15

271 24 5
                                    

Sbagliando o no, Yoongi aveva in testa di chiamare la sua opera con il nome del castano, quasi per scherzo o per gioco, era riuscito a trovare un idea da sottoporre al suo esaminatore.

Era una macchia, uno schizzo sul foglio e gomma da cancellare nei polsini della sua felpa troppo lunga e larga, che gli copriva il corpo esile e allo stesso tempo forte, come avrebbe detto Taehyung.

Le cinque rintoccarono nell'orologio a muro della sua camera e decise di uscire fuori.
Vide il corpo del ragazzo accoccolato sulla sedia e una sigaretta appoggiata nel posa cenere, vecchia scultura di Yoongi, forse di due o tre anni fa, ormai piena di polvere e tabacco.

"Fa male fumare così tanto"
"Fa più male tenersi quello che hai dentro stella"

La sua voce ovattata dal fumo e dalla posizione scomoda sulla sedia, anche se a vedere il suo corpo così bello e gentile, sembrava la più comoda del mondo, quelle parole risuonavano nella sua anima scuotendola forte, era così bravo a capirlo a leggere i colori del suo cuore.

"Allora, parliamo"
"Vorrei dare il tuo nome alla mia opera, lavorare come architetto, averti a casa pieno di acrilico e colori ad olio ad aspettarmi e sposarti, consumando la tua libertà e il vento che ti scorre tra i capelli, quel retrogusto amaro delle tue sigarette nei vestiti mi darebbero solo più forza nello svegliarmi la mattina con tu che ti rigiri nelle coperte"

Tagliò la testa al toro, o forse del tutto la sua, sputando quelle parole così decise, Taehyung non si era mosso di un centimetro, si faceva accarezzare dal vento freddo, mentre la sua camicia si muoveva con lui, per sedersi in modo più ordinario.

"Lo vorrei anche io Yoongi, aspettarti a casa, sposarti e sentire il mio nome ogni volta che parlerai della tua opera"

𝐋𝐀𝐁𝐘𝐑𝐈𝐍𝐓𝐇 || 𝐓𝐀𝐄𝐆𝐈Where stories live. Discover now