Capitolo Secondo | Sadness

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Sentii una voce fastidiosa e stridula chiamarmi. Sbuffai e mi alzai dal letto contro voglia. Vidi mia madre vestita anzi 'svestita', come al solito, pronta per andare a lavoro.

A volte mi chiedevo se il suo capo se la facesse, ma sicuramente era vero.
Mia madre non avrebbe mai avuto un lavoro sincero, fatto di lavoro ed impegno.

"Stasera sto da Nicolas, non so se torno dopo cena " disse freddamente. La guardai e alzai le spalle.

"Chi é?" chiesi atono.

"Il padre di Hemmings, magari fossi come quel ragazzo!" disse alzando le mani al cielo.

"Un fallito puttaniere(?)" insinuai.

"Almeno, lui si che sa che vuol dire vivere. Diventerai come tuo padre " sbuffò.

"Mio padre cosa?. Lui é meglio di te,di sicuro!" urlai.

"Allora perché non vivi con lui?"

"Lo sai, ha una famiglia, non vorrei essere di troppo" sussurrai quasi piangendo.

Prese la borsa e andò via ignorandomi. Salii e presi il mio solito maglione grigio e i miei amati skinny jeans neri. Infilai gli anfibi e scesi pronto per andare a scuola.

Lo studio era la mia unica passione, mi piaceva imparare qualcosa che potesse migliorarmi. Entrai nel portone e vidi Akim avvicinarsi. Akim era la mia migliore amica. L'unica che avevo dopotutto.
Sfoggiava un meraviglioso sorriso ed i capelli ricci e mori svolazzavano lungo il suo viso tondo. Non era molto alta, ma era bella. Aveva gli occhi azzurri e la carnagione scura. Per me era una sorella, quella che non avevo mai avuto. Sapevo tutto di lei. Non aveva mai avuto una grande vita, solo un triste passato.

Mi saltò addosso abbracciandomi.

"Mikey!" esclamò stampandomi un bacio sulla guancia.

"Nana" ricambiai.

"Tesoro,stasera vieni con me?" chiese tirandomi la manica del maglione.

"Dove?" mormorai.

"Da Irwin!. Dà un festa a casa sua e ha invitato tutti. Lo sai che voglio vederlo!" sbuffò.

"Nana,non ne sono sicuro. Non mi piacciono queste feste. Poi lo sai che stasera devo parlare con Paul " dissi guardandola. Paul era mio cugino e ci sentivamo via skype, per la lontananza.

"Allora ci andrò con Lucinda " sorrise tristemente. Mi riguardò e sempre mano nella mano, si alzò sulle punte per raggiungermi.

"Mikey...sei sicuro?" chiese facendomi il labbruccio. Amavo la sua dolcezza, ma odiavo il fatto che la usasse per convincermi.

"Akim, se ti ho detto che ho da fare, ho da fare!" le spiegai. Se ne andò imbronciata. Come al solito non averla accanto mi faceva sentire solo e triste. Si girò e mi guardò.

Le sorrisi e lei corse di nuovo tra le mie braccia.

"Ma lo sai che non posso stare senza il mio unicorno!. Quindi vieni " concluse con la testa affondata nel mio petto. Sentivo le vibrazioni della sua voce squillante nella mia cassa toracica, e non era una situazione molto confortante.

"E va bene!. Solo per questa volta però!" dissi. Mi strinse tra le sue braccia e mi abbassai per raggiungere la sua altezza minorata.

"Il mio migliore amico colorato!"

"La mia nana " dissi alzandola da terra.

"Mikey! Mettimi giù!" urlò. La feci scendere e lei mi salutò prima di andare da sua sorella Lucinda.

Afraid | MukeWhere stories live. Discover now