12.

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*** In questo capitolo sono presenti contenuti espliciti. ***

Il vino gira nel calice, lasciando un alone scuro sul vetro brillante. Il liquido segue i movimenti circolari del mio polso, mentre mi perdo ancora tra i ricordi che mi hanno lasciato un segno dentro, proprio come questo rosso corposo e fruttato fa nel bicchiere.
La vista dall'attico di Luca sulla città è da lasciare senza parole, ma come ogni cosa in questo periodo, non riesco a godermela come si dovrebbe.

«Quindi cosa pensi di fare?» Luca rompe il silenzio calato nella stanza e viene dalla cucina con un tagliere di formaggi.

«Riguardo a cosa?»

«Scherzi?» Si siede sulla poltrona di fronte a me e adagia il tagliere sul tavolino basso. Prende la bottiglia e riempie il suo calice ormai vuoto.

Faccio un respiro profondo e butto giù quello che resta del mio vino. «Vorrei avere il coraggio di mettere in pratica i miei desideri, ma ogni volta faccio un passo indietro. Così è passato un altro mese senza fare nulla.» Gli indico il mio calice per farglielo riempire.

«È molto più di un'attrazione, Daniele. Ti sei innamorato di quella ragazza e non te ne rendi conto perché è la prima volta che ti capita. Credimi, so bene cosa significa.»

«So solo che non mi sento più lo stesso da quando lei non è più con me.»

Luca prende il suo cellulare. «Scusa, devo rispondere.»

Gli rivolgo un cenno d'assenso e riprendo a sorseggiare il vino che ho appena versato, mentre lui si allontana.
Mi metto in piedi e raggiungo il balcone che dà sulla città. Fuori, il fresco della sera procura sollievo dal caldo soffocante di questi giorni. Le luci della città incantano la vista. Il rumore del traffico, odioso quando ci sei immerso, fa da sottofondo ai miei pensieri e riesco addirittura ad apprezzarlo. Mi chiedo dove sia Clara e se per puro caso pensi a me, qualche volta. Avrei potuto riempirlo di botte quel tizio del bar, se solo non fossi stato così impegnato a trascinarla fuori da quel posto. Non credevo di poter arrivare a tanto.
Infilo le mani in tasca e mi godo ancora un po' il panorama, riempiendo i miei polmoni con respiri profondi.

«Ti piace qui?» Luca mi raggiunge in balcone.

Annuisco «è davvero un bell'appartamento.»

«Certo non è una villa come casa tua, ma credo che sia un vero gioiellino. Non ci sono molti attici in città.»
Mi sfugge un sorriso amaro, che Luca non si perde. «Che c'è?»

«Adoravo avere uno spazio così grande tutto per me. Ora invece mi fa solo sentire più solo.»

«E se ti dicessi che ho la soluzione ai tuoi problemi a portata di mano?» Lo guardo dritto negli occhi, perplesso, e lui mi sorride. «Diciamo che per puro caso frequento un'artista della fotografia e che, sempre per puro caso, una settimana fa sia stata ingaggiata da un importante atelier per il loro nuovo catalogo, dove l'indossatrice di punta è una bella donna di nome Clara.»

«A cosa stai pensando?» mi agito un po' e sfilo le mani tremanti dalle tasche.

«Sara non poteva essere qui stasera, perché aveva da organizzare il set per le foto. Con Clara. A quanto pare hanno legato fin da subito e lei le ha parlato di te.» Sento il mio cervello mettersi in moto, riproponendo diverse congetture, ma la mia bocca sembra incollata, incapace di dare voce ai miei pensieri. Luca percepisce il mio stato confusionale e mi invita a sedermi. «Amico mio, credo di non averti mai visto in questo stato. Dov'è finita la tua sicurezza? Una volta sembravi addirittura cinico. Guardati ora. E poi non venire a dirmi che non è amore.» Mi da una pacca sulla spalla «mi basta un messaggio e in men che non si dica entreranno insieme da quella porta.» Indica la porta d'ingresso oltre il salone. «A te la decisione.»

La moglie del mio migliore amico è off-limitsWhere stories live. Discover now