.CAPITOLO 47.

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P.o.v. Harry
2 gennaio

-"Alzati prima che ti tiri una secchiata d'acqua in testa." sbuffo per la quarta volta di seguito, mentre la voce soave di Louis mi risuona nelle orecchie. Mi ricordo vagamente di un appuntamento per uscire noi due insieme, ma non mi sono svegliato in tempo, ho mal di testa e la mia voglia di vivere è pari a quella di un bradipo quindi non voglio muovermi dal letto. Nonostante il ragazzo sia insistente, nulla riesce a smuovermi dal mio posto, dai miei pensieri, dalla sua voce e dalle sue parole che mi risuonano ancora nella testa. Come rulli di tamburi, tanto forti da farmi desiderare di smettere di pensare, di sentire e magari di respirare. Qualunque cosa pur che quelle voci smettano.

Flashback due giorni prima.

"Ho passato il più bel Natale della mia vita, un Capodanno favoloso, insieme a te. Perché vuoi rovinare tutto adesso?" stringo gli occhi ispirando, cercando di non scoppiare a piangere mentre Camille mi sta urlando contro, cercando di farmi ragionare e cercando di sviare il discorso sul mio imminente trasferimento.

-"Non voglio rovinare un bel niente, ma dobbiamo parlarne, partirò tra sei giorni non puoi far finta di niente." Continua a guardarmi male mentre la mia voce aumenta gradualmente di intonazione, urla contro urla, gli occhi si inumidiscono mentre continua ad alzare le braccia in aria.

-"Non ce la faccio Harry, ne abbiamo parlato e riparlato, quante volte te lo devo dire? Ti amo, ma non posso farlo." Sputa con disperazione, come se quelle parole le fossero state tirate via con delle pinze, come se avesse sputato anche alcuni organi insieme al complesso di lettere, dal canto mio posso sentire come il cuore piano piano si stia sgretolando nel petto, come la mia anima, pezzo dopo pezzo mi stia abbandonando.

-"Cosa...cosa stai dicendo?" scuoto la testa mentre avanzo verso di lei che sembra essere sempre più lontana, mentre le lacrime non hanno avuto nessuna decenza e ormai scendono copiose sui nostri visi.

-"Harry mi dispiace, mi dispiace davvero, ma sai come sono fatta e non lo sopporterei. Ho bisogno costantemente di prove di fiducia e non riesco nemmeno a giustificarmi...solo, solo non ce la faccio." Continuo ad andarle vicino, tanto che i nostri petti quasi si toccano, la sento sussurrare e tremare come una foglia, fragile e appena caduta dall'albero. Chiudo gli occhi mentre si tiene lo stomaco, abbracciandosi, come a tenere insieme i pezzi che ormai stanno cadendo da tutte le parti.

-"T-tu mi stai lasciando."  suona come un'affermazione, una constatazione piena di dolore mentre deglutisco con il cuore in gola.

-"tu n-non puoi farlo." inizio a balbettare nel panico, raccogliendo i pezzi e cercando di tenerli insieme, ma appena ne aggiusto uno, un altro cade. Facendo ancora più male, non può farmi questo, non possiamo farci questo.

-"Harry, ascoltami, tu meriti il meglio nella vita e non c'è altra soluzione, i-io ti prometto che staremo meglio entrambi." mi prende una mano e mi sorride, nonostante il trucco colato, nonostante le lacrime che solcano le guance con prepotenza, nonostante non si regga nemmeno in piedi. Mi sorride.

-"Ti prego, noi, si noi troveremo un modo." mi faccio piccolo, cercando di chiudermi nella bolla che mi ha impedito di crollare negli anni, ma ci metto poco a capire che quella bolla si è rotta, è scoppiata appena mi sono unito a questa ragazza, questa ragazza che mi ha fatto risalire e la stessa che invece adesso mi sta trascinando verso il fondo.

-"Ti amo Camille, ci amiamo no? Noi dobbiamo stare insieme, cazzo dimmelo anche tu che dobbiamo stare insieme." cerco i suoi occhi, disperato, aggrappandomi a qualunque cosa mi sia a disposizione, cercando di respirare, annaspando in cerca di un po' d'aria.

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