.CAPITOLO 19.

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P.o.v Harry
Appena finito di mangiare qualcosa al volo per pranzo, mentre pulivo la cucina lei si è messa sul divano. Ogni lancio uno sguardo al salotto vedendola nella solita posizione con il solito libro tra le mani.

-"Harry" la sento chiamarmi così lascio il panno con cui stavo asciugando la pentola sul tavolo e vado in salotto, mi porto un riccio scappato dalla bandana dietro l'orecchio e per poco non inciampo su una piega creata dal tappetto.

-"Dimmi." Le sorrido dolcemente accigliandomi di poco a vedere la sua faccia un po' troppo bianca e le guance incavate che fanno sembrare il tutto molto più tetro.

-"Oggi pomeriggio che ne dici se mi accompagni a fare una passeggiata? Avrei bisogno di uscire un po', prima che non sia più in grado di farlo." mi si stringe il petto ma alla fine cedo e annuisco con un sorriso a mio dispiacere tirato. Sto per tornare in cucina poi però mi ricordo del colloquio per il lavoro in quel negozio di dvd e vinili.
-"Ehm...mamma. Ti ricordi il colloquio? Beh, è oggi pomeriggio alle 3.00. Però se te la senti usciamo dopo appena ho finito." lei rimane un attimo ferma a fissare il vuoto e poi mi risponde, come se avesse avuto bisogno di un attimo per capire la mia domanda e da bravo masochista quale sono mi metto a rimuginare sulla faccenda fino a quando la sua voce mi interrompe.

-"No no, allora facciamo domani. Stai tranquillo." annuisco dopo aver sussurrato un altro 'scusa' e torno in cucina per finire di asciugare le stoviglie. Mentre passo di nuovo per il salotto, per andare in camera mia, vedo che mia mamma si è appisolata.
Così prendo una coperta e la copro posandogliela sopra alle gambe, le lascio un bacio sulla fronte e mi fermo a guardarla per quelli che sembrano un paio di minuti, quando mi accorgo del mio stato di trance, vado in camera e afferro il cellulare dalla tasca della tuta. Un altro messaggio di Louis lampeggia sullo schermo, ma per ora decido di non aprirlo e di prepararmi per il colloquio che sarà tra un'ora e mezza.

Prendo un jeans a zampa e una maglietta bianca che infilo dentro.
Sto per sistemarmi i capelli quando il mio telefono inizia a squillare.

-"Pronto?" rispondo tenendo il telefono tra la spalla e l'orecchio mentre piego la felpa, ad essere sinceri non ho nemmeno guardato chi fosse il mittente.

-"Harry! Sono Louis." io prendo il telefono con l'altra mano e mi passo due dita sotto al naso.

-"Louis, come stai?" mi siedo sul letto e mi passo una mano tra i capelli, il mio riflesso è comunque visibile attraverso lo specchio accanto alla porta e continuo a contemplare distratto la mia figura.
-"Io benone...Tu come stai?" ha un'esitazione e scommetto che stava per chiedermi qualcos'altro, cerco di non darci peso e continuo la conversazione.

-"Sto Lou. Tra un ora ho un colloquio al negozio di dvd e vado avanti." evito il discorso mia mamma, credo per scomodità o perché mettermi a piangere per telefono sia dannatamente imbarazzante.

-"Ah, figo! Posso un consiglio? Non laccarti i capelli ed evita il gilet." io sorrido e vado davanti allo specchio rettangolare che ho in camera, guardando i ricci che non sono poi così spettinati.

-"Consiglio accettato." lui ridacchia e io lo accompagno.
-"Che ne dici se ci vediamo prima del tuo colloquio? Così facciamo due chiacchiere. Scommetto che sei già pronto." mi conosce il ragazzo, annuisco rendendomi conto che in realtà non può vedermi quindi poi rispondo.

-"Hai azzeccato. Per me è ok, tra un quarto d'ora?" chiedo e cerco le Vans che ho lasciato da qualche parte nella stanza.

-"Si il tempo di scendere e arrivare. Al Beechwood?" trovo finalmente le scarpe.

-"È un po' lontano dal negozio di dischi. Ti mando la posizione di un piccolo bar nelle vicinanze. Ci vediamo lì" lui mi conferma così attacco.
Prendo il cappotto lungo da dentro l'armadio e poi dopo averlo posato sul letto vado in bagno, mi metto le lenti a contatto, visto che prima non le avevo e poi mi avvio verso la porta.

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