Figlio bastardo

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Calor – Arca in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.



"Il dolore, non è quello che dici,
è quello che taci."

(io_Animor, Twitter)




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𝓘l sudore le imperlava la fronte, guardava la cartina geografica poggiata sulla cattedra di fronte a sé con occhi vuoti e cuore stanco.

«Sei sicura?» fu la voce fibrillante di Ron accanto a lei, occhi che la guardavano come ad aspettarsi di vederla frantumare da un momento all'altro.

Hermione annuì piano, deglutendo aria. «Sì.» soffiò fuori.

Alzò una mano, poggiando il dito su un punto piccolissimo della cartina. «È qui. Flechtorf

Harry si voltò verso la McGranitt: «Può lasciare che ci smaterializziamo?»

«Sì, certo che posso. È la mia scuola.» annuì la Preside, «Ma a una condizione.»

Kingsley la guardò, incuriosito, così come tutte le persone in quella stanza eccetto Karkarov che era stato lasciato sulla sua sedia, a contorcersi finché un Auror non gli aveva fatto ingoiare a forza una pozione soporifera.

«Vengo con voi.»

A quelle parole, il Ministro della Magia sbruffò.

«Non se ne parla, Minerva.» scosse la testa, deciso. «Sono quasi le sei del mattino, tra un'ora Hogwarts si sveglierà e non dobbiamo destare sospetti. Tu resterai qui, a far finta che nulla fosse e a tenere gli occhi aperti. Manderò degli Auror a–»

La Preside lo affrontò, rigida: «Non ho bisogno dell'aiuto del Ministero, o della sua protezione. Quante volte–»

«Non oso immaginare cosa sarebbe successo questa notte se non ci fossimo stati noi.» tagliò corto il mago, dopodiché rivolse la sua attenzione a Harry e Ron.

«Voi due partirete subito. Se non fossi ferito verrei, ma... in queste condizioni mi è impossibile. Vi manderò degli Auror come rinforzo, partiranno dal Ministero il prima possibile. E poi...»

Si voltò piano verso Hermione, questa volta l'espressione più cauta.

«Prima nei sotterranei mi è sembrato di capire, signorina Granger, che lei eserciti una qualche... influenza su Draco Malfoy, anche se non ne ho ancora capito la natura.»

Hermione rimase rigida, le spalle un grumo di nervi tesi e le labbra contratte.

«Qualunque essa sia, se può fare qualcosa– qualsiasi cosa, per rallentarlo... le suggerisco di partire con i miei due Auror.» terminò, indicando Harry e Ron con un cenno fluido della mano.

Hermione si limitò ad annuire, ma poi aprì la bocca, sicura di se stessa: «Non si preoccupi Ministro. Sarei partita con i miei amici in ogni caso.»

Lo disse in quel modo che solo lei sapeva avere, col mento alto, l'ostinazione dei testardi.

Kingsley le lasciò una lunga occhiata, poi si rivolse nuovamente alla McGranitt.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora