Yes

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-Non sarebbe una cattiva idea.- disse Jackson alzando le spalle mentre toglieva delle tazzine da un vassoio.

Sorrisi sollevata.

-Hai intenzione di andare giù nelle vacanze di Natale?- chiese.
Strinsi il nodo del grembiule dietro la schiena, -Si.- risposi.

-Magari andare giù ti farà bene, potresti schiarirti le idee.- abbassò le voce all'ultima parte della frase.
Alzai un sopracciglio, prese il vassoio con le stoviglie pulite e lo portai vicino allo scaffale dei bicchieri.

-Veramente in questo periodo ho le idee abbastanza chiare.- mormorai prendendo una pinta di vetro di piccole dimensioni.

Jackson si fermò, gli davo le spalle ma potevo sentire il suo fiato diventare più pesante, fissò il buio oltre la vetrata del bar. L'orario di chiusura mi era sempre piaciuto.
Mi facevo un riepilogo della giornata per vedere se era andata bene o male, lo dicevo a Jackson e se aveva notato che mi ero comportata bene con i clienti mi dava qualche soldo in più.
Quella sera non l'avrei fatto.
Potevo sentire che era teso da metri di distanza.

-In che senso?- domandò confuso.
Prese i piattini e li posò nel lavandino, per poi passare uno straccio sul vassoio marrone.

-Io e Luke stiamo andando d'accordo, abbiamo chiarito quello che c'era da chiarire,-

-Ti ha usata.- mi interruppe.

Usò un tono di voce brusco, rabbrividii.

Abbassai la testa alle sue parole, lo sapevo, e ne ero cosciente anche durante i miei ingenui 14 anni che lui mi stava usando. Ma come un tempo, neanche in quel momento mi importava più di tanto, Luke aveva ragione, non dovevo più aggrapparmi al passato.

Stavo solo iniziando a provare un po' di rabbia, anche se Jackson aveva solo avuto buone intenzioni nel dire mi aveva ferita. Nessuno, oltre a me e Luke, poteva immaginare quello che avevamo passato. L'amore che un tempo ci legava e il mio pendere dalle sue labbra per qualsiasi cosa.

Rimasi zitta, quando qualcosa mi infastidiva rimanevo sempre zitta, semplicemente ignoravo la situazione. era il metodo sbagliata ma l'unico che avevo imparato durante la mia vita.

Sentii il ragazzo dietro di me spostarsi, probabilmente accorgendosi del mio silenzio.

-Hayley.- sussurrò, lo vidi posare lo straccio davanti ai miei bicchieri e subito dopo appoggiare la testa sulla mia spalla mentre rimaneva dietro di me. 

Storsi un po' il collo, non mi faceva piacere che lui mi toccasse.

-Non volevo ferirti,- iniziò -è solo che non voglio che tu stia di nuovo male come mi hai raccontato. Lo capisci?-

Annuii. Certo che capivo, ma la gente aveva la tendenza di farmi capire le cose con troppa cattiveria.

Jackson mi diede un bacio leggero sulla guancia prima di scostarsi e ritornare nella sua posizione iniziale.

Sapevo che voleva fare qualcosa per proteggermi, per avvertirmi, ma in un certo senso volevo solo che stesse al suo posto. Era l'unico amico che mi ero fatta a Londra, oltre a Ilaria e Tristan, e gli volevo bene. Ma con l'arrivo di Luke aveva iniziato a comportarsi in modo strano, come se fosse scettico su tutto quello che dicevo.

Passarono un paio di minuti, quando vibrò il mio telefono, e lessi il nome di Luke sullo schermo, guardai Jackson. 

Si passò una mano tra i capelli per poi sorridermi, -Vai, ci vediamo domani.- disse.

Feci un cenno con la testa e ricambiai il sorriso prendendo la mia giacca, uscii dal bar ancora mentre la stavo chiudendo e puntai lo sguardo su Luke.

Era appoggiato ad un lato della macchina con le braccia incrociate ed un piccolo ghigno sul volto, feci per attraversare la strada ma una mano mi prese per il braccio.

-Hai dimenticato questa.- mi girai verso Jackson che mi porse la sciarpa bianca che avevo lasciato appesa nel locale.

-Grazie.- sorrisi ancora, presi la sciarpa e lui mi fece un cenno di saluto, ne fecce un altro ma non era rivolto a me. 

Lo sentii dire un leggero -Ci vediamo domani.- mentre guardai l'espressione di Luke.

Jackson era tornato nel bar ma io non riuscivo a staccare lo sguardo dal ragazzo biondo davanti a me, aveva la fronte corrugata ed un espressione mista tra rabbia e sorpresa. Jakcson lo aveva salutato, con un cenno della testa.

Non sapevo come avrebbe reagito Luke a questa improvvisa confidenza, ma dalla sua espressione potei capire che non era molto felice dell'accaduto.

Attraversai la strada raggiungendolo.

-Non domani? Doveva per forza dartela adesso la sciarpa?- commentò ad alta voce. Fece il giro della macchina entrando nel posto del guidatore. Mi sedetti e alzai gli occhi al cielo.

-Voleva farmi una cortesia, è stato gentile.- provai a difenderlo.

Potei sentire Luke sbuffare prima di mormorare -Coglione.- 

Sorrisi scuotendo la testa.

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Posai il piatto davanti a Luke che mi diede un sorriso leggero, mi sedetti vicino a lui guardando per qualche secondo fuori dalla finestra della mia cucina. Il sole era nascosto dalle solite nuvole che non lasciavano mai in pace Londra. 

Feci per parlarle ma Luke mi interruppe.

-Lo so,- disse -dobbiamo parlare dell'America e tutto il reesto.-

Posai la forchetta vicino al piatto e -Si.- dissi.

Aspettò qualche secondo, bevve un po' d'acqua e poi continuò a parlare.

-Cosa vuoi fare? Intendo, quanti giorni starai giù?-

Abbassai lo sguardo, l'idea di andare giù da sola non mi allettava molto. Avrei preferito avere un supporto per quando sarei tornata a Baltimora.

-Veramente volevo chiederti se volevi venire con me.- dissi a bassa voce. 

Lo sapevo che era tanto da chiedere, già io non ero tanto sicura di volere fare questo salto nel passato ma per lui era una cosa diversa.

Per quanto era doloroso ammetterlo, sapevo che lui aveva passato di peggio. Lui era rimasto li anche se ogni angolo gli ricordava violentemente qualcosa che aveva perso.

-Scusa non dovevo chiedertelo.- borbottai, non volevo causargli alcun peso. Mi alzai per prendere dell'acqua ma lui mi fermò.

-No,- disse velocemente -sono io che avrei dovuto chiederti se potevo accompagnarti. Non pensavo che fare questo viaggio da sola ti avrebbe aiutato davvero.-

Annuii, anche lui sapeva che ero una persona debole. Non me ne vergognavo, e non incolpavo lui per questo.

-Vuoi che io venga con te?- chiese dopo poco. 

Mi guardai intorno prima di sedermi lentamente sulle sua ginocchia, gli presi il viso tra le mani e esssarvai i suoi occhi, così blu, così belli. Non mi stancavo mai di quel colore, che se pur simile, non sarebbe mai stato uguale al mio. 

Gli diedi un leggero bacio, lui sorrise quando dissi -Si.- e mi baciò ancora. Perchè infondo questo viaggio lo facevamo sopratutto per noi, per cancellare e aggiustare le questioni in sospeso che avevamo lasciato la. Pensai a Calum, pensai a se l'avrei mai rivisto e se il rivederlo mi avrebbe fatta soffrire ancora di più. Luke avrebbe voluto vederlo? 

Io non potevo essere nella sua testa, non potevo capire a cosa stesse pensando o a cosa aveva pensato quando aveva saputo delle condizioni di Calum, che si era dato la colpa lo sapevo già. Ma non era una cosa completamente corretta, dentro di me sapevo che tutti eravamo colpevoli dell'assenza di Ryan, tutti avevano contribuito a portarla sul baratro e farla cadere oltre. 

Sarebbe stata una consapevolezza e un ricordo che mi sarei portata dentro al petto fino alla fine dei miei giorni.

Iniziai a piangere mentre le sue labbra si scontravano contro le mie, non seppi mai il vero motivo di quelle lacrime. Forse piansi per l'emozione o forse piansi perchè in quel momento capii che Luke ci avrebbe davvero provato ad esserci per me.

Disconnect 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora