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🔺️ In questo capitolo sono presenti contenuti espliciti. 🔺️

Sono solo le due del pomeriggio e siamo nel mio ufficio dalle nove di questa mattina.
Serena ha preso un giorno libero a lavoro per aiutarmi con le scartoffie del suo caso contro la "NG Group".
Le aziende studiano per mesi le strategie di marketing dei loro brand e vedersi soffiare i progetti da sotto il naso è un qualcosa di frustrante, a dir poco.

Rileggo ogni paragrafo, scrupolosamente e lei fa lo stesso, anche se ormai credo che abbia imparato a memoria, riga per riga, tutto il contenuto del fascicolo. La stanchezza comincia a farsi sentire e alzo gli occhi dai fogli per qualche minuto. Riempio due bicchieri con l'acqua che ho fatto portare dalla mia segretaria, uno per me e l'altro per Serena. Però lei è così concentrata su quello che sta facendo, che neanche se ne accorge. Ha legato i capelli in una coda e tiene l'estremità superiore della matita tra le labbra. Vista così sembra tornata una ragazzina. Mi scappa un sorriso e torno a quello che avevo lasciato. La mia concentrazione, però, non è più la stessa.

Senza rendermene conto, mi perdo nel ricordo di questa notte...
[Clara è tra le mie braccia e finalmente ha smesso di piangere. Siamo rimasti abbracciati, in silenzio, per almeno quindici minuti. La porto con me sul divano e cerco il contatto visivo, che lei invece vuole evitare. È così orgogliosa da non permettere nemmeno a me di vederla piangere.
Poi si asciuga gli occhi e si decide a guardarmi. I suoi bellissimi occhi verdi sono pieni di venuzze rosse e mi sento colpevole, ma provo a non farlo trasparire. Voglio evitare che lei si chiuda di nuovo, vietandomi di mostrarle affetto. Cerco le parole giuste per aprire il discorso, ma al momento sono a corto di idee. Ho paura di sbagliare.
Fortunatamente ci pensa lei. "So che ti avevo detto di volere solo sesso e che poi mi sono insinuata nella tua vita sempre di più. Mi dispiace. Però io mi vedo solo con te. Potevi dirmelo che c'era un'altra."

"Cosa? Clara, non c'è nessun'altra. Che dici? Serena è la moglie del mio migliore amico. Mi ha assunto per un problema legale. Cioè, la sua azienda mi ha assunto." Mi sento come se fossi davanti ad una giuria che ha la capacità di leggermi nel pensiero. Clara mi fissa negli occhi e la paura cresce in me sempre di più.

"Vuoi dirmi che guardi così tutte le donne?" Incrocia le braccia e corruga la fronte.

Ok, ora mi sento giudicato. "Scusami, così come?"

"Mi prendi in giro? Potevo immaginare senza problemi cosa sarebbe successo se non fossi arrivata io. Il tuo amico lo sa?"

La mia mascella scatta e sento i nervi della faccia contrarsi. "Non c'è nulla da sapere."

"Puoi anche negarlo, ma lei lo voleva quanto te." Mi punta il dito sul petto e mi guarda con la soddisfazione di chi ha appena fatto la scoperta dell'anno.]

Ci ripenso ancora e non riesco a fare altro che chiedermi se abbia ragione. Scuoto la testa per liberare la mia mente da questi pensieri assurdi e torno a concentrarmi sul mio lavoro.
Serena guarda verso di me, poi riabbassa lo sguardo.
La temperatura nella stanza sembra improvvisamente più alta di qualche grado.
Mi metto in piedi e sfilo via la giacca, arrotolando le maniche della mia camicia bianca, che profuma ancora di bucato fresco misto a qualche spruzzatina di Eau d'Issey. Subito dopo tocca alla cravatta e al primo bottone del colletto. Aggiusto il mio orologio da polso e mi passo una mano tra i capelli prima di sedermi. Sistemo i fogli che ho tra le mani battendoli piano sulla scrivania e mi metto comodo.

D'accordo, l'ho fatto per attirare la sua attenzione, ma le parole di Clara nella mia testa sono come un tarlo che non smette di scavare. Ho bisogno di sapere se ha ragione.
Alzo lo sguardo di scatto e mi accorgo che ha abboccato. Mi sorride imbarazzata perché si è fatta beccare. Non ha capito che l'ho fatto di proposito.

La moglie del mio migliore amico è off-limitsWhere stories live. Discover now