Una brutta bestia (2/2)

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Le vene erano come gallerie senza fine in cui riecheggiavano le parole di Neville.

Qualcosa che c'è ma al tempo stesso non è mai destinata ad essere.

Le ringhiavano dentro come tuoni, preludio di tempesta a farle accapponare la pelle. Perché per quanto Hermione volesse calarsi nella parte della giovane ragazza ingenua, le era impossibile.

Le era impossibile perché la sua mente aveva subito colto l'allusione, collegato in modo naturale... Qualcosa che c'è.

E il cuore che tremava e il fiato che si sfibrava... Qualcosa che c'è. E qualcosa nel cuore di Hermione... c'era.

Ma le anime testarde, oh... sono le più difficili da levigare, le più difficili da far arrendere.

Camminava lentamente Hermione, tra i corridoi bui di quella scuola che conosceva a memoria. Teneva la bacchetta a mezz'aria facendo levitare con attenzione accanto a lei il calderone e tutti gli ingredienti necessari.

Il bagno dei prefetti non era lontano, ormai mancava meno della metà della strada e, con sua fortuna, erano tutti a dormire.

Arrivò senza intoppi e, entrando con la massima discrezione e un silenzio delicatissimo, si richiuse la porta alle spalle.

Appena entrò il silenzio della stanza la avvolse, l'aria profumava d'acqua ed era madida di vapore.

La notte fuori era candida e pulita dalle nuvole, così la luce si rifletteva dentro. I raggi lunari filtravano, finendo per bagnarsi nell'acqua della vasca e la Sirena della finestra si acconciava i capelli, accomodata sul suo scoglio.

I vetri colorati facevano riflettere la luce delle più disparate sfumature: i colori della stanza erano di un azzurro pallido, quasi surreale, e si mescolavano al vapore che si alzava dalla vasca.

Hermione avanzò a passi indecisi, così silenziosa che neanche la Sirena si accorse subito di lei. Fu riguardosa nei confronti di quella pace che aleggiava indisturbata: come se la sola sua presenza potesse alterarne l'equilibrio, spezzarne l'incantesimo.

Si accomodò sulle mattonelle fredde, spargendo intorno a lei tutto l'occorrente per il Distillato Soporifero. Poggiò con cura accanto a sé le provette con dentro le gocce di muco di vermicoli, i rametti di lavanda e le radici di Valeriana.

Era sempre stata una pozione semplice e piacevole da preparare; l'odore dato dalle erbe era rigenerante, delicato contro le narici e sicuramente uno dei motivi che le permetteva di rilassare le membra nel sonno.

Si rilassò, finalmente sola e, in movimenti meccanici e lenti, iniziò la preparazione.

Prese quattro rametti di lavanda, rigirandoseli tra le dita solo per imprimersi sulla pelle quel profumo piacevole. Poi, con cura, le sgretolò nel mortaio con due misurini di ingrediente base.

Li frantumò insieme con metodo ed energia finché il composto non divenne abbastanza omogeneo e lo lasciò riposare. Passò al calderone e questa volta somministrò due gocce di muco di Vermicoli con altri due misurini di ingrediente base.

«Ignis» sussurrò piano.

Un attimo dopo fiamme base e calde comparvero al di sotto del calderone, facendolo surriscaldare gradatamente.

Aspettò che tutti gli ingredienti si fossero riscaldati prima di aggiungere la lavanda schiacciata. Amalgamò bene tutto finché l'aspetto non divenne di suo gradimento.

«E adesso...» sospirò tra sé e sé, «Si aspetta.»

Quella era la parte che la entusiasmava di meno. Per certe pozioni i tempi erano lunghissimi mentre, in quel caso, erano fortunatamente solo 70 minuti.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now