Chapter Fourteen

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BRITTANY'S POV

Dondolavo la gamba seduta sulla fredda panca nel cortile sul retro di casa Tomlinson, avevo lasciato Daisy e Phoebe a fare i compiti nelle loro camere e io mi ero seduta qui a fumare.

Osservavo il posto assumere famigliarità sempre di più, non era un grande spazio, solo un pezzo di terreno dove i bambini possono giocarci liberamente. Sul lato sinistro é montata un'altalena e sulla destra diversi giocattoli erano abbandonati al gelo dell'inverno.

Sì, quella famiglia mi procurava una certa gelosia, il desiderio più grande era avere una famiglia così, ma non si può avere tutto nella vita. Finì la sigaretta spegnendo il mozzicone, lo buttai nel pattume e salì al piano superiore a vedere a che punto erano. Appena prima di entrare nella stanza il mio telefono avvisò l'arrivo di un messaggio...

"Se non vogliono studiare offri loro un premio, andare a prendere un gelato o cose cosí - T"

***

Una bambina di poco più di quattro anni con dei boccolini dorati che la caratterizzavano assiema all'azzurro cielo dei suoi occhi e quel sorriso quasi scolpito su di lei, saltellava in attesa che l'anziana signora pagasse l'ingresso, non era mai stata allo zoo prima di allora e quindi l'emozione era tanta. La donna le sorrise allungandole la mano, la piccola la afferrò veloce e insieme passarono il grande cancello.

***

Il ricordo era solo un flash nella memoria, un istante indelebile di un ricordo più grande e dettagliato ormai andato perso.

Entrai finalmente nella stanzetta -Allora? A che punto siete?- chiedo fingendo un sorriso, si sono terribile con i bambini, proprio non ci riesco ad intrattenerli - Io non ho capito una cosa- dice Daisy posando la penna, cosa mai c'è da capire nella grammatica. Mi avvicinai accucciandomi accanto a lei -Perché si dice diverso dagl'altri?- esaminai la pagina notando che stava studiando i verbi irregolari... accennai una risata - Perché sono...- cercai un modo semplice da spiegare -...sono speciali. Non seguono la moda e fanno un po' come vogliono- rimasi piuttosto soddisfatta della risposta -E devi conoscerli uno ad uno, perché sono unici-
-come te?- mi chiese, non afferrai la domanda e corrugai la fronte -lo dice sempre Boo!- non avevo idea di chi fosse, ma sorrisi, ero come un verbo irregolare? Non seguivo le mode, non seguivo la massa, odiavo quelle cose, non ero il solito bel visino innocente, non facevo la stupida e non cadevo alle palle dei ragazzi con un semplice complimento, se ce ne era bisogno le tiravo fuori io. Annuì -Un po' come me- rimasi sorpresa dal perfetto, quanto insolito, paragone, chiunque fosse stato Boo doveva conoscermi . Tornai alla mia statura naturale -Dai, se finite presto...- dissi guardandole entrambe - Vi porto allo zoo - entrambe esultarono sorridenti sotto i miei occhi -Dai veloci-  Battei le mani uscendo nuovamente dalla stanza.

***

Passeggiavamo tranquille osservando gli animali che giocavano fra loro. Due cuccioli di leone si divertivano rincorrendosi, sentivo le risate delle due bambine mentre indicavano gli animali -LO ZUCCHERO FILATO!- sentì Pohebe gridare mentre indicava la bancarella vicino a noi -Me lo compri Britt? Perfavore!- canzonò saltellando ogni tanto, ridacchiai un po' quando anche Daisy si unì ala richiesta -Anche a me! - annuì piano provocando nelle due gemelle un sorriso smaliante.

Pagai una volta ricevuto il bastoncino -Andiamo a vedere i pinguini adesso?- chiesi quasi retorica, saremmo andate li anche se avrebbero detto di no -Mi piacciono i pinguini.- sentenziai divertita, mi piaceva il suono delle risate infantili, mi piaceva sapere che ero io a provocarle.

***

Rientrammo in casa ridendo -Dai che fa freddo- le incoraggiai lasciammo le giacche e le scarpe ordinate all'ingresso...

-SI É SEMPRE COLPA TUA! -  rabbrividì al tono arrabbiato di un'uomo, lo riconobbi come il padre di Louis -SEI STATA TU A CRESCERLO COSÌ!- spostai lo sguardo sulle gemelle che mi guardavano tranquille aspettando che le raggiungessi -GUARDALO CI PORTA LE PUTTANELLE IN CASA ADESSO!- Mi congelai sapevo bene che si riferiva a me, litigavano per colpa mia -STANNO ANCHE NELLO STESSO LETTO! CHISSA CHE FANNO IN QUEL LETTO- sentivo il respiro aumentare e il cuore accellerare, la famiglia perfetta, la sentivo distruggersi poco a poco, e la causa ero io -Smettila Mark! NON CE LA FACCIO PIÙ!- sentì Johanna sbraitare, non mi accorsi che stavo tremando fino a quando le mani delle gemelle non si fermarono su di me -Fanno così ogni volta- disse Daisy stringendosi nelle spalle -Tranquilla tra poco smettono- le parole uscirono all'unisono dalle voci delle due bambine -LEI RESTA!- era ancora Jhoanna a gridare dei passi si dirigevano verso di noi, l'uomo borbottò qualcosa di incomprensibile guardandomi e poi uscì sbattendo la porta -Bravo scappa! Vai a ubriacarti in una bettola! Ma non azzardarti a tornare!-le bambine mi trascinarono al piano superiore.

LOUIS' POV

Parcheggiai l'auto al solito posto in tempo per vedere il teatrino che avevano messo in scena i miei genitori, mia madre gridava mentre mio padre si allontanava dalla casa con un dito medio alzato -Che è successo?- chiesi notando gli occhi lucidi di mamma lei non rispose si limitò asciugarsi gli occhi -Non fatelo entrare se torna- un tono freddo nella voce, poi mi guardò -Vai da Britt- poi rientrò in casa.

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Where stories live. Discover now