24 - The First Real Date

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Harry mi aveva promesso che avrebbe smesso di fare gesti romantici, ma per il nostro primo appuntamento non riuscì a trattenersi. A pranzo mi portò a fare un picnic al parco, tra i ciliegi in fiore e il sole caldo di fine aprile. Finalmente aveva smesso di nevicare e stavamo cominciando ad avere anche noi la primavera.
Poi avevamo iniziato a passeggiare nel parco come una coppia normalissima. Lui stava indossando un cappellino di lana e gli occhiali da sole e non l’aveva ancora riconosciuto nessuno. Forse perché stavamo camminando nelle parti meno frequentate di Central Park, ma fortunatamente non eravamo ancora stati interrotti.
“È diverso da quello che facciamo di solito.” Dissi. In quel punto del parco gli alberi facevano ombra e c’erano dei piccoli gazebo di legno in riva al lago artificiale. Non c’era nessuno intorno a noi. Ogni tanto passava qualcuno che faceva jogging o qualche scoiattolo attraversava il sentiero o si arrampicava su un albero, ma per la maggior parte del tempo eravamo soli.
“Ti piace?” Mi domandò Harry.
“Sì, mi piace tantissimo.” Replicai. Ed era la verità. Mi sembrava strano essere in pubblico con lui, ma nello stesso momento era bello. Così bello che provai l’impulso di prendere la sua mano. Ed io, prima di incontrare Fossette, pensavo che camminare mano nella mano fosse la cosa più idiota del mondo. “Ehi, non mi hai mai detto cosa ti hanno detto i tuoi quando ci siamo incontrati.” Aggiunsi dopo un po’.
Lui mi guardò per qualche secondo, poi scosse la testa.
“Nulla.” Mormorò e cominciò a fissare il sentiero.
“Nulla?” Sapevo che mi stava mentendo. Non era in grado di farlo.
“Mia madre mi ha detto una cosa, ma non voglio che ti arrabbi.”
Sapevo che le sue intenzioni erano buone, ma in realtà in quel modo non aveva fatto altro che farmi agitare.
“Posso sopportare tutto, Harry. Anche se tua madre ha detto che mi odia.”
“Non ti odia.” Replicò velocemente lui. “Mi ha solo detto di stare attento.”
Improvvisamente capii perché non mi aveva mai detto nulla. Erano passate settimane da quando avevo incontrato la sua famiglia e non eravamo mai tornati sull’argomento.
“In che senso?” Domandai. Ormai avevamo cominciato il discorso e lui sapeva benissimo che non avrei lasciato perdere.
“Mia madre è iperprotettiva, a volte dice cose senza senso.” Si giustificò lui.
“A cosa dovresti stare attento?” Chiesi di nuovo.
“Mi ha detto di non farmi spezzare il cuore da te.” Borbottò lui dopo un po’, senza guardarmi.
La madre di Harry credeva davvero che potessi fare qualcosa del genere? Forse aveva ragione, visto che l’avevo rifiutato più volte e avevo cercato di lasciarlo anche dopo la nostra prima volta. Ero una persona orribile. Persino sua madre se ne era accorta.
E poi c’era il fatto che ci saremmo dovuti dividere dopo poche settimane e nessuno dei due aveva la minima idea di cosa sarebbe successo. In quel momento decisi che sarebbe stato meglio infilare la testa sotto la sabbia ed ignorare il problema finché non ci sarei inciampata.
“Beh, probabilmente mia madre mi avrebbe detto la stessa cosa di te.” Scherzai. Mi obbligai a sorridere e a smettere di pensare alla sensazione orribile che provavo al petto. Quella era la nostra giornata. Il nostro primo appuntamento in pubblico. Non potevo permettere che nulla lo rovinasse, nemmeno la consapevolezza che da lì a poche settimane ci saremmo dovuti lasciare per sette, otto mesi.
“So che ci stai pensando anche tu, perché io non riesco a fare altro da settimane.” Disse Harry improvvisamente.
Mi voltai a guardarlo, ma non dissi nulla. Avevo capito quello che voleva dire. Annuii e basta.
“Supereremo l’ostacolo della distanza quando ci arriveremo, Kim.” Aggiunse. Non sembrava convinto. Sembrava che lo stesse dicendo per obbligarsi a crederci, ma vedevo dalla sua espressione che non era proprio il caso.
“Lo so.” Replicai. Harry strinse più forte la mia mano e continuammo a camminare in silenzio.
 
E lo stesso silenzio ci accompagnò per le successive tre settimane, tutte le volte che ci vedevamo. Sembrava che entrambi stessimo facendo una strana danza sulle uova. Nessuno dei due voleva romperle, ma loro erano lì e rendevano tutto più difficile.
Il giorno della sua partenza mi svegliai nel mezzo della notte, in panico. Mi allontanai da Harry, senza farmi sentire, e mi chiusi in bagno a piangere. Sapevo dal primo momento in cui l’avevo visto che sarei finita a fare una cosa del genere, eppure avevo deciso di uscire con lui lo stesso. Avevo permesso a me stessa di innamorarmi di lui e lo sapevo che avrei sofferto. Come avrei fatto a stare senza Harry per così tanto tempo?
Sentivo un peso sul petto, all’altezza del cuore. Avevo una brutta sensazione, come se sapessi che stava per succedere qualcosa. Qualcosa di più grande della partenza di Harry. Odiavo quella sensazione. Avrei voluto che sparisse.
Dopo essermi calmata e risciacquata il viso con dell’acqua fredda, tornai a letto e cercai di addormentarmi di nuovo di fianco a lui. Non riuscii a chiudere occhio, così quando suonò la sveglia del ragazzo - troppo presto – mi obbligai a sorridere e lo salutai con un bacio.
“Buongiorno.” Dissi. La voce mi tremava e mi sentivo come se potessi scoppiare a piangere da un momento all’altro. Ero un disastro, non sapevo come sarei riuscita ad arrivare al momento dell’arrivederci.
“Ehi.” Mormorò lui dolcemente, stringendomi a sé forse più del necessario. Come se volesse ricordare quella sensazione per sempre. Affondai il viso nell’incavo del suo collo e inspirai il suo profumo.
 
Cassie aveva dormito con Zayn. Anche se Niall era contrario a cominciare una relazione poco prima di partire per parecchi mesi, Zayn se ne era fregato e aveva chiesto alla mia gemella di diventare ufficialmente la sua ragazza. E lei aveva accettato, perché da brava inguaribile romantica, voleva avere la possibilità di vivere una fiaba con il ragazzo.
Piper, invece, aveva smesso di parlare con Niall dopo il bacio al cinema e lui non le aveva mai detto di essere interessato a lei. Aveva finto indifferenza e non l’aveva più contattata.
“È meglio così per tutti.” Aveva detto. E forse aveva ragione, visto quello che stavo provando quella mattina.
A colazione insieme a Cassie e al resto del gruppo non mangiai praticamente nulla. Avevo lo stomaco chiuso e volevo fermare il tempo. Volevo che Harry rimanesse con me per sempre e che non fosse obbligato a stare lontano da me per così tanto tempo. Per tre mesi ci eravamo visti praticamente tutti i giorni e dannazione, non mi ero mai innamorata di nessuno come l’avevo fatto per Fossette.
“Kim? Ti posso parlare un secondo?” Harry mi domandò dopo colazione. Gli altri ragazzi erano tornati nelle loro camere per finire di preparare i bagagli e Cassie aveva deciso di aiutare Zayn. Voleva passare più tempo possibile con lui prima di salutarlo, aveva detto. E la capivo. Oh, come la capivo.
Annuii e seguii Fossette nella stanza che all’inizio condivideva con Louis – che successivamente aveva deciso di trasferirsi in quella di Liam, perché era stanco di dormire sul divano – e chiusi la porta alle nostre spalle.
Forse Harry voleva salutarmi per bene in privato. Anch’io non avrei voluto piangere all’aeroporto, davanti a tutti. E sapevo che lui odiava farsi vedere piangere in pubblico, anche se era capitato qualche volta, me l’aveva raccontato.
Quando era stato eliminato a X Factor in Inghilterra non era riuscito a trattenersi e aveva cercato di asciugarsi le lacrime con il cappello di lana che aveva in mano, ma tutti avevano visto. E quel video era su YouTube, tutto il mondo poteva vederlo quando voleva.
Poi non era riuscito a trattenersi durante un’intervista dopo una performance andata un po’ male. Dopo aver cantato aveva cercato su Twitter tutti i commenti negativi nei suoi confronti e aveva pianto davanti a tanta cattiveria. Lui non capiva perché la gente che non lo conosceva davvero potesse odiarlo così tanto. E nemmeno io lo capivo, perché Harry era una di quelle persone che ti faceva innamorare di lui all’istante. Emanava energia positiva pura, era semplicemente adorabile.
E poi aveva pianto quando era andato in Africa durante un viaggio con il gruppo per beneficenza. Aveva visto i bambini in ospedale, le madri soffrire. Era dovuto uscire da quella stanza, perché non era riuscito a trattenere le lacrime. E anche quell’episodio era stato catturato dalle telecamere ed era online, visibile da tutto il mondo. E lui odiava il fatto che tutta quella gente potesse vedere il suo lato vulnerabile.
“Mi mancherai tantissimo.” Dissi, abbracciandolo e stringendolo forte. Mi ero abituata alla vita insieme a lui. Non avevo idea di come avrei fatto a resistere senza vederlo tutti i giorni. Senza baciarlo. Senza fare l’amore con lui.
“Kim…” Mormorò lui, allontanandomi leggermente. La sua espressione era strana. C’era qualcosa che non andava.
“Harry?”
“Kim, è meglio per entrambi se concludiamo qui la nostra storia.” Disse lui dopo qualche secondo. Lo guardai, sperando di non aver capito bene.
“Mi… mi stai lasciando?” Domandai. Ormai sentivo un gran peso sia all’altezza del cuore che allo stomaco. Avevo persino cominciato a tremare. Non poteva essere vero. Lui evitò il mio sguardo e puntò il suo sul pavimento. Aveva gli occhi lucidi. “Harry, non puoi lasciarmi.” Dissi.
“Non funzionerà mai tra di noi. Staremo lontani per otto mesi, Kim. Tra le prove e il tour, non ci vedremo per otto mesi. Come potrebbe funzionare? Soffriremmo entrambi e basta.” Replicò lui.
Sentii il mondo crollare sulle mie spalle e le lacrime cominciarono a scorrere sul mio viso.
“Non ti permetto di lasciarmi. Non dopo tutto quello che abbiamo passato in questi mesi.” Ribattei con voce tremante. “Non per un motivo così stupido.”
Harry chiuse gli occhi e rimase così per parecchio tempo. Immobile, in silenzio.
“Lo sto facendo per te. Tu non meriti questo. Meriti qualcuno che possa stare con te ogni giorno, che possa farti sentire amata, che possa farti vivere la storia dei tuoi sogni ed esserci sempre per te. Io non posso.”
Il tono della sua voce era basso e stava parlando lentamente. Le lacrime continuavano a rotolare sulle mie guance e mi sentivo vicina al crollo emotivo. Non potevo sopportare una cosa del genere. Non ero abbastanza forte.
“Non dire così.” Dissi. “Non dire che lo stai facendo per me, perché se tu stessi facendo davvero qualcosa per me… non mi lasceresti in questo modo. La verità è che stai per andare in tour, vuoi divertirti e sei un codardo. Ecco cosa sei.”
Essere arrabbiata con lui mi sembrava molto facile in quel momento. Ero furiosa. Avevo donato il mio cuore a Fossette e lui me lo stava restituendo rotto in mille pezzi.
“Io…” Cominciò a dire lui. Poi scosse la testa e vidi le lacrime rigare anche le sue guance. “Hai ragione. Ti sto lasciando perché non sono più innamorato di te.”
Fu come se mi avesse tirato un pugno nello stomaco. Lo sentii ribaltarsi ed ero sicura che se avessi mangiato qualcosa per colazione sarei stata male. Rimasi immobile davanti a lui, incapace di dire o fare qualsiasi cosa.
Harry non mi amava più. Avevo passato i tre mesi più belli della mia vita, mi ero innamorata con un’intensità mai provata prima e lui mi aveva lasciata. Perché non mi amava più. Aveva mai provato dei sentimenti per me? O era tutta una menzogna per passare tre mesi diversi dal solito?
Mi tornarono in mente le parole che mi aveva detto quando gli avevo confessato di essere innamorata di lui.
“Non ti farei mai del male. In nessun modo.” Aveva sussurrato sulle mie labbra. Menzogne. Erano tutte menzogne.
“Sei un maledetto bugiardo!” Esclamai poi. Ero furiosa, in quel momento avrei voluto distruggere tutti i mobili nella sua stanza. Invece mi avvicinai e gli tirai uno schiaffo. “Sei un maledetto bugiardo e ti odio. Vorrei non averti mai incontrato!” Aggiunsi.
Lui non disse nulla. Rimase lì in piedi, con la guancia rossa dove gli avevo tirato uno schiaffo, e lo sguardo rivolto verso il muro.
Lo odiavo così tanto che avrei voluto strappargli il cuore dal petto e calpestarlo, proprio come lui aveva appena fatto con me. Volevo che provasse almeno un quarto del dolore che stavo provando io in quel momento. E odio. Provavo così tanto odio da esserne spaventata.
Odiavo il giorno in cui l’avevo conosciuto, il modo in cui mi aveva guardata la prima volta, la sensazione delle sue labbra sulle mie, il calore del suo corpo, i suoi stupidissimi capelli, la sua voce, i suoi orribili tatuaggi e, soprattutto, odiavo me stessa per esserci cascata un’altra volta. Per essermi innamorata di lui dopo aver giurato che non mi sarei più fatta fregare dall’amore. Per essere stata insieme a lui per tre mesi e per essere stata fottutamente felice in quelle settimane. Mi odiavo per non essere stata in grado di stargli lontano, quando invece avrei dovuto.
Senza più dire nulla, recuperai la mia giacca dal letto, il cellulare dal comodino ed uscii dall’appartamento, sbattendo la porta e correndo fino a casa.
 
“Kim?” Cassie sussurrò, tirando appena indietro il piumone del mio letto. Emisi un grugnito e mi impossessai di nuovo delle coperte, infilandomi ancora più sotto.
Avevo passato tutto il weekend a letto e non avevo la minima intenzione di alzarmi. Avevo tenuto il cellulare spento, perché non sarei stata in grado di affrontare la mancanza di chiamate o di messaggi da parte di Harry. Nonostante tutto, continuavo a sperare che si pentisse di quello che aveva fatto e che cambiasse idea. Che mi chiamasse e mi dicesse che non era vero niente, che mi amava e che voleva stare con me per tutta la mia vita. Ma sapevo che la realtà era ben diversa, che non avrei ricevuto nessuna telefonata e allora avevo preferito tenere il cellulare spento.
“Vai via.” Mugugnai. Sentii la mia gemella sospirare e lasciare la stanza.
Da quando Harry mi aveva detto che mi voleva lasciare perché non era più innamorato di me, era come se qualcuno avesse strappato il mio cuore, lasciando un buco enorme nel mio petto. Un buco che non riuscivo a colmare in nessun modo. Continuavo a ripercorrere nella mia mente i tre mesi passati insieme, cercando qualche indizio, qualcosa che mi dicesse che era vero. Che lui non mi amava più e che non mi aveva mai amata. Che era stato tutto un terribile gioco. Ma niente di quello che ricordavo supportava quella teoria. Harry era sempre sembrato innamorato di me. Me l’aveva detto più volte, non riuscivo a capire cosa fosse successo. Cos’avessi sbagliato.
Più ci pensavo e più mi veniva voglia di rimanere sotto quel piumone per il resto della mia vita. Tanto non aveva più senso alzarsi. E la colpa era stata solo mia. Avevo dato io il potere a Harry di distruggermi. Lui l’aveva solo usato.
 
“Kim, vieni a mangiare qualcosa, ti prego.” Mi pregò Cassie quella sera. Avevo mangiato pochissimo in quei due giorni e solo perché la mia gemella mi aveva praticamente obbligata. Avevo lo stomaco chiuso e l’ultimo dei miei pensieri era stato il cibo.
Piper ed Elle rimossero il piumone e si sedettero ai piedi del mio letto.
“Devi uscire di qui e magari farti una doccia.” Disse Elle, storcendo il naso.
“È il mio cuore. Sta marcendo.” Borbottai con aria drammatica. “Ridatemi il piumone.”
“No.” Rispose Piper. “Ti abbiamo lasciata qui per due giorni. Adesso devi uscire e reagire, Kim. Non puoi rimanere lì sotto per tutta la vita.”
“Certo che posso.”
“Invece no. Adesso alzati, fatti una doccia e vieni di là. Mangiamo e poi facciamo una maratona di Criminal Minds.” Disse Cassie, porgendomi una mano e rivolgendomi un sorriso incoraggiante.
Sospirai. Non volevo alzarmi. Non potevano obbligarmi.
“La Kim Fletcher che conosco non si farebbe mai sconfiggere dall’amore e da un ragazzo. E non dimenticare che hai un lavoro a cui tieni tantissimo. Vuoi buttare via tutti i tuoi sogni in questo modo?” Mi domandò Elle.
Avevano ragione. Sapevo che ce l’avevano, ma io non volevo alzarmi, perché farlo avrebbe voluto dire affrontare il mondo ed io non ero pronta. Non senza Harry al mio fianco.
“Forza, se ti alzi vado anche al ristorante italiano in fondo alla strada a comprare le lasagne.” Disse Piper.
“D’accordo.” Mormorai dopo un po’. “Mi alzo e faccio la doccia. Ma solo perché domani devo andare al lavoro e non posso essere licenziata.”
Le mie coinquiline si guardarono e si scambiarono un’occhiata trionfante.
 
“Mentre mangiamo metti su E! Voglio vedere quelli della Fashion Police che prendono per il culo tutte le star.” Disse Elle. Dovevo ammettere che dopo essermi fatta una doccia e dopo aver mangiato il primo boccone di lasagne mi sentivo leggermente meglio. Certo, nulla poteva riempire il buco nel mio petto e niente avrebbe mai potuto farmi stare bene, ma almeno non mi sentivo più debole come prima.
Piper cambiò canale e il programma che voleva vedere la mia amica non era ancora iniziato, così guardammo l’ultima parte di quello prima, che parlava di gossip.
“Se Jennifer Lawrence è grassa, io sono un tricheco.” Commentò Piper, guardando le immagini dell’attrice che camminava sul tappeto rosso di qualche evento.
“Secondo me è una persona normalissima.” Intervenne Cassie. “Anzi, direi anche che è magra! Guarda quelle gambe! Io darei un braccio per avere il suo fisico. Invece sembro un ragazzino di dodici anni.” Continuò la mia gemella.
“Dopo essersi lasciato con Kendall Jenner, Harry Styles non è stato visto con nessuna ragazza per parecchi mesi. È stato attento a non farsi vedere da nessuno per tutta la durata della pausa della band, anche se parecchie fonti dicono di averlo visto spesso a New York City. In questi giorni stanno cominciando le prove per il tour degli One Direction, che inizierà tra poche settimane in Sud America, e ieri sera Harry è stato visto uscire dal ristorante Firehouse a Londra insieme a Lauren McCarthy. Sì, proprio la modella di Victoria’s Secret che qualche mese fa ha dichiarato di avere una cotta per il cantante! E i due sembravano anche molto felici di essere nella stessa auto. Infatti non riuscivano a stare lontani l’uno dall’altro! Sarà l’inizio di un nuovo amore?” Esclamò la presentatrice del programma.
Piper si lanciò sul telecomando per cercare di cambiare canale, ma ormai avevo visto il video dei paparazzi di Harry, che sembrava pesantemente ubriaco, inciampare nei suoi stessi piedi e raggiungere un taxi. Lo vidi aprire la portiera, fare salire questa Lauren, seguirla e metterle una mano sulla gamba. Lei, per tutta risposta, gli buttò le braccia intorno al collo. Poi non vidi più nulla, perché Piper aveva spento la TV.
Aveva ragione. Mi aveva lasciata perché non mi amava più sul serio. Ci aveva messo pochissimo a consolarsi con una nuova ragazza. Erano passati solo due giorni.

The Butterfly Effect || [One Direction - Harry Styles]Where stories live. Discover now