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«credo basti, jimin» rimproverai il rosa dopo che egli mi avesse riempito di profumo. Non che non mi piacesse, ma me ne aveva messo veramente tanto «va bene, la smetto».

Saltellando sul posto i miei orecchini a piuma rimbalzarono, come la catenina oro al collo. Sventolai più volte la mano davanti al viso e quando hyuna rientrò in casa mi rivolse uno sguardo stranito.

Stava definitivamente per trasferirsi in un appartamento, fortunatamente ne aveva trovato uno vicino all'università così potevamo stare vicini. Aveva trovato lavoro come commessa a pochi minuti dall'appartamento e sua madre, dopo aver chiarito, l'aveva aiutata con i soldi.
Non aveva voluto tornare a casa perché si sentiva abbastanza grande da poter stare ancora per molto tempo da sola.
Per ora continuava a restare qui e dormire assieme a me e jimin, ma fra meno di una settimana si sarebbe trasferita.

«perché sembri un tricheco spastico? E perché ti sei fatto così bello e - si avvicinò e annusò il mio collo - perché ti sei messo il profumo?» stavo per deviare la risposta ma un jimin più euforico di me gli rivelò dell'appuntamento con Jungkook.

Non mi stranii il fatto che iniziò ad urlare più di jimin e stritolarmi quasi non facendomi più respirare.
«lo conosco?»
«é il ragazzo con cui mi sono fermato a parlare in caffetteria»
«oh, allora è approvato!»

Suonò il campanello e la spensieratezza che avevo mi sparì all'improvviso. Avanti taehyung, apri quella maledetta porta.

Feci qualche passo in avanti e la aprii, trovandomi un jungkook con i capelli leggermente mossi e gli orecchini a pendolo. Pantaloni in pelle neri e una maglia bordeaux infilata dentro con una giacca nera sopra.

Io, d'altra parte, non ero niente in confronto a lui.
Semplici pantaloni bianchi che cadevano morbidi suoi fianchi e una camicia rosa leggera infilata dentro.
Nonostante ciò l'unico che fece i complimenti all'altro fu solo lui.

«sei bellissimo taehyung»
«grazie» sorrisi, timido.
Il corvino salutò sorridente Jimin, dicendogli che se avesse voluto fare qualcosa con yoongi nella loro camera essendo che lui non c'era, avrebbe dovuto prima avvisarlo. Inutile dire che jimin con un imbarazzo lasciò la cucina e corse in camera, seguito da hyuna che dopo aver analizzato per bene Jungkook, avergli detto che se mi avesse fatto del male se la sarebbe cercata con lei - mi sarebbe piaciuto vedere un incontro tra una formica e un albero - seguii rosa.

Jungkook, non appena fummo fuori dalla porta, intrecciò le sue dita con le mie e sorrise, facendo sorridere anche me.
«come stai?»
«bene, e tu?»
«adesso sto bene» e cercai di non pensare al fatto che stesse bene perché fossi con lui.

Mi trascinò fino ad una macchina, constatando fosse di yoongi essendo che l'avevo riconosciuta da quel famoso giorno a quella festa. Entrai e mi sedetti al posto del passeggero, e quando Jungkook entrò mi chiese di accendere la radio.

Trovai nella cassetta un CD di Ariana Grande e gli chiesi se potevo metterlo, avendo il suo consenso.
«Non pensavo yoongi hyung ascoltasse questo tipo di musica» rivelai, mentre battevo le mani sulla coscia a tempo di into you.
«Mmh, in verità è mio il CD»
«Ah okay, è più normale la cosa» scoppiammo a ridere entrambi, senza un apparente motivo. Ridevamo e basta. E si stava così bene che avrei voluto passare la mia intera esistenza a cantare la discografia di Ariana in macchina con Jungkook.

Ma ciò fu impossibile e dovetti lasciare quel comodo posto una volta arrivati ad un ristorante.
Era moderno e decorato molto bene. Aveva luci bianche nei contorni e fuori aveva un'arcata fatta di foglie verdi e piccole palline illuminate di bianco.

Entrammo e rimasi stupido dalla vastità della sala.
Aveva sempre quella luce bianca in contrasto con alcune lampadine dalla luce più fioca poste sui tavoli.

Un cameriere ci venne incontro non appena entrammo, e fui sorpreso nel notare che aveva già seriamente preparato tutto, anche il menù.
«spero ti piaccia il pesce, taehyung» annuii, e feci finta di non aver pensato ad un doppio senso di quella frase.

Rimasi fermo quando la prima portata arrivò, trovando Jungkook ben composto e ordinato e io non sapevo neanche come impugnare bene una forchetta.
«Rilassati, nessuno ti giudica. E poi anche per me è la prima volta in un ristorante del genere» sussurrò l'ultima parte avvicinandosi di poco, e io feci un piccolo sorriso.

Iniziai a mangiare piano e per poco non mi abbuffai da quanto buono era il sapore. Dio, stavo al paradiso?
Stava andando tutto bene.
Parlavamo dei nostri hobby, dove uscì un suo lato diverso. Lo vedevo più da festaiolo e roba del genere ma in verità gli piaceva molto leggere e stare in ambienti tranquilli.
Scoprii che amava la musica, scriveva, componeva e cantava la sua musica. Stava andando tutto bene ed ero felicissimo.

O almeno, non finché non arrivarono i piccoli gamberetti e io mi soffocai con uno di quelli.
Iniziai a tossire l'anima, alzandomi dal tavolo sotto tutti gli sguardi preoccupati.
La cosa che mi fece più paura non fu il fatto che non mi sentii male perché stavo per morire, ma perché era il mio primo appuntamento con il corvino e io stavo fottutamente per soffocare.

Jungkook si alzò subito, mettendosi dietro di me allacciando le braccia alla mia vita e facendo pressione con gli avambracci sulla mia pancia. Di tanto in tanto mi faceva fare dei salti e poi arrivarono altri camerieri ad aiutarmi.

Dopo vari minuti il gamberetto mi uscì dalla bocca, finendo sul piatto dov'era prima.
I miei occhi erano rossi e stavo lacrimando. Alzai lo sguardo e vidi tutti i presenti fissarmi. Chi rideva, chi mi chiedeva se stavo bene e chi mi passava una mano sulle braccia.
E poi c'era Jungkook, che mi posò un bacio sulla spalla accarezzandomi la pancia con fare rassicurante.

E poi mi arrivò l'ansia, e non ci pensai un secondo a girarmi tra le braccia di Jungkook e posare la faccia sul suo petto.
«andiamo via?» sussurrai talmente piano che ebbi paura che non mi avesse sentito. Ma invece non fu così e dopo avermi stretto più forte chiese il conto al primo cameriere.

«non volete finire la cena?»
«no, grazie. Non mi interessa la cena» parlò fermo, per poi fare dei passi in avanti e afferrare le nostre giacche. Me ne mise una sulle spalle e l'altra se le tenne in mano.
«ehi tae, se non ti stacchi non riesco ad andare a pagare» lo disse dolcemente, forse preoccupato della mia reazione. Ma mi staccai subito, tenendo lo sguardo a terra e un braccio intorno alla vita di Jungkook, continuando a camminare.

Quando fummo fuori corsi in macchina e mi chiusi dentro, tirando la testa indietro.
«sono un cazzo di disastro» sbuffai, sentendo poi il corvino rientrare.
«é tutto apposto taehyung, non è successo niente»
«ti ho rovinato la serata»
«Non mi hai rovinato proprio niente. E se devo essere sincero, meglio così»
Mi passò la sua calda e grande mano sulla guancia, togliendo quella piccola lacrima che mi era scesa senza accorgermene.

«La prossima volta ti porto a mangiare un kebab» borbotta, per poi partire. E anche se non ne avevo proprio voglia, con lui riuscii a trovare il sorriso ancora una volta.

***

tanti auguri taetae🐻💜

26,
voglio piangere💫

ᴡᴀʀᴍ ᴍɪʟᴋ Where stories live. Discover now