.CAPITOLO 26.

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P.o.v. Camille

-"5...4...3...2...1" dopo che la campanella suona un boato si espande nella piccola classe e poi in tutta la scuola, la campanella dell'ultima ora, dell'ultimo giorno di scuola.

Prendo lo zaino che avevo preparato già da 30 minuti e seguo la massa di persone che si stanno dirigendo fuori dall'istituto.
-"Cam! Cami!" sento qualcuno chiamarmi e quando mi giro Sam si sta sbracciando per farsi notare, quando inizio ad andare verso di lei, anche lei si mobilita iniziando a dare spallate a destra e a sinistra senza preoccuparsi degli sguardi omicida che riceve.
Appena ci raggiungiamo mi chiude in un abbraccio che dura pochi secondi e dopo finalmente riusciamo a uscire, appena siamo fuori e io tiro un sospiro di sollievo, se restavo tra quella mandria di persone per un altro po' avrei davvero rischiato di sentirmi male.

-"Non ce la facevo più." la mia migliore amica sembra leggermi nel pensiero e si sistema meglio la borsa sulla spalla per poi andare verso la sua moto.
-"La scuola è ufficialmente finita, non mi mancherà per niente." alla fine ci aggiunge un urlo di felicità e io sorrido con lei mentre siamo arrivati accanto al motoveicolo.

-"Non credevo di arrivarci, ti giuro è stato un anno per niente facile..." come sempre la parte pessimista di me si fa spazio da sola e tronca la felicità della bionda.

-"Ma sei qui e passerai la miglior estate della tua vita. Fosse l'ultima cosa che faccio." alzo gli occhi al cielo per la tragicità della ragazza che ora sta montando sulla sua moto.

-"Allora ci vediamo stasera, ti prego, per stasera smetti di pensare." mi lascia un ultimo bacio volante e se ne va.
Anche io mi avvio verso casa e appena entro un profumino di buono mi fa lasciare zaino e scarpe alla porta per poi arrivare direttamente in cucina. Mia mamma indossa un grazioso grembiule color verde bottiglia e sta litigando con torta che ha appena preparato, suppongo.
-"Buongiorno Mamma..." tento ma lei non mi calcola minimamente e continua a imprecare contro la carta forno che non si stacca da sotto la torta.

-"Maledizione..." sussurra e a me scappa una risata, alla fine riesce a staccarla completamente e così accartoccia la carta per poi buttarla.

-"Ah, buongiorno Cami." si passa una mano sulla fronte e io mi siedo su uno degli sgabelli.

-"Come è andato l'ultimo giorno?"
-"Bene, tutto bene. Ti volevo dire...ti ricordi che stasera c'è il falò? Vero?" fa che non si incazzi, fa che non si incazzi. Gliel'ho accennato circa una settimana fa, e mi aveva detto di sì, quindi se ora mi dice di no io scappo di casa.
-"Si me lo ricordo, e te l'ho detto, sono d'accordo." arriccio il naso e sorrido.
-"Grazie, mamma grazie." prolungo l'ultima lettera per poi alzarmi.
-"Dove vai? È pronto il pranzo." sono arrivata alle scale ormai, quindi mi ritrovo a urlare.
-"Mangio più tardi...devo andare un attimo su." arrivo in camera e afferro il cellulare.

La verità? Non avevo tanta fame e poi devo vedere se conosco bene la mia migliore amica, non penso di sbagliarmi e infatti scorrendo tra le storie di Instagram vedo una che appartiene a lei con un sondaggio.

'Chi al falò stasera?' Lo sapevo, ne ero sicura che avrebbe postato così gli rispondo alla storia.

'Hai saputo chi viene?' Aspetto una sua risposta ma non è neanche attiva quindi rinuncio e torno di sotto per prendere lo zaino e riportarlo in camera mia, riprendo il telefono in mano e mando un messaggio a Harry è una settimana che gli mando messaggi, senza ricevere risposta.
Gli ho chiesto come stesse ma non ho ricevuto risposta.
Provo di nuovo con un semplice 'ehi' a cui spero risponda.

***
Tra meno di due ore dovrei avviarmi per arrivare a quel maledetto falò e non ho la più pallida idea di cosa indossare, ho dei capelli di merda e la faccia che non collabora.
Reprimo un urlo di frustrazione e decido di chiamare Sam.

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