Chapter Twenty - Nine

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LOUIS' POV

Quando riaprì gli occhi la mattina seguente, la vista che mi si proponeva era più che sublime.Con i suoi capelli biondi in disordine che le coprivano in parte gli occhi chiusi, e quell'espressione beata che trasmetteva unicamente pace e tranquillità, Brittany era poggiata sul mio petto ancora nudo a dormire. Le sue mani che avevo notato tenesse sempre chiuse a pugno erano ora morbide, come se la guerra che combatteva ogni giorno fosse in una tregua concedendole di sognare qualcosa che la facesse sorridere così perfettamente. Quelle labbra carnose incurvate verso l'alto che tanto erano state mie per tutta una notte si mossero insieme a tutto il suo corpo. Per un attimo ho avuto paura. Paura che il mio solo respiro, il mio solo battito cardiaco la svegliasse, ma non fu così si strinse solo a me, chiudendomi in un abbraccio delicato.


Era un sogno ad occhi aperti la sua sola vista. Ed era solo mio.
Il sole di fine inverno le illuminava il volto facendola somigliare ancora di più ad un angelo. E non importava del trucco colato, non importava dei capelli in disordine. Era comunque un angelo. Il mio.
Le portai una mano sulla guancia incapace di trattenermi ancora a lungo, speravo di non svegliarla mantenendo il tocco delicato ma non fu così. Si mosse sotto le mie mani tremolanti ma non riaprì gli occhi, forse ancora presa dal suo sogno. Allungò invece le labbra sul mio petto lasciandogli un bacio soffice -Giorno- disse coprendo così il rumore del mio cuore che ormai martellava nel petto. Si mosse rivolgendomi completamente il volto -hei- bisbigliai a mia volta sorridendole si strinse ancora coprendo la sua schiena spoglia con le coperte calde. Mi abbracciò in una stretta più salda -come va?- una domanda, una confusione. Non sapevo cosa rispondergli. Temporeggiai accarezzandole ancora i capelli. Come va? Bene? Bene è poco le mie emozioni in quel momento erano in un misto di tutto. Un mix di felicità pace adrenalina e paura.
Lei riaprì gli occhi dopo tutta la nottata per guardarmi le sorrisi nuovamente annuendo – è tutto perfetto- ammisi ricevendo un sorriso in risposta. Quel sorriso tutto mio che mai avrei voluto lasciare ad altri. 
Si trascinò verso l'alto allineando i nostri due volti le sue labbra a pochi centimetri dalle mie erano irresistibili. Come se cosparse dalla migliore droga di questo mondo. Volevo baciarle, volevo averle ancora una volta. Una sola volta per non lasciarle più.La distanza si azzerò prima che io potessi muovermi e le sue labbra erano di nuovo sule mie mandandomi in trip il cervello. Droga della migliore qualità che ti dava dipendenza ancor prima di provarla. Erano questo le sue labbra.
Rimanemmo li abbracciati a baciarci e coccolarci per quasi l'intera mattinata.

-Di solito non faccio così- disse d'un tratto mentre si rialzava dal mio petto sedendosi sul materasso -così come?- curioso, imitai i suoi movimenti appoggiando la schiena alla testiera del letto – così- ripeté gesticolando verso il letto, ancora non capivo rimasi in silenzio osservandola aspettando altre spiegazioni -rimanere nel letto a fare...questo – ridacchiai -intendi le coccole?- lei annui diventando rossa in viso, non se ne accorse probabilmente dato che non provò a coprirsi o qualsiasi altra cosa, mi avvicinai accarezzandole le gote colorate -c'è una prima volta per tutto- mormorai a bassa voce avvicinando il mio viso al suo come a chiedere il permesso per baciarla, e lei non rifiutò si limitò a sorridermi e azzerare le distanze.

Tutto era ancora così surreale quando insieme varcammo la porta di casa mia tenendoci per mano . La casa era stranamente silenziosa come se nessuno ci fosse all'interno -mamma? Mamma?- la chiamai girando per tutto il piano terra - ma dove si è cacciata? - in un brontolio rivolto a me stesso, lei mi guardava silenziosa nei suoi occhi poco truccati. Dei passi scesero rapide le scale – Boo! - gridò daisy raggiungendoci in cucina -la mamma è uscita, non so dove, hanno litigato ancora- sembrava agitata con le mani che le tremavano -papà è uscito e lei lo ha seguito- nol, no, ancora no! Mi avvinghiai alla piccola abbracciandola e sollevandola da terra -si lasceranno adesso?- mi chiese a bassa voce nell'orecchio stringendomi con tutta la forza che le sue braccia avevano -no tesoro, no- cercando di consolarla.

-BRITT!- la voce di pohebe risuonò dalle scale mentre le correva incontro abbracciandola. Lei sembrò allarmata alla presa della piccola, ma si addolcì in fretta stringendola a sua volta.

BRITT POV

La strinsi forte quindi, come mai prima. La strinsi a me come lei mi strinse a se. E non avevo più bisogno di mentire, non dovevo fare la fredda quella distaccata per proteggermi, non li. Non con loro. Non a casa. 

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora