5.

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Le mani di Clara passano in rassegna il mio corpo, mentre la tengo stretta tra le mie braccia e continuo a baciarla. Ogni volta che sono con lei mi sento risucchiato in un vortice di passione. I suoi respiri e i miei, bocca contro bocca. Solo così riesco a spegnere il continuo trantran che ho nella testa. E ancora, intreccia le dita nei miei capelli ed esco fuori di testa.

Stremati, ci lasciamo cadere sulla schiena.
«È stato incredibile», dice con il fiatone e io non posso che essere d'accordo con lei.

Sorrido soddisfatto e faccio per voltarmi verso di lei, ma, con una spinta, si siede al lato del letto per rivestirsi. Questo suo atteggiamento mi ha colto di sorpresa. Tutto ciò che sento è uno strano smarrimento. «Che fai?»

«Non si vede?» sorride e continua a raccogliere i suoi vestiti sparsi per la stanza.

Resto immobile a guardarla e lei mi rivolge un finto sguardo dispiaciuto. Ho sempre apprezzato il fatto che andasse via dopo il sesso, senza richieste o implicazioni sentimentali. Ora però, non posso negare di sentirmi un tantino usato. Dopo quello che ci siamo detti questa notte e soprattutto, dopo che ho accettato la sua richiesta di restare da me per qualche giorno. «Tutto qui? Quindi non è cambiato nulla rispetto a qualche giorno fa?»

«È cambiato tutto invece. Ti ho raccontato delle cose di me e abbiamo confessato i nostri pensieri più profondi.» Tira giù la maglia e infila le scarpe. Neanche mi guarda, mentre mi parla.

«Capisco. Quindi è tutto qui quello che abbiamo?» poggio i palmi sul letto.

Lei sorride di nuovo, ma non sembra per niente divertita questa volta. «Quindi fammi capire una cosa», si avvicina di nuovo al letto e l'espressione sul suo viso non promette nulla di buono, «passi la giornata in ufficio con lei, la guardi, la desideri, immagini di scopartela. Poi corri da me per mettere a tacere il tuo desiderio inappagato e sei tu a sentirti usato? Perché è così che ti senti, giusto?»

Scuoto la testa con un movimento appena percettibile. La frustrazione che vedo nei suoi occhi mi fa sentire un vero idiota. Quello che dice non è del tutto falso, ma neanche completamente vero. Scendo dal letto e cammino verso di lei.
Clara mette le mani in avanti e mi intima di non fare neanche un passo in più.
«Forse hai ragione. Ora ci conosciamo un po' meglio e non per questo dobbiamo comportarci diversamente. Se il sesso è quello che ci fa stare bene, dovremmo continuare a farlo, senza ulteriori complicazioni.» Ignoro la sua richiesta e mi avvicino ancora di più «e sì, la guardo e mi piace farlo. Hai ragione, lei mi piace.»

«Ecco, vedi? Meglio essere sinceri e non farsi illusioni.» I suoi occhi diventano lucidi, ma questa volta non mi fermeranno.

«Hai ragione su tutto, tranne che su una cosa.» Sono così vicino a lei che sento il suo respiro raggiungere il mio viso. «Non sono qui con te per appagare il mio desiderio di avere lei», con un braccio la stringo a me e sento che perde un po' di resistenza nelle gambe, «per tutta la mattinata non ho fatto che pensare a noi, alla notte appena trascorsa.» Le mie parole, soffiate sulle sue labbra, la fanno sciogliere tra le mie braccia. «Sono corso da te quando, ricordando la notte che abbiamo passato insieme, non sono più riuscito a trattenere la voglia di te.»

«Non prenderti gioco di me» dice, quasi senza forze.

«Non lo faccio.» Prendo le sue labbra tra le mie in un bacio famelico.

Le sue mani scivolano tra i miei capelli. «Non posso restare. Oggi lavoro.» Mi guarda negli occhi e quello che vedo è una donna soddisfatta.

«Era per questo che stavi andando via?»

Lei mi sorride e io mi rendo conto di essere caduto nella sua trappola. «Sei arrabbiato?» mi lascia un bacio delicato.

«Un po'.» Riduco gli occhi a due fessure e mi bacia di nuovo.

La moglie del mio migliore amico è off-limitsWhere stories live. Discover now