Qualcosa di inaspettato

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Questo capitolo è luuuuungo, e pieno di avvenimenti, quindi non me la sono sentita di spezzarlo in due.
Fatemi sapere cosa ne pensate😘
Buona lettura!

***

Sbattei leggermente le palpebre e, sbadigliando senza ritegno, mi misi a sedere. Avevo le membra intorpidite e formicolanti per aver mantenuto troppo a lungo la stessa posizione, così mi stiracchiai e feci scrocchiare con soddisfazione tutte le giunture.

«Ben arrivata, Rowan O'Brien. Ti stavo aspettando» mormorò una voce, ed io spalancai gli occhi di colpo, terrorizzata come un cerbiatto davanti ai fari di un'automobile.

Voltai la testa di scatto e misi a fuoco la figura di un uomo, seduta nella poltrona di fianco alla mia e protesa in avanti, verso di me.

Balzai in piedi ed indietreggiai, ma inciampai in un antico tappeto e caddi rovinosamente sopra ad un basso tavolino di vetro, che si ruppe in mille pezzi sotto il mio peso.

Incurante delle schegge e dei frammenti, gattonai all'indietro, spaventata a morte, ma l'uomo sollevò una mano verso di me: «Sta' tranquilla, Rowan, non sono qui per farti del male» mi disse.

Mettendo da parte il cieco terrore, sollevai lo sguardo verso di lui e lo studiai, cercando di capire se fosse saggio fidarmi o fuggire.

L'uomo indossava una veste nera, lunga fino ai piedi, dalle maniche larghe e a campana, e portava una semplice cintura di cuoio attorno alla cinta. I capelli, del colore della pece, erano lisci e lunghissimi e alcune ciocche, intrecciate a spina di pesce, erano ornate con foglie e bacche di sorbo.

Il suo viso senza età non presentava rughe, e un leggero sorriso increspava le sue labbra di una scura tonalità di rosso.

Quando il mio sguardo incrociò i suoi occhi, il respiro mi si mozzò in gola: le sue iridi erano di un viola brillante, diverso da qualunque cosa io avessi mai visto in vita mia.

«C-chi... chi sei?» balbettai, incantata e ammaliata davanti a quella creatura.

L'uomo accennò un sorriso e, senza rispondere, allungò una mano davanti a sé. Una forza dolce e rassicurante mi scivolò sulle membra ed io mi sentii sollevare da terra. I tagli sulla mia pelle, provocati dalle schegge di vetro, si rimarginarono da soli, e i cocci sul pavimento si andarono a ricomporre, saldandosi fra di loro e andando a ricostituire il tavolino originario.

Aprii e richiusi la bocca un paio di volte senza emettere un suono, poi mi decisi a parlare: «Co... come hai fatto?».

L'uomo sorrise di nuovo e, dopo avermi adagiata sulla poltrona dalla quale mi ero alzata così frettolosamente, mormorò: «Non mi allontanare, per favore. Sono qui per aiutarti».

«Aiutarmi?» domandai, titubante, e un pensiero mi folgorò: «"Fidati del viola"... Rìan alludeva a te?» chiesi, fissando i suoi occhi incredibili.

«Sì. Speravo che così non ti saresti spaventata quando ti avrei fatto visita, ma a quanto pare non è stato sufficiente» mormorò, ridacchiando con tranquillità.

«Sai chi sono, Rowan?» mi domandò quindi l'uomo, chinandosi verso di me e osservandomi con sguardo serio.

Fui tentata di scuotere la testa, ma poi cambiai idea: «Qualcuno di tremendamente potente, se sei in grado di usare la magia anche qui dentro» commentai, sinceramente stupita.

Un sorriso divertito si aprì sul volto etereo della creatura e, davanti a tale splendore, il mio cuore accelerò i suoi battiti.

Era impossibile non rimanere folgorati dalla bellezza di quella fata, dal corpo scultoreo e dagli occhi tremendamente seducenti.

Sangue di DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora