Chapther two

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L'incontro con Tomlinson era finito con insulti che volavano da una parte all'altra del locale, poteva finire peggio, dato che per poco non gli mettevo le mani addosso!

E quindi eccomi lì, nella mia stanza buia, con una piccola luce bluastra del portatile ad illuminare la pianola, sulla quale scorrevano leggere le dita, leggere come petali di ciliegio che affondano in un lago. La stanza era piena di una melodia dolce e tranquilla, quasi una ninna nanna. Ed ad ogni variazione dall'originale mi fermavo e modificavo lo spartito alla ricerca di una melodia perfetta.

Un suono metallico ruppe la sinfonia e il mio cellulare si illuminò "numero sconosciuto" diceva la scritta risposi

-Pronto?-

-Brit? Sono Louis- rispose la voce al di là dell'apparecchio

-Tomlinson? COME DIAVOLO FAI AD AVERE IL MIO NUMERO?- risposi irritata

-L'ho recuperato- rimase vago facendomi irritare ancora di più

-che vuoi?- Tagliai corto meno ci parlavo meglio stavo.

-forse ho un'idea per l'esibizione-

Non risposi in attesa che proseguisse –potremmo fare un mashup, tu scegli una canzone io un'altra e le mettiamo insieme-

Forse poteva funzionare, acconsentì con un affettuoso – mh - prima di riagganciare, ripresi la melodia fino a tarda notte scarabocchiando lo spartito alla mia destra.

Questo non mi impedì di alzarmi di buon'ora il mattino seguente, mi vestì velocemente con un paio di Leggins in pelle finta di colore Bordoux e una maglia dei Ramones ai piedi i miei anfibi neri e un chiodi per coprire le braccia, il trucco era come sempre di un nero pesante che contrastava perfettamente con l'azzurro dei miei occhi e il biondo dei capelli, un rossetto violaceo e scesi in soggiorno, dove Dolores, la domestica era intenta nel prepararmi la colazione mi guardò con un sorriso – mangi qualcosa?- mi chiese, Dolores era la cosa più vicina ad una famiglia che avessi mai avuto. Le volevo bene e non avrei mai permesso che qualcuno le facesse del male annuì leggermente e mi avvicinai alla cucina. Afferrai un toast appena scaldato e gli diedi un morso, non ci misi nulla sopra, e dopo due morsi ero già piena lo posai –devi magiare al mattino Brit!- mi disse amorevolmente – si ma non ho fame – gli lasciai un bacio sulla guancia per poi scappare a prendere borsa e chiavi.

Misi in moto la macchina nuova di zecca "un regalino per scusarci della nostra continua assenza" la giustificarono così i miei genitori, lo facevano spesso, se ne uscivano con qualcosa di costoso, un telefono, una pianola,una borsa..ma il giorno dopo, tutto era come prima.

Arrivai a scuola in orario, scesi dalla macchina e non appena varcai la soglia d'ingrasso un ragazzo moro, più alto di me (non che ci volesse molto a superarmi) mi si fiondò addosso con una valanga di parole delle quali riuscì a captare solo la fine ovvero –tu hai pensato alla canzone?- camminavo avanti a me senza guardarlo –No- dissi fredda forse non era del tutto vero, infatti u n paio di idee ce le avevo ma finché non ero certa di quella decisione non avrei detto nulla nemmeno a Tomlinson –COME NO?! Dobbiamo metterci al lavoro il prima possibile se vogliamo vincere! Lo sai bene questo!- lo disse senza prendere fiato lo fissai negl'occhi azzurri come i miei –lo farò- dissi con lo stesso tono di prima aprendo l'armadietto e così congedandolo.

La mattina passò velocemente tra una dormita e l'altra fino ad arrivare alla lezione di canto, un'ora intera accanto a Tomlinson, questo mi aspettava appena avrei varcato la soglia dell'auditorium.

-io avevo pensato a qualcosa di movimentato, allegro, che metta voglia di ballare!- lo guardai in disappunto musica commerciale? Non avrei mai cantato quella merda –okkey, no.- si corresse da solo senza bisogno che aprissi bocca –ti piacciono gli Oaisis?- solo ai malati di mente o ai sordi non piacevano gli oaisis –ovvio- dissi senza metterci alcun entusiasmo –Wanderwall?- nei suoi occhi invece si leggeva felicità e orgoglio puro, quella canzone era la mia preferita annuì lentamente –potremmo...- non mi fece finire nemmeno la frase che la sua voce mi sovrastò –POTREMMO FARE UN MASHUP DEGL'OAISIS!- esattamente ciò che pensavo io forse un minimo di buon gusto in quel morettino c'era.

Louis' POV

Uscì tranquillamente dall'edificio in direzione della mia auto. Ero felice per come si era svolta la giornata, finalmente avevo trovato un punto d'incontro con Brittany, il che non è poco.

Ero quasi davanti all'auto quando la vidi, i lunghi capelli biondi sempre perfettamente lisci, gli occhi azzurri contornati dal nero del trucco e con quella sigaretta sempre tra le dita era bella, e lo sapevano tutti, anche lei.

Cambiai direzione avvicinandomi a lei, volevo sfruttate al massimo quella giornata – hey - le dissi quando ero a pochi passi da lei, non mi rispose, si l'imitò a fare un fiato dalla sigaretta e guardarmi, era uno di quegli atteggiamento che mi davano fastidio in lei , ma era fatta così e di certo sapevo che non avrei mai potuto cambiarla – hai da fare oggi- le chiesi –potremmo continuare il lavoro di prima..sai..- lasciai la frase in sospeso senza sapere cosa aggiungere, pronto al suo rifiuto rimasi sorpreso dalla risposta – no – la guardai sbalordito mentre spegneva la sigaretta  sotto i piedi –ti aspetto da me verso le 3- aprì la portiera dell'auto – deduco che troverai anche il mio indirizzo di casa come hai trovato il mio numero di telefono.- mise in moto la macchina e se ne andò.


Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora