L'incantesimo di Neville (2/2)

8.7K 451 172
                                    


Ci sono sempre momenti, nella vita, in cui credi di aver finalmente dato un senso alle cose.

Tu credi di aver trovato la giusta spiegazione, di aver dato un'interpretazione corretta al dubbio che ti assillava ogni minuto di ogni ora di ogni giornata.

Te ne sorprendi, persino; ti rimproveri un poco, chiedendo a te stessa come avevi fatto a non capirlo prima e, in un sorriso consapevole, quello tipico di chi crede di aver finalmente afferrato il senso della vita, ti senti appagata, fiera di te stessa.

Tu, ragazza intelligente, brillante nella sua singolarità, sei finalmente riuscita a mettere insieme i pezzi, a completare il puzzle.

Impressionante, vero?

Ma poi... presto o tardi che sia, capisci di essere solo un'illusa.

Capisci che in realtà non hai capito proprio un corno.

Zero, nada, niente, terra bruciata.

Era questa la fase in cui si trovava Hermione Granger in quel preciso istante: la fase di accettazione.

Non riusciva a prestare attenzione agli ultimi dieci minuti di lezione di Trasfigurazione, non riusciva a prendere neanche un appunto lei che non si perdeva mai una parola. Adesso guardava la McGranitt gesticolare, spiegare, ma ogni movimento lo percepiva a rallentatore, ogni suono le arrivava ovattato, come filtrato da una colonna d'acqua.

Hermione ripensava al volto di Blaise, a quel suo sguardo misto di sardonico diletto e lampante voglia di recarle offesa. Alle sue braccia conserte, una sfrontatezza che sembrava dire: "Tu di qua non passi, mezzosangue."

La giovane maga era rimasta per un attimo imprigionata nella sua gabbia di respiri, indecisa. Poi aveva aperto la bocca con l'intento di replicare e...

Era stato il tempo di un'occhiata.

Era stata un'occhiata.

Blaise adesso le profilava il viso, la sua attenzione rivolta alla sua destra, a qualcun altro.

Hermione sapeva bene chi fosse lì, a un passo da lei, ma non si azzardò a voltarsi un secondo, non lo guardò nemmeno con la coda dell'occhio. Così, la ragazza non vide Draco mimare qualcosa con le labbra, non vide il modo con cui occhieggiò Blaise.

La ragazza non vide nulla di tutto ciò.

Vide solo Blaise schioccare la lingua in segno di disapprovazione e voltarsi nuovamente verso di lei. Il giovane si piegò un poco per arrivare alla sua altezza: «È il tuo giorno fortunato.» soffiò serafico, occhi languidi su Hermione.

La giovane maga lo spintonò indietro con tutta la forza possibile e Blaise incespicò sui talloni, preso alla sprovvista.

Hermione non si curò di guardarsi indietro quando impettita entrò nell'aula di Trasfigurazione ancora vuota.

La rabbia le tendeva i muscoli, come se questi dovessero essere pronti a scattare da un momento all'altro, e forse era davvero così, solo... che questo nessuno lo scoprì mai.

Nessuno lo scoprì mai perché la voce della McGranitt proruppe nel silenzio: «Che cosa ci fate ancora fuori? In classe, hop hop!»

Da quel momento e per tutte le due ore successive Hermione non si era voltata verso la sua sinistra, verso i banchi dove sapeva esserci i Serpeverde, neanche per un secondo.

Una rigida compostezza le aveva fasciato il corpo, la aveva incartata in una falsa attenzione, lo sguardo fermo puntato sulla McGranitt, come fosse un bisogno tenerle addosso le pupille...

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora