrifuga di emozioni, non era pronto per una lettera d'amore.
Ancora una volta, però, si lasciò trascinare dalla curiosità, e avvicinò il cartoncino agli occhi, per decifrare quella grafia disordinata, quasi da medico, che Boccaccia non aveva mai avuto pazienza di raffinare.
"Lascio nelle tue mani quanto ho di più caro e prezioso: questo fumetto, e il mio cuore.
Tuo, Richie."
Mio, pensó Eddie, portandosi il biglietto al petto.
Mai avrebbe creduto, nella sua infelice vita, che qualcuno avrebbe potuto desiderare di appartenergli, di legarsi al suo cuore pur sapendo quanto fosse debole e tremulo.
Ma Richie era disposto a prendere tutto ciò che lui aveva da dargli, e per questo Eddie si sarebbe consumato, pur di vederlo sereno.
Voleva che avesse ogni cosa, dall'aria che respirava alle fibre sottili dei suoi muscoli, e ogni lembo di pelle e frammento d'osso.
E se non fosse stato abbastanza, pure l'anima, e la vita intera.
Richie comparve improvvisamente sulla porta della stanza, vestito di tutto punto, con i capelli che gocciolavano sull'asciugamano attorno al collo.
-L'hai aperto.- Mormorò, per non svegliare Matthew, e Eddie si voltò completamente verso di lui, con gli occhi umidi.
Richie aggrottò le sopracciglia.-Ti piace? Non sembra che ti piaccia.-
Il ragazzino non rispose. Si tuffò tra le sue braccia, la testa sprofondata nell'incavo della spalla, sull'asciugamano fradicio.
-Ti amo.- Sussurrò, talmente piano da temere che l'altro non avesse sentito.
Ma Richie affondò una mano tra i suoi capelli corti e scompigliati, accarezzandogli lo scalpo, e disse:-Anch'io.-

White Lies - ReddieWhere stories live. Discover now