La fuga

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Quando Finvarra fece la sua prima mossa, un sorrisetto impertinente comparve sul mio viso: con immenso sollievo, mi accorsi che la sua strategia sembrava davvero essere quella indicatami dal dio Dagda.

«Oggi mi sono persa» esordii ad un certo punto, «E mi sono ritrovata in una grotta dove c'era un quadro» continuai, e Finvarra annuì vigorosamente, facendo frusciare sinistramente le foglie e i rami della sua immensa corona.

«Immagino tu abbia visto Saraid» commentò, senza scomporsi minimamente.

«Era la promessa sposa di Lúg, non è vero?» domandai, lanciando un'occhiata al Generale e trovando i suoi occhi argentei, lucenti di cattiveria, già fissi nei miei.

«Lo era. Vuoi parlarci un po' di lei, amico mio?» domandò il sovrano al Generale, schernendolo.

«Fottiti, Finvarra» ringhiò l'interessato, stringendo i pugni fino a che le nocche non furono bianche.

«Sei amichevole come sempre...» mormorò Finvarra, mangiandomi un alfiere e dandomi la possibilità di mangiargli la torre, proprio come avevo provato con Dagda nel sogno.

Il sovrano arricciò il naso, ma non tradì altri segni di nervosismo.

«Saraid era una fata potente... una delle più potenti in assoluto, addirittura più di me. Era l'unica figlia di Dagda, e sarebbe diventata regina, se non fosse morta in battaglia, cercando di proteggere suo figlio» mi narrò Finvarra.

«Saraid era figlia di Dagda? E aveva un figlio?» domandai incredula, sgranando gli occhi e domandandomi perché diavolo Dagda non me ne avesse parlato.

«Sì e sì di nuovo. Il figlio di Saraid altri non era se non il capostipite della tua stirpe».

«Quindi io... discendo da Dagda?» balbettai, comprendendo solo in quel momento i gesti quasi paterni che il dio mi aveva da sempre riservato.

Da che lo avevo conosciuto, Dagda mi aveva sempre guardata con affetto e trattata con riguardo, come se fossi davvero importante per lui. Più volte mi ero chiesta delle motivazioni del suo comportamento, ma non avevo mai... neanche solo immaginato cosa si potesse celare dietro i suoi gesti.

Dagda aveva avuto una figlia ed io, oltre ad essere l'ultima rappresentante della sua stirpe, ero anche quasi identica a lei.

Perché non ne aveva mai fatto parola con me, dannazione?!, mi domandai, irritata e anche un poco ferita dal comportamento del dio.

«Esatto» gongolò Finvarra, «E questo è uno dei motivi per cui sei così interessante. Ti abbiamo rapita per un motivo, Rowan, e non è solo per far uscire di senno il tuo fidanzato... o meglio, ex fidanzato» mormorò il sovrano, ghignando come un lupo.

«Cosa... cosa c'entra Rìan?» domandai, bloccandomi con una pedina a mezz'aria.

Dopo giorni e giorni di silenzi e sviamenti, Finvarra sembrava finalmente sul punto di rivelarmi parte dei suoi segreti... e io non riuscivo a comprendere il motivo della sua improvvisa loquacità.

«Oh, non ci eri arrivata?» rise di nuovo, deridendomi, «Rìan O'Neill, il tuo ex fidanzato. Un tipetto pericoloso, non c'è che dire... da quando sei scomparsa ci ha dato del filo da torcere, ma è terribilmente divertente vedere come si stia lentamente distruggendo per colpa tua. Fra non poco non rimarrà che il fantasma di ciò che era» mormorò con voce leggera.

«E a quel punto sarà una gioia, per me, possederlo. Non mi combatterà nemmeno... La sua anima sarà così logorata che il suo corpo accetterà con piacere la mia» si intromesse Lúg, sfregandosi con aria compiaciuta la barba di un paio di giorni.

Sangue di DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora