Care

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Presi un lato del lenzuolo bianco prima di tirarlo verso l'alto, lo misi sotto al materasso e presi un'altra coperta per poi stenderla sopra di esso. raccolsi il cuscino che avevo lanciato per terra e lo misi i mezzo al letto.

Guardai tutta la stanza in ordine e sospirai di sollievo, non ero mai stata una ragazza disordinata e vedere qualcosa in ordine mi dava una sensazione rassicurante. In qualche modo l'rdine in casa mia mi faceva pensare che ci fosse ordine anche nella mia vita. Mi avvicinai al comodino di fianco al letto e presi il libro, scesi le scale non staccando gli occhi dal libro e mi sedetti sul divano a gambe incrociate.

Picchiettai sulla copertina le mie unghie e pensai a quello che avrei trovato scritto, poi per un attimo non mi interessò e, in quel secondo quasi inesistente, aprii il libro nel segno che avevo lasciato l'ultima volta. Ritrovai subito il punto in cui mi ero interrotta qualche giorno prima, guardare quelle lettere mi faceva fare una smorfia, era come se una pulsazione costante mi disturbasse il centro dello stomaco. Mi portai una mano davanti alla bocca e iniziai a leggere.

"La pioggia batteva sul suo mento.

Se essa doveva lavarti via tutte le colpe, perchè lei si sentiva più pesante?

Ogni volta che una goccia le finiva tra i capelli era come se un sasso fosse caduto nel suo stomaco. In ogni goccia che le passava davanti agli occhi vedeva Luke affannato, con il viso rosso e i capelli arruffati.

Perchè la tua mente deve farti ricordare le cose più brutte?

Diede uno strattone allo zaino buttandolo contro il marciapiede scuro per l'acqua. Lo fissó. Lei non aveva mai visto la pioggia come una cosa brutta ma in quel momento le sembrava la peggiore. Chiuse la mano a pugno mentre le nocche già chiare diventavano trasparenti per la rabbia. Alzò il braccio per poi riportarlo verso il basso violentemente, colpí i mattoni sciupati del muretto liberandosi in un urlo. Perchè si sentiva più pesante? Come oppressa, come se il cielo sopra di lei si stesse restringendo. Stesse scendendo su di lei per schiacciarla.

Chiuse gli occhi mentre la sensazione dei capelli che scendevano sul suo viso la prendeva in pieno, occupando i suoi pensieri. Grazie all'acqua non sentì la lacrima, solo una, scenderle dall'occhio destro bruciandole la guancia. Come il Bacio di Giuda, quella lacrima scrisse il suo percorso su quella pelle fino ad arrivare al mento, lo sorpassò fino ad arrivare al collo.

-Hay.-

Scosse la testa, era tutta un illusione, lui non era li.

-Amore fragile.-

Aprì gli occhi scossa. Prese lo zaino ma si sentì prendere da dietro. Iniziò a ribellarsi e le due braccia si intrufolarono intorno al suo bacino. La strinsero forte e gemette sentendo l'aria uscirle dai polmoni troppo velocemente. Due dita diedero una leggera pressione sotto il suo mento facendole alzare lo sguardo.

Lo guardò negli occhi.

-Stai piangendo.-"

Puntai gli occhi davanti a me, mi ricordavo di quel giorno, il primo giorno che avevo toccato un plausibile fondo in quella storia.
Mi ricordavo perfettamente dello sguardo di Luke, che era un misto incostante di rabbia, apatia e malinconia.
Non avevo mai capito come potesse trasmettermi tutte quelle emozioni in una sola volta. Non avevo mai capito come io potessi esserci ancora così attaccata dopo tutte quello.
Il dolore che avevo provato a trovarlo insieme a Crystal era quasi disumano, e forse era quello che provava anche lui. Io lo mostravo, lui no.
Questa era una delle poche ma sostanziose differenze che ci dividevano, questo era il motivo per cui non riuscii mai a capire quello che pensava.
Non ero mai stata capace di capire la gente solo guardandola, nonostante io osservavo tutto quello che mi circondava per i sentimenti delle persone era una cosa diversa.

Disconnect 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora