.CAPITOLO 22.

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We'll end just like we started
Just you and me and no one else
I will hold you where my heart is
One life for the two of us'

P.o.v. Harry

Sospiro tirandomi i ricci, che in questo mese sono cresciuti, segno evidente di frustrazione. Un mese, un mese in cui ho lavorato e sono andato a scuola, un mese in cui ho dormito poco e niente per la paura di non essere lì per mia madre se ne avesse bisogno. È brutto da dire, ma sono contento che mia mamma stia tenendo duro, lo sapevo che era una donna forte, il dottore non le aveva dato tutto questo tempo e invece ce la sta facendo. Non nei migliori di modi, ma va avanti.

Mi sono abituato ai ritmi, anche se non mi stanno facendo bene, ho un mal di testa perenne e l'ansia è diventata una compagna di vita.
Come ho detto, mia mamma non sta bene è inutile negare, lo vedo io stesso. Sta peggiorando, esce a malapena dalla sua stanza. Dopo quelle due passeggiate che abbiamo fatto insieme non è più voluta uscire. Ho paura tutti i giorni, Louis fa di tutto per strapparmi un sorriso che alcune volte spunta sul viso ma che da una settimana a questa parte non vuole neanche accennarsi.

Mi sento una merda, non posso fare niente per lei se non vivere momento per momento, anche adesso che sono seduto sulla piccola poltroncina in camera sua mentre la guardo dormire, con quelle guance incavate e quelle occhiaie sotto agli occhi che gli sformano il bellissimo viso. Tutto fottutamente monotono, scuola, lavoro e casa, alcune volte faccio un giro con Louis ma massimo per un'ora e, quando gli capita, ci vediamo quando lui fa un salto in negozio.

Abbiamo instaurato un ottimo rapporto e gli sono grato per starmi vicino anche in questo periodo in cui io sono quasi completamente assente, guardo l'orologio che ho al polso e ormai l'ora segna le 9.00 di sera.
Cazzo, non ho neanche avuto la decenza di guardare l'orologio prima per svegliare mia mamma e cenare, vado al piano di sotto e scaldo la pasta che avevo preparato ieri sera.

Dopo che il microonde ha finito il tempo che avevo impostato prendo un piatto e lo porto al piano di sopra. Sopra a un vassoio con il necessario.

Entro in camera e lei è ancora lì che sta dormendo, adesso con la testa leggermente inclinata verso destra e le coperte che le coprono i fianchi lasciando scoperte le braccia.

-"Mamma..."le scuoto il braccio delicatamente accarezzandole poi la mano, ma lei non accenna a nessun movimento.
-"Ma?" le scuoto con più veemenza il braccio e lei apre di poco gli occhi con un'estrema lentezza.
-"Harry...che c'è?" si alza meglio sul posto ma noto che fa una fatica tremenda, così poso il vassoio sul comò e la aiuto.

-"Che ore sono?" mi chiede con una voce flebile che ogni volta mi lacera il petto, piano piano. Come una lenta agonia, come un coltello che pezzo per pezzo mi si punta nel petto.

-"Scusa, sono le 9.00 non ho visto l'orologio." lei sorride leggermente ma subito dopo una faccia dolorante la sostituisce, si posa una mano sullo stomaco e cerco di capire cosa succede.

-"Vieni qui." mi indica il lato accanto a lei, mi siedo e alla fine mi stendo stando attento a non farle male.

-"Harry sono estremamente fiera di te, voglio solo che tu lo sappia. Io...grazie per essere sempre accanto a me. Mi dispiace per tutto, non avevo immaginato niente di tutto questo per noi ma nonostante tutto grazie, grazie di tutto sono davvero fiera di te ometto. Ti voglio-" non la lascio finire che mi alzo con le guance solcate da lacrime che sembrano acido, la testa mi pulsa e sento che il mio cuore potrebbe saltare direttamente in braccio a mia madre da quanto sta battendo forte.

-"Mamma ti voglio bene, tantissimo ed è per questo che non sei un peso. Non fare sforzi e riposati." faccio per alzarmi ma lei mi blocca.

-"Harry, per favore, voglio che tu sappia tutto quello che ho da dirti." scuoto la testa e sgrano gli occhi.

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