19.

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Clara ha insistito tanto, affinché la portassi con me in ospedale, ma ho preferito lasciarla con mia madre che le si è proposta per una mattinata di shopping tra donne.
Dopo qualche minuto di riflessione, si è rassegnata ed ha accettato la proposta, a patto però che le racconti ogni cosa al mio ritorno, anche se dovessi incontrare Serena,  e che non mi lasci andare a zuffe da bar, nel caso qualcosa non andasse per il verso giusto.
Le ho ribadito che sarebbe andato tutto bene e, dopo averle dato un grosso bacio, l'ho lasciata alle cure di mia madre.

Sono qui già da quindici minuti che fisso Claudio, intubato e incosciente, e solo ora mi rendo conto di quanto avrei bisogno di averla accanto. Non avrei mai immaginato che vederlo in questo stato mi avrebbe causato questo forte senso di smarrimento e colpevolezza, quasi da farmi pensare che sarebbe stato più giusto se ci fossi stato io nel letto al posto suo.
Sono sempre stato consapevole di aver procurato dolore a più persone e mi sono sempre sentito in colpa, ma è lui quello finito in coma dopo aver fatto un volo di quattro piani. Ringrazio il cielo che non sia morto e prego affinché si salvi e torni ad essere quello di sempre.

Il dottore, finalmente, mi raggiunge nella stanza. «Buongiorno», mi stringe la mano, «È un parente?» controlla la cartellina appesa ai piedi del letto, poi da un'occhiata ai monitor e gli controlla le pupille.

«Siamo amici.» Deglutisco sonoramente «eravamo... siamo come fratelli.»

«Sa darci qualche indicazione su come contattare la signora Lerti?» Scuoto lentamente il capo, mentre continuo a fissare Claudio. «Va bene.»

Rivolgo la mia attenzione al dottore. «Si riprenderà?»

Fa un grosso respiro. «La situazione è critica, ma confidiamo in una lenta guarigione. Tutto dipende dai tempi, ma non sappiamo per certo quanti e quali danni riporterà a livello neurologico. Non ci resta che attendere.» Mi strizza appena la spalla e lascia la stanza.

Mi lascio cadere seduto sulla sedia e porto le mani alla testa. Che cosa ho fatto? Che cosa "abbiamo" fatto? È tutto così assurdo. E Serena dove diavolo è finita? Possibile che sia davvero così cattiva da fregarsene di Claudio in questo modo?
La testa sembra scoppiarmi e non riesco a trovare una spiegazione a tutto questo. Come ha potuto pensare che lanciarsi nel vuoto fosse l'unica soluzione?
Più ci penso e meno sono convinto dell'accaduto. Claudio non l'avrebbe mai fatto. Però è lui quello in un letto d'ospedale, è lui quello intubato, quello con le speranze di vita ridotte e un futuro incerto.

Mi alzo e mi dirigo verso la finestra della stanza. Tutto fuori mi sembra sbiadito e ripenso al nostro ultimo incontro, a quella testa abbassata, sconfitto dalla verità. Non si era dimostrato certo migliore di me. Ha tradito Serena e non ha provato neanche a giustificarsi con me che sono sempre stato il suo confidente. Non so niente di quel periodo, il vuoto assoluto. Però, nonostante tutto, so che lui non sarebbe mai ricorso a un gesto tanto estremo.
E Serena? Un pensiero buio si fa spazio dentro di me. Può mai essere arrivata a tanto?  Scuoto il capo per spazzare via subito quel pensiero. Non può essere, mi rifiuto di crederlo.
Se solo sapessi dov'è, potrei dare l'informazione alla polizia e aspettare che le indagini facciano il loro corso.
Purtroppo non ho un altro modo per contattarla, se non quello che hanno già provato.

Mi volto a guardare di nuovo Claudio. «Torna presto tra noi. Dobbiamo sapere cosa è successo nell'appartamento e farla pagare a chi ti ha ridotto in questo stato, perché io non lo accetto. Non accetto che tu possa aver compiuto un gesto così estremo!» stringo i pugni e una lacrima scivola sul mio viso. «Mi dispiace, amico mio. Se potessi tornare indietro, cancellerei tutti i miei errori.» gli tengo la mano e la stringo forte «ma ce la farai anche questa volta e ti giuro che farò in modo che tu mi perdoni.»

La moglie del mio migliore amico è off-limitsWhere stories live. Discover now