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Non so a cosa stesse pensando in quell'istante, ma il suo sorriso mi mise i brividi e tentai di uscire dalla nostra stanza senza farmi scoprire. Peccato che Jimin non mi tolse gli occhi di dosso nemmeno un secondo , facendo così sfumare il mio piano di fuga.

Non che stesse pensando di uccidermi, o almeno lo sperai, ma quando sorrideva così dopo aver ricevuto un messaggio era solamente una cosa: nuova festa da Tracy nel dormitorio femminile.

«Taehyung-ssi, amore della mi vita, stasera usciamo?» mi chiese,come se effettivamente non avessi capito.
«No Jimin, smettila» risposi sbuffando, mentre mi alzavo dal nostro comodissimo divano per percorrere un paio di metri e trovarmi in cucina.
«E non guardarmi come un cane bastonato perché ti prendo a bastonate per davvero» lo rimproverai, vedendo come aveva già messo il labbro in fuori.

«Dai! È la settima che salti, non puoi» «si che posso, perciò smettila di chiedere» presi la bottiglietta d'acqua che c'era in frigo e scolai l'ultimo goccio rimasto, poi la buttai tornando in divano.
«Tracy rompe le palle se sa che salti anche questa! Credo che questa volta ti venga a prendere seriamente di peso» lasciai Jimin parlare, non gli risposi neanche più,tant'è che mi arrivò un cuscino in faccia.

«Non insistere, poi domani ho un test. E dì a Tracy di smettere di organizzare feste durante la settimana,non tutti se ne fregano il cazzo di studiare».
Jimin, a quel punto, la smise di parlare della festa e attaccò un altro discorso.

Erano circa le sei quando finì definitivamente di rompere il cazzo e andare a prepararsi per la sua serata.
Mi stupii quando, dopo neanche un'ora, era già preparato. Solitamente ci metteva almeno tre ore.

Sorrisi alla sua bellezza. Jimin era davvero un bel ragazzo. Basso ma bellissimo, bisognava ammetterlo.
La mascella scolpita, il nasino perfettamente giusto nelle misure, i capelli color zucchero filato -voleva sfidare la professoressa di fotografia, e se avesse vinto ora la signora Lee si sarebbe ritrovata i capelli arcobaleno- le cosce muscolose e un culo sodo e tonico.

Niente in confronto a me. Anzi, l'unica cosa che amo di me stesso è il mio piccolo neo sotto al naso.

«Ci vado con Namjoon, sicuro di non venire?» mi chiese, prendendo posto a fianco a me, sempre seduto su quel divano.
«Si, Jimin. Ne sono sicuro, va e divertiti»
Lui mi sorrise ma non fece in tempo ad aprire bocca che il campanello suonò.

«Tu divertiti a studiare e non osare aspettarmi sveglio, togliti questo vizio» e questa sembrava una minaccia.
Ero solito restare sveglio finché non fosse arrivato a casa, avevo un senso protettivo verso di lui - e viceversa - e nel caso avesse avuto bisogno ero già pronto. Cosa che lui odiava perché poi si sentiva in colpa. «Non ti prometto niente, ciao nano» per ultimo mi fece la linguaccia, poi aprì la porta, dove salutai Namjoon, e se ne andarono.

* * *

Inutile dire che erano le due della notte e Jimin era ancora fuori. Sapevo aveva queste abitudini, una volta era tornato a casa alle sette della mattina.
Ma almeno mi avvisava o qualcun altro lo faceva al posto suo, tipo Namjoon che alle feste non si ubriacava mai perché doveva guidare.

Stanco e mezzo addormentato spensi il computer. Stavo guardando un film delle Winx -non avevo seriamente niente da fare- ed ero seduto sul tavolo della cucina per evitare di addormentarmi.
Mi alzai e camminai fino alla dispensa, rimanendo deluso quando non trovai le bustine del tè.

Decisi di bere del latte freddo con alcuni biscotti, poi presi il telefono e scrissi un veloce messaggio a Namjoon.
Quando mezz'ora dopo non ricevetti risposta, decisi di chiamarlo. Fallendo perché il suo telefono era decisamente spento.

«Merda» imprecai, facendomi salire l'ansia. E se gli fosse successo qualcosa? E se lo avessero rapito? Stuprato? O peggio, se fosse morto?
Troppe domande e nessuna risposta, perciò mi affrettai a uscire dalla porta. Mi bloccai quasi subito.

Era ad una festa in una stanza del dormitorio femminile. Conoscevo Tracy e tutte le persone che avrebbe invitato - erano sempre le stesse da anni- e c'era Namjoon non ubriaco con lui.

Scrissi un messaggio a Jimin, dove lo avvisai che stavo per dormire. Tornai in cucina e misi nella scrivania in camera sia il computer sia i libri di arte e poi mi misi a letto e sperai di addormentarmi presto.

Fortunatamente fu così, e cinque minuti dopo sentii già le palpebre farsi pesanti e il respiro regolare.

ᴡᴀʀᴍ ᴍɪʟᴋ Where stories live. Discover now