.CAPITOLO 23.

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P.o.v. Camille
Ieri sera mia mamma è tornata a casa, con mia grande sorpresa, è tornata verso le undici mentre ero intenta a guardare un film sul divano. Ha avuto la quota per il viaggio e siamo riuscite a risolvere il problema l'affitto, è stato il primo pensiero che ha avuto mamma appena alzata. Un mese duro, impegnativo per entrambe ma che ha dato ottimi risultati, la scuola si sta per concludere e finalmente io entrerò nell'ultimo anno di liceo, non vedo l'ora di avere questo periodo di pausa. Non ne potevo sul serio più, sono pronta a godermi l'estate e a non pensare a nulla se non a vivere il momento. Non ho intenzione di fare l'errore dell'anno scorso.

Sono riuscita a risolvere dei problemi che avevo pensato fossero insuperabili, anche se c'è ancora un piccolo problema da spuntare sulla mia lista e quel problema si chiama Harry.
Non sono più riuscita a contattarlo, nonostante vi giuro che io ci abbia provato, ormai non entra su Instagram da quasi due settimane e non lo vedo più a scuola.

Sono, diciamo, preoccupata perché non vederlo a scuola, quando mi è stato confermato che non ha mai fatto un'assenza in tutta la carriera scolastica, mi lascia abbastanza in pensiero. Ne ho parlato a Sammy, di lui e di come io nel bel mezzo del nulla l'abbia sognato, di come riesco a occupare, più spesso di quanto volessi, i miei pensieri, tutto quello che mi passava per la testa.
Ha reagito meglio del previsto, mi ha detto che anche se non è proprio il più popolare della scuola con il mio aiuto potrebbe esserlo, è stata una conversazione davvero strana, sue testuali parole 'dietro a quegli occhialoni si nasconde un cazzo di modello'.

Così di punto in bianco, ho deciso di parlargli e come si dice a mali estremi, estremi rimedi quindi con tanta forza di volontà e un po' di sfacciataggine, sto andando dal ragazzo moro, durante l'inizio dell'intervallo, che ho visto in compagnia del riccio ultimamente.

-"Scusa..." lo trovo di spalle e, timidamente, gli picchietto un dito sopra al braccio e lui si gira chiudendo l'armadietto in cui stava mettendo a posto, appena si gira due pozzi blu mi fanno perdere un attimo il filo del discorso, ma alla fine mi riprendo e mi passo una mano sul braccio nervosamente.

-"Noi...non ci conosciamo, ma pensavo che tu conoscessi Harry, insomma siete stati insieme in questi ultimi tempi e io non riesco a contattarlo..." continuo a parlare ma lui mi interrompe.

-"Ehm...scusami tu saresti?" io divento immediatamente rossa in viso, mi vorrei sul serio prendere a schiaffi, mi avrà presa per pazza, non ho avuto neanche la decenza di dire il mio nome.

-"Si scusami, mi chiamo Camille." gli porgo una mano e lui titubante la stringe, poi però come se avesse avuto un'illuminazione inizia a stringere con più enfasi e un accenno di sorriso si apre sul volto.

-"Oh, sì Camille Young?" rimango sorpresa ma appena lascia la presa annuisco.

-"Ecco, si Harry mi ha parlato di te." Sorrido spontaneamente, un riflesso involontario a sentire che Harry ha parlato di me a qualcuno, di essere presente nelle conversazioni del riccio.

-"Io sono Louis, senti Camille lui sta attraversando davvero un periodo di merda e non so quando tornerà a scuola. Quindi se devi vederlo per trattarlo uno schifo è meglio evitare." mi sento leggermente offesa ma comunque non posso dargli torto, sono sicura di come le conversazioni sul mio conto si siano svolte.

-"No, io...ehm, volevo solo parlargli insomma non intendevo..." sono stata presa completamente in contropiede.

-"Ok, si scusami ma visto i precedenti... insomma ti lascio l'indirizzo." riapre l'armadietto e prende un pezzo di carta per poi appuntarci sopra l'indirizzo. Scrive velocemente sul piccolo pezzo, sbavando l'inchiostro blu con la mano.

-"Louis...grazie solo cosa è successo? Non vorrei fare dei passi falsi." lui diventa paonazzo e sorpreso, cercando di ristabilizzarsi indeciso sul da farsi, sono curiosa e sono sicura che Harry non me lo dirà.

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