Chapter thirteen

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La grande casa era vuota, fredda e disabitata, dalle finestre impolverate non passava un filo di luce, mi muovevo disorientata dentro le famigliari mura -Brittany- sentì una voce familiare, sgranai gli occhi incredula e inziai a seguire la voce -Brittany tesoro va tutto bene- la voce era sofferente mi mossi in una direzione precisa -Non piangere tesoro- continuava. L'aria si faceva pesante e ogni passo sembrava un'impresa, salì le scale e ogni gradino in avanti era come se ne facessi due indietro -Va tutto bene- aprì quella porta trovandola accovacciata a terra la mano destra appoggiata sul cuore un sorriso dolorante in volto le urla di una bambina riecheggiavano in sottofondo -Nonna!- gridai avvicinandomi, ma lei sembrava allontanarsi sempre di più -NONNA!- alzai il tono di voce la lei era ancora lì dolorante e io no riuscivo a raggiungerla -Va tutto bene Britt- ripeteva...il cuore martellava nel petto e le lacrime calde scendevano sul volto -Nonna per favore- implorai cadendo stanca sulle mie ginocchia -Non piangere Britt- più lo diceva più le lacrime scendevano -No ti prego- la imploravo ancora  ma lei si allontanava di più -Devi svegliarti ora- mi disse, la guardai con gli occhi appannati, cosa aveva detto? - Svegliati Brittany- respiravo male e sentivo caldo.

-Svegliati Britt- scattai sul letto alla voce di Tomlinson. Ansimavo,ero sudata, sentivo gli occhi bruciare, notai il moro accucciato affinaco al letto, si vedevano palesemente i suoi occhi pieni di preoccupazione -Va tutto bene Britt- rabbrividì alle parole -Era solo un incubo- mi rassicurò lui, annuì leggermente  silenziosa, guardai l'orario 3:17 -Era solo un incubo- ripetei sdraiandomi di nuovo nel letto -Torniamo a dormire - Louis annuì stringendosi nel piccolo letto a disposizione, si avvicinò a me mi spostò una ciocca di capelli, e devo aver fatto uno strano movimento dato che lui ritirò di scatto la mano. Silenzosa mi avvicinai a lui stringendomi al suo petto aveva uno strano odore di fumo e menta che a me piaceva -Tomlinson tu fumi?- chiesi curiosa percepì la sua testa annuire -Mh- risposi accentuando la mia presa.

***

Mi risvegliai presto, scorsi l'orario sulla piccola sveglia del comò, Louis dormiva ancora le sue braccia intorno a me e le nostre gambe incrociate in qualche modo così da farci stare comodi entrambi, la luce del sole entrava dalla finestra e rifletteva sui capelli del moro. Sorrisi al modo in cui apparivano dorati,  le palpebre coprivano i suoi occhi azzurri, le labbra semi aperte, sembrava sereno, senza pensieri per la testa e felice, non volevo svegliarlo quindi cercai di liberarmi dalla presa il più delicatamente possibile -Buongiorno- disse lui con voce ancora impastata dal sonno, gli occhi ancora chiusi, mi bloccai di colpo -Non volevo svegliarti- sussurrai come se ancora stesse dormendo, annuì leggermente tirandomi ancora a se -È presto resta ancora qui- suonò come una supplica, lo fissai una frazione di secondo, ancora assonnato cercava di inumidire le labbra con la sua saliva.Piano tornai alla mia posizione originale lui strinse la presa -Come mai sveglia a quest'ora?- domandò-Non sai che ore sono- borbottai io

-So che è presto- sorrise leggermente aprendo un occhio per guardarmi stavo per rispondere ma il telefono iniziò a vibrare mugulò qualcosa prima di rispondere.

-Pronto-

-...ma sono in ferie- si lamentò, sbuffò leggermente alzando gli occhi al celo

-non c'è proprio nessun'altro?-

-ok ci sarò-

Lo guardai curiosa mentre scivolava fuori dal letto -Chi era?- chiesi pentendomi subito della domanda -Devo andare al lavoro- disse in una lamentela mentre estraeva qualche vestito dall'armadio -Greg è malato e non c'è nessuno che lo sostiuisca- aggrottai la fronte perchè lui doveva andarci? Poteva darsi malato anche lui, posai nuovamente lo sguardo su di lui e realizzai, era troppo buono anche per inventarsi una bugia del genere accennai un sorriso -Che lavoro fai?- chiesi incrociando le gambe sotto le lenzuola calde -Il commesso al Subgetory- riconobbi la catena di supermercati popolare in tutta londra -Ce ne è uno vicino casa mia- commentai, lui mi sorrise sfilandosi la maglietta scoprì così diversi tatuaggi che ignoravo avesse -Proprio quello- disse ridacchiando indossando la maglietta pulita, una maglietta a maniche corte, nera, riportava il logo di una band emergente -Bring me the Horizon- credevo di averlo solo pensato, realizzai che non era così quando Louis guardò la sua maglietta sorridendo -Si, sono andato al loro concerto, l'ho presa li -

Piacciono anche a te? - si sedè sul letto sfilandosi i pantaloni del pigiama, annuì -Abbastanza, non sono per niente male, Don't go mi piace!- infilò un paio di Jeans neri e stretti rialzandosi dal letto -Scendi per far colazione?- ho sempre odiato la colazione, senza nessun motivo preciso, era un abitudine, al mattino mangiavo poco e niente prendendomi tutti i rimproveri di questo mondo da Dolores, ma con lui suonava stranamente diverso, l'idea di colazione era stata modificata, annuì uscendo dalle coperte e seguendo Louis.

-Buongiorno ragazzi- ci disse dolce la madre di Louis, accennai un sorriso alla sua gentilezza e mi sedetti ad uno dei posti liberi al tavolo -Giorno mamma- Il moro sorrise felice alla mamma lasciandole un bacio affettuoso sulla guancia - Dopo devo andare al lavoro- comunica Louis armeggiando con cibo e ciotole -Come a lavorare?-

-Greg è malato e non ha nessuno per sostituirlo-

-E ci devi sempre andare tu?-

Louis si limita a fare spallucce mentre Johanna scuote la testa -Devi imparare a dire di no ogni tanto-

Il moro mi porse una tazza di cereali con dentro pezzi di Kiwi e banana

-Cosa ci ppsso fare mamma?- chiese retorico sedendosi accanto a me, percepivo il loro attaccamento, madre e figlio, come naturalmente dovrebbe essere -Ma dovevi stare con le gemelle...- disse sua madre d'un tratto, Louis spalancò gli occhi, se l'era dimenticato -Caspita!- ridacchiai al suo modo di evitare parolacce -Non mi ricordavo- la madre sospirò -Non posso portarle da zia Lucy, lo sai che diventano noiose- continuai a mangiare la mia colazione che, nonostante l'abbinamento inusuale mi piaceva molto sentì d'un tratto gli occhi di Louis penetrarmi nella pelle -Puoi tenerle tu- disse appena alzai lo sguardo verso di lui, scossi la testa immediatamente         -Faccio schifo con i bambini- mi affrettai a dire   -Davvero hanno paura di me- mi giustificai, io e i bambini eravamo come diavolo e acqua santa.

-Con Ernie te la sei cavata bene- scossi ancora la testa...

****

-Ok bambine dovete fare I compiti adesso- non ho ancora capito come mi ritrovai in questa situazione. Obbedienti le due si misero ai propri banchetti a completare gli esercizi assegnati.

***

LOUIS' POV

Sorrisi gentilmente alla cliente mentre usciva e guardai di sfuggita l'orario impaziente che il turno finisse. 10:15, era passata poco più di mezz'ora dall'inizio e le lancette sembravano rallentare ad ogni minuto trascorso, una donna si avvicinò alla cassa, la pelle olivastra, il viso amorevole contornato dai boccoli neri, il cappotto spiccava sulla sua persona -Lolita- la salutai mentre posava la poca merce sul nastro,veniva spesso qui, solitamente comperava le solite cose, solitamente era per Britt -Lei è da te?- mi chiese preoccupata,  non c'era bisogno di chiedere chi, dato che era il nostro argomento fisso annuì -Si, sta bene, è con Daisy e Phoebe ora- lei sospirò sollevata -Sta mangiando?- sembrava una madre preoccupata, ridacchiai continuando a passare merce - Si, mangia e non lascia nulla nel piatto- infondo l'ha cresciuta, l'ha trattata come una figlia, l'ha accudita pettinandole i capelli ogni sera, preparandole i pasti, consolandola quando i suoi genitori non si presentavano al suo compleanno -Ora sto nel mio vecchio appartamento- mi comunicò -Non credo di tornare in quella casa, non se non c'e lei- annuì silenziosamente la capivo, e non la biasimavo, avrei fatto lo stesso nei suoi panni.

Just Another Sunny Day [Louis Tomlinson]Where stories live. Discover now