21 - The Confession

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Quel giorno non riuscii a dire nulla a Sophia al lavoro. La mattina andò al matrimonio di Alec e durante il pomeriggio non trovai il coraggio. L’avevo appena fatta arrabbiare per quello stupido errore, non potevo dirle che avevo violato una delle sue uniche regole. Semplicemente non potevo.
Così quella sera chiesi alle mie amiche di cenare insieme. Chiesi loro di partecipare a una riunione d’emergenza e raccontai tutto quello che era successo.
“Stai dicendo che questo pazzo si è finto un’altra persona che conosci davvero su Facebook e ha seguito ogni tuo movimento?” Domandò Elle, scandalizzata.
“Dovresti denunciarlo per stalking.” Aggiunse Piper.
Cassie scosse la testa. Sembrava davvero arrabbiata.
“Vorrei sapere come ha fatto a scoprire dove abiti. Okay, la caffetteria l’ha vista su Facebook quando hai fatto check-in. Lo studio di Sophia è un’informazione pubblica. Ma l’indirizzo di casa? Non l’hai mai scritto da nessuna parte, vero?” Chiese la mia gemella.
“No, ci mancherebbe! Non ho mai nemmeno scritto in che zona di New York abito.” Replicai. Tra di noi calò il silenzio per qualche minuto. “Non so cosa devo fare. Ho paura che Brian possa fare qualche cazzata o che possa dire a qualcuno di Harry. E il fatto che sappia anche dove abito non aiuta. Ho paura di lui.” Aggiunsi dopo un po’.
“Magari minacciarlo di chiamare la polizia ha funzionato e si è spaventato.” Disse Elle.
“Non lo so.” Replicai, prendendo la testa tra le mani. “Non so più nulla.”
“In ogni caso credo che tu debba dirlo a Sophia, Kim. Ormai tra di voi le cose sono serie. Vi siete detti che vi amate e state insieme da più di un mese. È giusto che lo scopra da te e non da qualche giornale.” Disse Cassie.
“Pensa, quando la tua datrice di lavoro lo saprà sarete finalmente liberi di stare insieme anche in pubblico.” Aggiunse Piper.
Sospirai. Sapevo che avevano ragione. Avrei dovuto essere io la persona a dire a Sophia quello che stava succedendo. Eppure avevo paura. Ero a New York da poco più di due mesi, come potevo essermi già cacciata in una situazione del genere? Non volevo perdere il mio lavoro. Per me era davvero importante.
“Ehi, andrà tutto bene.” Disse Cassie.
“Sì, qualunque cosa succederà noi saremo qui per te.” Aggiunse Elle.
“Io ho fatto qualche lezione di Judo, potrei anche spaccare il culo a quell’idiota.” Intervenne Piper, facendoci scoppiare tutte a ridere. Quella battuta allentò un po’ la tensione e cercai di rilassarmi.
Il giorno successivo avrei detto tutto a Sophia. Avevo un ragazzo meraviglioso e un gruppo di amiche fantastiche. Sarebbe andato tutto bene.
“Parliamo d’altro adesso, per favore. Se penso ancora per cinque minuti a questa storia potrei impazzire.” Dissi. “Com’è sta andando con Zayn?”
Cassie sorrise e le si illuminò lo sguardo. Oh, era già innamorata.
“È bello stare con lui. È facile. Abbiamo… abbiamo deciso di rendere le cose un po’ più serie. Nel senso che mentre ci frequentiamo non usciremo con nessun altro, ecco.” Aggiunse e arrossì.
“Oh, Scopamici esclusivi, quindi!” Esclamò Elle. La mia gemella assunse una sfumatura di rosso che non credevo possibile e affondò il viso tra le mani.
“Elle!” Urlò dopo.
“Che c’è?” Chiese lei. “Comunque sono contenta per voi. Non so bene per quale motivo, ma sembrate fatti l’uno per l’altra anche se siete completamente diversi.”
“Non siamo poi così diversi.” Rispose Cassie. “Siamo entrambi timidi e riservati, siamo reduci da storie lunghe e importanti e abbiamo tante cose in comune.”
“Quindi avete già superato la fase ‘solo sesso’ e siete entrati in quella in cui vi state conoscendo meglio?” Domandò Piper.
“Per noi non è mai stato così, in realtà.” Rispose la mia gemella. “Abbiamo sempre parlato tanto.” Arrossì di nuovo e poi scosse la testa. “Ma basta parlare di me! È il turno di Piper. Devi aggiornarci su Niall!”
La ragazza sospirò e scosse la testa.
“Non ci sono aggiornamenti.” Disse. “Nonostante tutti i consigli di Elle non riesco a fargli capire che sono una ragazza e che sono interessata a lui. È come se non capisse che gli sto mandando tutti i segnali.”
“A volte i ragazzi sono proprio stupidi.” Commentai.
“Già, ed è per questo che cambieremo tattica.” Disse Elle. “Solitamente le ragazze non devono mai fare il primo passo, ma ci sono casi, come questo, in cui gli  uomini hanno delle fette di salame davanti agli occhi e non capiscono. Quindi è ora di fare la tua prima mossa.” Aggiunse la ragazza, raddrizzandosi sulla sedia.
“Cosa devo fare?” Domandò Piper.
“Hai due opzioni. La prima è semplice: lo inviti tu fuori a cena o comunque a un appuntamento.”
“E la seconda?”
“Lo baci.” Replicò Elle.
“Così? Dal nulla?” Piper sembrava scandalizzata.
“È l’unico modo per fargli capire che per te non è solo un amico, P. Se è così cieco da non vedere tutti i segnali, piantane uno grosso come una casa sulle sue labbra.”
La ragazza sgranò gli occhi, poi sorrise.
“Mi piace questo piano. Domani sera andiamo al cinema insieme, credo che troverò il momento giusto.”
“Poi facci sapere.” Disse Elle.
“E tu? Non ci hai detto più nulla sulla cena a cui sei andata con il tuo collega!” Dissi io.
“Oh, quello. No, non eravamo compatibili. Ho passato la serata più noiosa della mia vita e alla fine entrambi abbiamo deciso di non uscire più insieme. Siamo molto meglio come colleghi.” Replicò la mia amica. “Ma il mese scorso ho incontrato un ragazzo e abbiamo cominciato a uscire insieme da poco. Non vi ho detto nulla perché non volevo portare sfiga a questa nuova storia, ma ve lo presenterò presto! Anzi, prestissimo. Venerdì verrà a cena da noi.” Esclamò dopo un po’.
“Wow, allora è una cosa proprio seria!” Commentai con un sorriso. Lei annuì e arrossì.
“Ci siamo incontrati a Washington Square praticamente per caso. Io ero seduta su una panchina e stavo ascoltando la musica e leggendo, lui mi si è seduto di fianco e mi ha raccolto il segnalibro quando una folata di vento me l’ha fatto cadere.” Raccontò la ragazza. “Frequenta l’università e ha la mia età. È bellissimo, ragazze! Non vedo l’ora che lo incontriate!”
 
Per il resto della settimana non riuscii a trovare il coraggio di parlare con Sophia di quello che stava succedendo. Avevamo passato giornate cariche di lavoro e i pochi momenti liberi che avevamo li passavamo a sistemare l’attrezzatura, a parlare dei prossimi servizi fotografici e cose del genere. E la donna sembrava sempre nervosa e sull’orlo di una crisi di nervi, così arrivai a una conclusione: Brian non aveva ancora detto nulla a nessuno ed era passata una settimana. Evidentemente non voleva vendere la storia, giusto? Potevo aspettare ancora un po’ di tempo.
“Ti vedo distratta.” Disse Amber venerdì sera. Sophia era andata via prima per andare a una cena con vecchi colleghi dell’università ed io ero rimasta per sistemare lo studio.
Sospirai e appoggiai l’obiettivo costosissimo della macchina fotografica che stavo maneggiando sul tavolo.
“Devo parlare con Sophia, ma non trovo mai il momento giusto.” Risposi. La ragazza, che stava per tornare a casa, appoggiò la borsa sulla sedia e mi sorrise.
“È qualcosa di grave?” Domandò.
“No.” Dissi. “O meglio, potenzialmente. Forse potrei perdere il lavoro.” Dissi. Poi scossi la testa e mi appoggiai al tavolo. Sapevo che in qualche modo avrei dovuto dirlo alla mia datrice di lavoro, perché ormai le cose tra Harry e me andavano bene, eravamo entrambi decisi a far funzionare la nostra storia e dovevo essere onesta con lei. Ma come avrei potuto fare?
“Penso che tu non possa aver fatto niente di peggio di Luke.” Mormorò lei, abbassando la voce come se qualcuno potesse sentirci. “Sai quello che è successo, vero?”
“Non del tutto. Ho sentito delle voci.”
“Beh, allora lascia che te lo racconti.” Disse Amber. “Qualche tempo fa Sophia si stava mettendo d’accordo con Walter Hardy per diventare partner. Volevano aprire uno studio fotografico insieme e specializzarsi solo nel campo della moda. L’affare era quasi concluso, ma Luke ha fatto una cazzata enorme.”
“Ha parlato con qualcuno di qualcosa che non doveva dire, vero?” Domandai. La ragazza annuì.
“Una sera ha incontrato l’assistente di Hardy a cena e non sapeva ancora che fosse lui. Si è ubriacato un po’ e si è lasciato scappare che Sophia stava con un attore – suo cliente – ma che l’aveva tradito con un modello che aveva recentemente fatto un servizio fotografico per lo studio di Walter.”
Istintivamente portai una mano davanti alla bocca. Non poteva essere vero!
“No!” Esclamai.
“Sì!” Replicò Amber. “È stato orribile. L’assistente ha raccontato tutto a Hardy, che ha fatto saltare l’accordo e Sophia è stata lasciata dal suo compagno, che ovviamente aveva scoperto del tradimento con il modello.”
“Oh mio Dio.” Mormorai.
“Luke si è licenziato prima che tutto il casino scoppiasse e questa è stata una delle cose che ha dato più fastidio a Sophia.” Continuò Amber.
Quindi la regola del non uscire mai con i clienti derivava da quella brutta situazione. Quello era un ulteriore motivo per non confessare alla mia datrice di lavoro quello che stava succedendo. Contando quello che era successo a lei, se le avessi detto che stavo uscendo con Harry, mi avrebbe licenziata su due piedi.
“Sophia ha telefonato a Luke quando ha scoperto quello che era successo. Non l’ho mai sentita urlare così tanto! Era chiusa nello studio e riuscivo a sentirla dalla mia scrivania.” Raccontò la ragazza.
“Wow.” Mormorai. No, non potevo proprio rischiare. Dovevo solo sperare che Brian si fosse spaventato dopo la minaccia di Harry e che mi lasciasse stare. In fondo lui aveva detto di voler parlare con me e di non volermi fare del male, giusto? Non poteva guadagnare nulla dicendo in giro che stavo con Fossette. Anzi, così mi avrebbe solo allontanata ulteriormente.
Decisi di credere a quella teoria e di smettere di pensarci. Non avevo la minima voglia di affrontare quel problema. Preferivo mille volte infilare la testa sotto la sabbia e sperare che si risolvesse da solo.
 
“Non riesco a smettere di pensarci, è inutile.” Disse Piper, scuotendo la testa e mescolando con aria svogliata il contenuto della padella davanti a lei. Avevamo deciso di cucinare cibo messicano fatto in casa, perché piccante piaceva a tutte e, secondo Elle, il peperoncino era afrodisiaco. E lei voleva che quella serata finisse sotto le coperte.
“Vedrai che si risolverà tutto.” Cercò di rassicurarla Cassie.
Da quando era uscita con Niall e l’aveva baciato, qualche giorno prima, non aveva smesso di parlarne per un solo secondo. Continuava a rivivere la scena nella sua mente, ancora e ancora, cercando di capire dove avesse sbagliato.
“Mi ha guardata con aria terrorizzata e non ci siamo più sentiti da quella sera. Io non credo che si risolverà.” Rispose Piper. “Ho fatto una cazzata, ho rovinato la nostra amicizia.”
“Non hai idea di quanto mi senta in colpa per quello che è successo.” Mormorò Elle, sistemandosi i capelli davanti allo specchio. Era nervosa e agitata e non vedeva l’ora che incontrassimo il suo nuovo ragazzo.
“Non preoccuparti. Tu mi hai dato solo un consiglio. Sono stata io quella che ha deciso di baciarlo davvero. Forse non ho scelto il momento giusto… o forse lui non mi vede proprio come una ragazza e non è interessato a me.”
“Harry non mi ha detto nulla, quindi penso che Niall non ne abbia parlato con lui.” Dissi. “Però posso informarmi. Stasera dopo cena vado a casa loro.” Il programma, quella sera, era di cenare insieme alle mie amiche e al nuovo ragazzo di Elle e poi andare a casa di Harry, dove sarei rimasta a dormire.
“Non dire a Niall che ti ho detto qualcosa, ti prego.” Disse subito Piper, voltandosi verso di me e guardandomi con gli occhi sgranati. “L’ho già spaventato baciandolo, non voglio che pensi anche che sono una stalker psicopatica.”
“Non preoccuparti, so io come fare.” La rassicurai.
Nessuna di noi parlò per qualche minuto. Eravamo tutte assorte nei nostri pensieri. Ero sicura che Piper stesse pensando a Niall. Elle era agitata per la serata e Cassie, probabilmente, stava pensando a Zayn. Lo vedevo dalla sua espressione. Ed io stavo ovviamente pensando a Fossette, perché non passava minuto senza che il suo bellissimo sorriso si intrufolasse prepotentemente nella mia mente.
“Ricordami ancora come si chiama il tuo ragazzo, Elle? Non voglio fare una pessima figura quando mi si presenterà e mi dimenticherò il suo nome dopo mezzo secondo.” Disse improvvisamente Piper, riportando tutte alla realtà. La nostra amica si avvicinò al bancone della cucina, sorrise e sospirò.
“Matt.” Replicò. “Ha vent’anni e viene dal New Jersey. Per favore evitate le mille battute su Jersey Shore che so che vorreste fare. Soprattutto tu.” Aggiunse, puntando il dito contro di me.
“Io?” Dissi con finta aria innocente. “Non mi è venuto in mente proprio nulla.” Mentii. In realtà avevo sulla punta della lingua almeno sette battute da quattro soldi, ma sapevo che non era il momento. Elle era agitata e, in momenti come quelli, il suo senso dell’umorismo spariva completamente.
“Okay. C’è qualcosa di cui non vuoi che parliamo, oltre a Jersey Shore?” Domandò Cassie. Come al solito, era quella che aveva più tatto. Quella che si preoccupava di non essere inadatta alla situazione.
“Il New Jersey in generale. Qualunque cosa inerente all’università. È stressatissimo per lo studio e va in panico ogni volta che comincio a parlare di Letteratura.”
“Oh, studia quello?” Domandai.
“Sì, mi ha detto che è un poeta, ma per il momento non ha ancora scritto nulla su di me. E non mi ha ancora fatto leggere niente, perché si vergogna troppo. Ma vincerò io.” Replicò la ragazza con un sorriso.
“Altro?” Chiese Piper.
“La famiglia. Credo che sia un argomento delicato, perché quando ho provato a chiedergli qualcosa è diventato triste e ha cambiato discorso.” Rispose Elle.
Okay, quindi stava con un ragazzo con cui non poteva parlare dello stato in cui era nato e cresciuto, di quello che studiava e della sua famiglia? Di cosa diavolo parlavano quando erano insieme? Mi trattenni dal chiederlo ad alta voce, perché non volevo fare arrabbiare la mia amica.
Io non sarei mai riuscita a stare con qualcuno con cui non potevo parlare di niente. Certo, avrei trovato altri modi per passare il tempo, ma prima o poi la passione sarebbe affievolita. E quindi cosa sarebbe rimasto?
“Perfetto, no New Jersey, no università e no famiglia.” Disse Piper, come se stesse prendendo appunti. “Sono sicura che troveremo qualcosa di cui parlare.” Aggiunse. Dal tono della sua voce capii che era perplessa quanto me.
 
Quando sentimmo suonare il citofono ci spaventammo tutte. Sembrava quasi che avessimo sentito suonare un allarme, per quanto ci eravamo agitate. Elle schizzò davanti alla porta e cominciò a lisciare convulsivamente la sua maglietta. Cassie quasi si ribaltò sul divano e Piper lasciò cadere il cucchiaio di legno che aveva in mano. Io, invece, stavo chiacchierando via messaggio con Harry e rischiai di lanciare il telefono. Avremmo dovuto decisamente lavorare sulle nostre reazioni in caso di emergenza.
Elle aprì la porta e si lanciò letteralmente sul ragazzo, che indietreggiò di un paio di passi e poi la abbracciò. Si scambiarono un appassionato bacio e poi lui le porse un mazzo di fiori.
“Vieni, entra! Ti presento le mie amiche.” Disse la mia amica, chiudendo la porta alle sue spalle. Finii di mandare un messaggio a Fossette e poi alzai lo sguardo. Rimasi pietrificata per qualche secondo, provando un mix di emozioni contrastanti. Era un bellissimo ragazzo. Era alto, aveva i capelli scuri e gli occhi chiari. Portava gli occhiali da vista ed era pericolosamente uguale a Brian.
Elle lo presentò a Cassie e Piper e poi si avvicinò a me. Non riuscivo a smettere di fissarlo e mi sentivo a disagio. Non poteva essere davvero lui, vero? Si chiamava Matt, e veniva dal New Jersey. Brian era inglese.
“E questa è Kim, la gemella di Cassie.” Sentii dire la mia amica. Mi riscossi dai miei pensieri giusto in tempo per stringere la mano del ragazzo.
“È un vero piacere, Kim. Sono Matt.”
Provai un brivido lungo la schiena quando i nostri sguardi si incrociarono. Lui mi guardò a lungo e capii che non era pericolosamente uguale a Brian. Quel ragazzo era Brian. Solo che stava fingendo di essere qualcun altro e stava anche mascherando il suo accento.

The Butterfly Effect || [One Direction - Harry Styles]Where stories live. Discover now