18 - The Instructions

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Stavo vivendo momenti di terrore puro. Non mi ero mai sentita in quel modo in tutta la mia vita e, in fondo, sapevo di essere una stupida. Avevo letteralmente paura di una risposta. Di un insieme di parole. Eppure, quella frase, avrebbe potuto farmi del male. Avrebbe potuto ferirmi. Più di un coltello, più di un pugno, più di una pallottola. Ed io non volevo che accadesse, ma da come si stavano mettendo le cose, sapevo che sarebbe successo.
Con mani tremanti recuperai il libretto di istruzioni che mi stava porgendo Harry e puntai gli occhi sul pavimento. Non potevo guardarlo in faccia mentre mi rifiutava.
“Kim, non voglio il tuo libretto di istruzioni.” Disse lui. “Voglio scoprirti da solo, ma tu devi darmi la possibilità di farlo.”
Alzai lo sguardo e incontrai il suo.
“Io…” Cominciai a dire.
“Vieni dentro, dai.” Replicò lui, porgendomi una mano e guidandomi all’interno dell’appartamento. Salutai Niall e Louis, che erano seduti nella zona giorno, e seguii Fossette nella sua camera.
“Non avrei dovuto arrabbiarmi per quello che è successo.” Cominciò il ragazzo, sedendosi sul letto e facendomi cenno di raggiungerlo.
“Ed io avrei dovuto fidarmi di te e accettare che non volevi dirmi il resto della frase per un buon motivo.” Continuai.
“Ehi, nessuno ha mai detto che sarebbe stato tutto rose e fiori o che non avremmo mai litigato, giusto? E poi sapevo a cosa stavo andando incontro quando ho deciso di venire a New York.” Disse lui. Lo guardai di traverso.
“Ah sì?”
“Beh sì. Non dimenticare che hai finto di non avere un numero di telefono, che ti sei rifiutata di baciarmi nell’oceano e che dopo il nostro primo bacio mi hai chiaramente detto di tornare in Inghilterra.” Rispose Fossette con un sorriso. “Ma io sono testardo, è sempre stato un mio difetto.”
“Non è che mi sono rifiutata di baciarti nell’oceano…”
“No, tecnicamente no, ma sono sicuro che se ti avessi baciata in quel momento poi mi avresti tirato un gigantesco schiaffo.”
“Non ti picchierei mai.” Replicai, accarezzando la sua guancia con le dita. Lui mi guardò per qualche secondo prima di avvicinare il viso al mio e darmi un bacio sulle labbra. Sentii il suo profumo, quel misto tra bagnoschiuma al sandalo e shampoo alla mandorla, e provai istantaneamente felicità.
Fossette era lì e, almeno per il momento, non sarebbe andato da nessuna parte.
“Comunque sembra che tu abbia lavorato parecchio al tuo libretto di istruzioni, quindi lo leggerò.” Dichiarò dopo qualche minuto, recuperando il plico di fogli dal letto. Sorrisi, leggermente imbarazzata. In quel momento quell’idea mi sembrava abbastanza infantile.
“È una cosa davvero stupida.” Borbottai, arrossendo.
Lui aprì la prima pagina e scoppiò a ridere.
“Okay, adesso dimmi perché non posso nominare la parola ‘piccione’ davanti a te.” Disse.
Rabbrividii.
“Perché ho subito un trauma da bambina.” Risposi, ricordando con orrore quell’episodio. “Uno stupido pennuto mi è volato addosso e mi ha fatta spaventare tantissimo, sono caduta e mi sono sbucciata il ginocchio. Ero nel cortile in una delle Case Famiglia e dopo quell’episodio gli altri bambini non hanno smesso di prendermi in giro un secondo. Da quel momento sono terrorizzata dai piccioni.” Raccontai. “È una paura stupida e irrazionale, ma non posso farci niente. Quando li vedo che volano troppo vicini a me comincio ad andare in panico.”
“Una ragazza coraggiosa come te spaventata da un pennuto?” Disse lui. Si tratteneva a stento dal ridere.
“Non prendermi in giro.” Lo avvisai.
“Scusa, ma è divertente. Non hai avuto paura a trasferirti dall’altra parte del mondo per questo lavoro e poi sei terrorizzata da un uccello.”
Ormai Harry rideva apertamente.
“So cosa stai facendo e non è divertente!” Esclamai. Ma stavo ridendo anch’io, perché avevo capito esattamente dove voleva andare a parare con quella storia. Fossette amava l’umorismo inappropriato ed era sempre il primo a fare battute a doppio senso. Non riusciva a trattenersi. “Okay, l’hai voluto tu.” Dissi e cominciai a fargli solletico. Mi aveva confessato di essere estremamente sensibile solo qualche giorno prima, e avevo intenzione di utilizzare quell’informazione contro di lui.
“No!” Esclamò lui, ritraendosi immediatamente. “No, no, ti prego, no! Devo continuare a leggere le tue istruzioni!” Aggiunse tra una risata e l’altra. Decisi di smettere di torturarlo, ma ero pronta a riprendere a fargli solletico.
“D’accordo, tregua.” Acconsentii.
Fossette si ricompose e riprese il libretto.
“Mi piacciono le foto che hai usato, comunque. Sono tutte tue?” Mi domandò. Annuii. Avevo utilizzato scatti che avevo collezionato nel corso degli anni e ne avevo trovato uno per ogni pagina.
Il ragazzo continuò per un po’ a leggere e poi si voltò a guardarmi.
“Qui c’è scritto che hai un discorso da farmi.” Disse. Aveva raggiunto l’ultima pagina ed io avevo cominciato a sentirmi nervosa.
“Sì.” Dissi. Mi schiarii la voce. Inspirai ed espirai profondamente per un paio di volte. “Avevo una serie di regole e convinzioni prima di conoscerti. La prima era assolutamente quella di non lasciarmi più fregare da un ragazzo, dall’amore. Volevo venire a New York, fare carriera e non volevo venire distratta da niente e nessuno. Pensavo di odiare tutto quello che aveva a che fare con il romanticismo e poi sei arrivato tu. Sei spuntato davanti alla mia porta e qualcosa è cambiato dentro di me. A dire la verità qualcosa è cambiato dalla prima volta che mi hai rivolto la parola. Non so esattamente cosa. Sono terrorizzata da quello che provo per te, soprattutto perché ci conosciamo da così poco tempo.” Scossi la testa e sorrisi nello stesso momento. “Il fatto è che mi sento come se tu mi avessi rapito il cuore, e adesso hai il potere di distruggermi. Sono stata ferita da tante persone, ma non provavo per nessuno di loro quello che sento per te. Ho paura, Harry, ma…” Lui si avvicinò ulteriormente a me e prese le mie mani tra le sue. “Ma io credo di essermi innamorata di te dal primo momento in cui ti ho visto allo studio fotografico.” Conclusi. Non avevo idea di come fosse successo, ma Harry Styles aveva sciolto le pareti di ghiaccio del mio cuore. Fossette mi aveva fatta innamorare in pochissimo tempo.
Il ragazzo avvicinò il suo viso al mio e mi diede un bacio. Non disse nulla, ma quel gesto mi fece capire tutto. Quel gesto significò più di mille parole.
Accarezzai i suoi capelli e mi persi completamente in quel bacio. Non avevo mai provato nulla del genere, mi sentivo elettrica. Era come se stessi volando.
“Non ti farei mai del male.” Sussurrò contro le mie labbra. Poi appoggiò la sua fronte alla mia e mi guardò negli occhi. “In nessun modo.”
Un altro bacio. Quando Harry si allontanò leggermente da me mi accorsi che stavo tremando. Lo notò anche lui, perché mi prese tra le sue braccia e mi strinse a sé. Provai un senso di sicurezza nuovo e mi rilassai. Lui era lì. Quello che c’era tra di noi era reale. Mi aveva detto che si era innamorato di me ed ero riuscita a dirglielo anch’io. Eravamo una coppia. Eravamo Harry e Kim.
Provai il bisogno di sentirmi ancora più vicina a lui. Di essere sua. Lo baciai di nuovo e gli sfilai la maglietta. Lui circondò automaticamente la mia vita con le braccia e mi attirò più vicina a sé.
“Forse dovremmo chiudere la porta a chiave.” Sussurrò lui nel mio orecchio. Ogni parola provocò un lungo brivido lungo la mia schiena.
Annuii, pensando al povero Louis. Anzi no, si meritava di dover dormire sul divano dopo averci interrotti la volta prima.
Harry si avvicinò velocemente alla porta, la aprì e guardò fuori, forse per cercare il suo compagno di band. Quando lo vide sorrise.
“Lou, questa sera dormi sul divano!” Annunciò. Prima che l’altro potesse rispondere, Fossette chiuse la porta a chiave e tornò da me ridendo.
 
“Un po’ mi dispiace fare dormire Louis sul divano.” Mormorai. Harry aveva preparato la vasca da bagno e ci eravamo immersi insieme nell’acqua calda. Aveva anche acceso delle candele, perché era un inguaribile romantico. Non pensavo che potessero esistere ragazzi così. Credevo che fossero tutti un po’ burberi e che facessero fatica a mostrare affetto o amore alle proprie ragazze. Invece mi sbagliavo. Fossette era perfetto.
Appoggiai la schiena contro il suo petto e mi lasciai coccolare da lui. L’aria profumava di bagnoschiuma al sandalo, quello che aveva usato per creare nuvole di schiuma. Non avrei cambiato assolutamente nulla.
“Non preoccuparti, non sarà scomodo. Il divano si trasforma in un letto matrimoniale. Se lo merita, dopo tutti i calci che mi ha tirato.”
Ridacchiai. Fossette tirò fuori una gamba dall’acqua e mi mostrò un livido.
“Come sei sexy.” Lo presi in giro. Mi girai su me stessa e lo guardai negli occhi. C’era qualcosa di estremamente rilassante nell’essere in una vasca da bagno insieme a Fossette. Non avevo mai fatto nulla del genere con nessuno e mi sembrava quasi strano il livello d’intimità che avevamo raggiunto in così poco tempo. Era come se ci conoscessimo da anni. Sfiorai con un dito il suo tatuaggio a forma di farfalla e sorrisi.
“Ti piace?” Mi chiese lui. Alzai lo sguardo e incontrai il suo. “Sei la prima persona che non mi dice che è orribile.”
“È strano.” Risposi, puntando di nuovo gli occhi sul suo torso. “Però mi piace. Adesso penserò a te ogni volta che vedrò una farfalla.”
“In fondo tutto di noi è strano, no?” Mi domandò lui. “Il modo in cui ci siamo conosciuti – quante persone conosci che possono davvero dire che il cane ha mangiato loro un documento? – la tua reazione quando ci siamo presentati, la nostra relazione in generale…”
“Già.” Dissi io. “Sarà ancora più strano quando tu non sarai più in pausa, ma sarai ogni giorno in una città diversa e dovremo combattere con il fuso orario.” Mormorai.
“Ehi.” Replicò lui. “Non pensiamoci adesso. Godiamoci questo momento.”
Annuii, anche se, nel retro della mia mente, continuai a pensare a cosa sarebbe successo in futuro.
Decisi che era arrivata l’ora di distrarsi, così spostai le dita sulle sue guance, accarezzai i suoi capelli e lo baciai. Istantaneamente mi dimenticai di qualunque cosa e pensai solo a lui, alle sue labbra, all’elettricità che si era creata tra di noi. In momenti come quelli Fossette diventava il mio mondo, l’unica cosa a cui ero in grado di pensare.
 
***
 
Era così che ci si sentiva quando si era innamorati? Harry ed io avevamo passato un mese intero insieme. Ci vedevamo tutti i giorni dopo il lavoro ed era strano come ci conoscessimo bene. Pensavo che nessuno, a parte Cassie, potesse capirmi così bene e poi era arrivato lui. Sembrava che anticipasse ogni mio bisogno, ogni mio pensiero. Ed io facevo la stessa identica cosa con lui. Eravamo compatibili al cento percento. Anzi, forse persino di più. Era possibile? Non ne avevo idea, ma stavo vivendo qualcosa di fantastico.
Pensavo costantemente a lui e riuscivo a collegare qualsiasi cosa a lui. Ero in fila da Starbucks al mattino per comprare il caffè a Sophia? Il barista con i capelli ricci me lo ricordava. Oppure leggevo sul tabellone il nome del suo drink preferito e cominciavo a sorridere. Prendevo la metro per tornare a casa la sera? Trovavo quasi sempre qualche ragazzina fan della sua band, che magari stava ascoltando le sue canzoni. O qualcuno che aveva una sua foto come sfondo sul cellulare. Oppure mi perdevo a pensare ai suoi occhi e il sorriso nasceva spontaneo sulle mie labbra.
Mi sembrava di vivere in uno stato di felicità costante e di camminare sulle nuvole. Non avevo mai provato niente del genere e pregavo perché tutto ciò non finisse mai.  
Elle mi diceva sempre che la mia storia con Harry era nella fase “luna di miele” ed io volevo che durasse per sempre, perché era la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
“Guarda che in poco più di due mesi sei veramente cambiata tanto, Cassie.” Disse Piper. Era un sabato pomeriggio e le mie coinquiline ed io avevamo deciso di passare un po’ di tempo insieme in una caffetteria poco lontana dal nostro appartamento. Era il primo weekend in cui non avrei visto Harry, perché sua madre, sua sorella e il suo patrigno erano venuti a trovarlo dall’Inghilterra ed era andato a prenderli all’aeroporto. Poi avrebbe cenato con loro e me li avrebbe presentati il giorno successivo. Ero agitata, ma non più di tanto. Fossette mi aveva parlato tanto della sua famiglia, ormai sapevo tutto di loro.
“A volte penso di non riconoscermi più.” Rispose la mia gemella. Le sorrisi. Era un gesto un po’ colpevole, perché mi ero persa a pensare a Harry, come al solito, e mi ero persa parte della sua risposta.
“Due mesi fa non avresti mai pensato di essere la Scopamica di Zayn Malik?” Le chiese Elle.
Cassie arrossì violentemente di fronte a quel nuovo termine e abbassò lo sguardo.
“Abbassa la voce!” Sibilò. “È una cosa che non avrei mai pensato di fare. Mai e poi mai. Non con Zayn Malik, non con nessuno. Eppure funziona, perché non mi sono mai sentita così viva e felice come in queste settimane.” Replicò dopo qualche secondo.
“E tu, Kim?” Mi chiese Elle. “Anche tu mi sembri cambiata radicalmente.”
“Io non so nemmeno come definire il mio cambiamento.” Risposi. “Fossette è la cosa migliore che sia capitata nella mia vita. Avevo perso le speranze, pensavo che l’amore fosse una cazzata inventata dagli scrittori e invece pare proprio che esista.”
“Ma certo che esiste!” Esclamò Cassie. “Non è un mito come il mostro di Loch Ness!” Aggiunse, facendoci scoppiare tutte a ridere.
“Comunque voi fate tante domande a noi, ma dovete dirci qualcosa. Vero, Piper?” Domandai, puntando lo sguardo sulla mia amica. Lei arrossì e sorrise.
“Non devo dirvi nulla.” Mentì.
“Certo, come no. Quindi ieri sera non ti ho sentita parlare con Niall su Skype?” Chiesi. La ragazza assunse un’espressione sorpresa. “Vi ho sentiti mentre sono andata in cucina a prendere un bicchiere d’acqua. Sembravate… amichevoli.”
“Beh, ecco…” Cominciò lei. Era sempre rossa e imbarazzata. “Ci siamo scambiati il numero e i contatti e ci sentiamo spesso. Lui mi piace parecchio, ma credo che mi veda solo come amica.”
“Perché dici questo?” Domandò Elle.
“Quando parliamo mi tratta come uno dei ragazzi. Fa le battute che farebbe davanti a loro, usa un linguaggio particolarmente volgare e parla di altre ragazze.” Replicò lei. Il sorriso imbarazzato di pochi secondi fa si trasformò in un’espressione triste.
“Oh, siamo sempre in tempo a cambiare le cose, Pips.” Replicò Elle.
“E come?”
“Dobbiamo semplicemente fargli vedere che sei una ragazza anche tu. Non preoccuparti, lascia fare a me e diventerai Piper Horan in pochi mesi.” Scoppiammo di nuovo tutte a ridere. Era bello passare del tempo con le mie amiche. Era bella la mia nuova vita. “Vi ricordate il ragazzo che ho conosciuto in ufficio? Il collega che mi ha chiesto un consiglio su come liberarsi di una ragazza con cui non voleva avere assolutamente nulla a che fare? Beh, lui mi vedeva come un’amica solo due settimane fa.” Continuò la ragazza, sistemandosi i capelli dietro le spalle. “Indovinate chi esce a cena insieme domani sera?”
“No!” Esclamai. “Ci sei riuscita?”
Elle annuì e sorrise.
“Sapevo che ce l’avresti fatta.” Commentò Cassie.
“Ragazze, io vado a prendere un altro muffin, sto morendo di fame!” Esclamai, alzandomi dalla poltroncina su cui mi ero accomodata. Raggiunsi il bancone della caffetteria, scelsi con attenzione il dolcetto che avrei voluto mangiare. Il barista lo sistemò su un piattino e mi disse di andare alla cassa a pagare.
“Pago quel muffin.” Dissi, indicando il piattino di fianco alla cassiera. Lei mi sorrise e si avvicinò a me, come se volesse dirmi un segreto.
“Non devi pagare nulla, perché quel ragazzo laggiù, quello che sta aspettando il caffè, ci ha già pensato per te.”
La guardai con espressione confusa, poi spostai lo sguardo su chi mi aveva regalato un muffin e strinsi gli occhi. Era attraente, ma perché uno sconosciuto avrebbe dovuto fare un gesto del genere? Era inquietante. Ma le buone maniere volevano che lo ringraziassi, così mi avvicinai e, una volta osservato meglio, notai che aveva un aspetto familiare.
“Grazie per il muffin, ma non dovevi.” Dissi con aria svogliata. Se ne sentivano di tutti i colori ai telegiornali. Non ero molto convinta a dare confidenza a quel tipo.
“Certo che dovevo. Non ci vediamo da così tanto tempo, K-Bomb!”
Qualcosa, dentro di me, sprofondò all’altezza del mio stomaco. Che cosa ci faceva Brian a New York? Quante erano le probabilità che ci incontrassimo così casualmente dopo anni?
  

The Butterfly Effect || [One Direction - Harry Styles]Où les histoires vivent. Découvrez maintenant