.CAPITOLO 10.

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P.o.v. Camille.
Dopo che siamo uscite dal bar, questa mattina, Sammy sotto mio invito è restata a pranzo e anche per un paio d'ore dopo la fine del pasto, anche se quasi mezz'ora fa se n'è andata per andare a fare i compiti per il giorno dopo, ed in teoria, è quello che sto cercando di fare anche io, accartocciando il foglio in cui ho provato a fare l'equazione di matematica per ormai la quinta volta. Il mio pavimento è un cimitero di equazioni ed espressioni. La matematica non la capisco, davvero io e lei non andiamo d'accordo.

La sera arriva abbastanza velocemente e cerco di addormentarmi presto visto che domani mattina volevo arrivare prima, mentre mi sto lavando i denti mi rispecchio nel piccolo quadrato di vetro e riesco a pensare e riorganizzare le mie idee. Durante il pomeriggio ho avuto modo anche di riflettere e ho pensato che sarebbe carino da parte mia scusarmi con Harry, anche solo per il fatto di averlo aggredito senza un apparente motivo. Ad essere sincera non ho ancora un vero e proprio piano, però già il fatto che ho iniziato a pensarci è qualcosa.

La sveglia suona facendomi saltare, svegliandomi bruscamente dal mio sonno. Ancora ad occhi chiusi, quindi a tastoni, cerco di spegnerla e di trovare la forza di alzarmi dal quel paradiso morbido e caldo. Quando ci riesco, dopo una manciata di minuti, mi alzo e vado direttamente in bagno, dove mi lavo, mi vesto e si, perdo anche cinque minuti per guardami allo specchio perdendomi nei miei stessi pensieri. Il mio telefono si illumina, dopo la notifica di una semplice pubblicità dal mio gestore telefonico e questo mi fa notare l'ora, smetto di perdere tempo e scendo le scale con uno zaino sulla spalla e il cappotto di jeans nell'altro braccio.

Dopo la colazione, mi sistemo un'ultima volta i capelli davanti lo specchio e finalmente lascio casa per dirigermi verso la scuola.
Non mi godo il tragitto come ogni mattina, guardando il paesaggio con la musica nelle orecchie, troppo impegnata a pensare a due occhi verdi, ho davvero paura che non la prenda bene, che non decida di perdonare la mia cazzata. Anche se non lo biasimo, avrebbe tutto il diritto di continuare ad odiarmi, un'altra preoccupazione dettata dalla mia paranoia, è quella cercare di non dare nell'occhio perché se qualcuno del gruppo di Alex, o quell'imbecille stesso, mi dovesse vedere mentre parlo con Harry non saprei che scusa usare.

Tra pensieri e piccoli sbuffi, arrivo davanti scuola ma come da me previsto lui non è qui, sarà già in classe. Nonostante questo, mi trattengo cinque minuti e mi metto a parlare con Sam che si sta lamentando di quanto potrebbe aver preso al compito di chimica.

-"Io entro, ci vediamo in seconda ora. Buona fortuna." la saluto e vado in classe, entro solo che non vedo la testa laccata di Styles da nessuna parte, mi giro un'altra volta facendo vagare lo sguardo tra tutti i presenti ma nulla. Lui non c'è.

Mi siedo e aspetto, la campanella suona e ancora lui non si fa vivo, arriva anche il professore allora ormai perdo le speranze, mi sembrava strano che una volta che volevo parlare con lui, non si presentasse a scuola. Sono sempre molto fortunata in queste cose. La giornata procede senza intoppi, non sono riuscita a incontrare Sam e realizzo che forse Harry non si presenterà a nessuna delle lezioni.
Esco da scuola e vado direttamente a casa, mi preparo un piatto di pasta e mentre sto pulendo le stoviglie che ho usato mi viene un'idea, non molto da me ma sennò se continuo di questo passo rimarrò sommersa dalla polvere.

Inizio a dare una pulita in tutta casa e mi dedico a spolverare un po' tutti i mobili, lavo per terra al bagno e in cucina, poi camera mia rimetto in ordine i libri il tutto accompagnato da della musica, improvvisando concerti ed esibizioni in live. Finisco che sono più o meno le cinque e dopo aver portato fuori la spazzatura, mi butto sul divano sfinita, mi fanno male le gambe e ho le mani spugnose per la troppa acqua. Proprio mentre sono sul divano mi arriva un messaggio così fermo la musica e afferro il dispositivo.

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