Chapter Eight

1.7K 84 5
                                    

LOUIS' POV

Quando riaprii gli occhi mi accorsi di avere ancora il telefono in mano in attesa di una eventuale risposta che però non arrivò, fissai il soffitto tinteggiato di un bianco ingiallito per tutte le sigarette che fumavo in quella camera di nascosto, non volevo che la mia famiglia lo sapesse, non era unaq cosa di cui andavo fiero, ho sempre saputo cosa causavano, ma mi tranquillizzavano. Per quanto la mia vita potesse sembrare felice e piena di amore,qualcosa che non andava c'era...Ogni luna ha il suo lato oscuro avrebbe detto qualcuno,

tra i miei genitori non scorreva più l'amore di una volta, almeno non da quando i gemellini nacquero, da li in poi fu il declino, non c'era un minuto di pace in quella casa, non se entrambi erano vicini, litigi su litigi grida,urla e piatti rotti, non è divertente sentire i tuoi genitori insultarsi, poi la porta che sbatte, la macchina che parte e tua madre che scoppia in lacrime, e poi non sai come  consolarla, puoi solo abbracciarla forte.

Scivolai fuori dalle coperte diretto al bagno, aprì l'acqua calda lasciandola scorrere sulla mia testa.

Le immagini del pomeriggio precedente balenarono come un flash nella mia mente e per un attimo rividi Britt che cullava Ernie cantandogli una ninna nanna. Sapevo che non era del tutto congelato il suo cuore,sapevo che era solo freddo e che piano piano sarei riuscito a scaldarlo e farlo battere ancora.

La sua non era una famiglia, non per quello che ho visto io, il modo in cui rifiutava il regalo, il modo in cui congelò il mio tentativo di parlarne.

Uscì dalla doccia vestendomi velocemente,controllai il cellulare leggendo i messaggi appena arrivati, mi cadde subito l'occhio su un nome che non era mai comparso, un nome che non mi aspettavo di leggere: Brittany.

Aprì il messaggio con poche parole "come mi devo vestire?" un piccolo sorriso spuntò mentre digitai velocemente la risposta.

-Giorno mamma!- dissi schioccandogli un bacio sulla guancia, aprì il frigorifero in cerca di una buona colazione -Buongiorno tesoro- stava imboccando Doris che divertita sbatteva le mani sul tavolo rendendo l'azione ancora più complicata. Optai per dei cereali e un po' di latte, una volta pronti mi misi vicino alle due osservandole - Non fare tardi stasera- disse mamma senza guardarmi -Lo so che è la festa dei tuoi 21 anni ma, lo sai...- cercò di giustificarsi,  ma prima che potesse finire sovrapposi la mia voce alla sua -Lo so mamma, non ti preoccupare non faremo tardi- sorrisi appena al suo sospiro di sollievo e ricominciai a mangiare.

Dopo aver fatto addormentare entrambi i piccoli andai in camera mia, mamma era già andata al lavoro , tutti erano ancora a scuola e quindi ritagliai un po' di tempo per me, mi misi alla scrivania davanti a quel foglio scritto e cancellato talmente tante volte che chiunque oltre me non sarebbe stato in grado di leggerlo.

Era da molto che ci lavoravo ma le parole sembravano ancora bloccate dentro di me, rilessi le parole scritte, una, due, cinque, mille volte...ma l'immagine era ancora sfocata dentro di me, fino a quando lo spartito, quello spartito sulla scrivania di Britt non mi tornò in mente, cercai di ricordare la melodia che mi ero creato nella testa dalle note scritte a matita, le riprodussi sulla tastiera quando l'immagine si fece lentamente più nitida.

"I know you never love

the sound of your voice on tape

you never want

to know how much you weigh

you still have to squeeze in to your jeans

but you're perfect to me "

La famiglia era riunita, seduta silenziosa al tavolo consumando ognuno il proprio pasto, sentivo le gambe di Daisy  dondolare affianco a me -Oggi la maestra mi ha detto che il mio tema era il più bello- disse sorridente mentre masticava -Brava tesoro! e di cosa parlava?- disse amorevole mia madre, nello sguardo di mio padre si poteva leggere evidente la rabbia

-Jay, non si parla a tavola- la rimproverò,lei fece per parlare, ma si zittì subito tornando al suo pasto, mi voltai verso mia sorella che a testa bassa giocherellava con il purè rimasto nel piatto, mi salì un irritazione in corpo tanto che volevo rispondergli a tono, possibile che non lo capiva? possibile che non capiva che così faceva del male ai suoi stessi figli?

La tavola era sparecchiata e io con le gemelle eravamo seduti in salotto a guardare un po' di televisione, avevano optato per un cartone animato dei Looney Tunes. Mamma era ancora in cucina intenta a lavare i piatti mentre papà era assorbito completamente dal telegiornale che trasmettevano in quel piccolo televisore che era solito tener compagnia a mamma mentre cucinava.

Le mie orecchie erano tese nell'aria in attesa del prossimo litigio,pronto a portar via le piccole. Un brusio cominciò a sentirsi come se stessero parlando ma non riuscivo a decifrare ciò che dicevano con il volume della televisione così alto -Non capisci!- sentì urlare a mio padre, feci un sospiro alzandomi dal divano presi il telecomando e spensi l'apparecchi - Su a fare i compiti ragazze che domani è l'ultimo giorno di scuola e non potete mancare- dissi facendo un cenno con la mano. Era meglio così, dal piano superiore le grida si affievolivano, le pareti spesse non permettevano di distinguere le parole, le accompagnai nella loro stanzetta assicurandomi che non avessero bisogno di aiuto -Boo- mi chiamò Phoebe,  solo loro due mi chiamavano con il mio soprannome di quando ero bambino, dopo averlo sentito dire in un racconto - Cosa?- lei mi guardo con uno sguardo preoccupato  - Ma la mamma e il papà si odiano?- chiese con la sua voce innocente, la domanda mi spiazzò lasciandomi a bocca aperta mi avvicinai a lei inginocchiandomi, le accarezzai i capelli - No tesoro- scossi la testa - Certo che non si odiano- lei mi guardò torva - E allora perché litigano sempre? - e ora? che le rispondevo? cercai veloce una risposta e l'unica che mi venne in mente fu la peggiore che potevo mai dire, la cazzata più grande di questo pianeta - Perché si amano- mi mangiai una guancia odiandomi per aver mentito alle mie sorelle. Mi alzai velocemente uscendo dalla stanza e tornando dai miei genitori che già si stavano sbranando uno con l'altro a furia di insulti.

-SMETTETELA!-

Sbottai una volta raggiunti lasciandoli senza una parola, entrambi mi guardarono - Non so che cazzo avete voi due ma lo state facendo pagare a noi! Ai vostri figli, alle bambine!- gridai indicando il piano superiore - Sapete cosa mi ha chiesto Phoebe? - chiesi retorico abbassando il tono della voce ad una tonalità normale -Mi ha chiesto se vi odiate- scossi la testa disgustato -Smettetela- ripetei per poi uscirmene di casa sbattendo la porta alle mie spalle, una passeggiata al fresco mi avrebbe fatto bene.


Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Where stories live. Discover now