Il corridoio

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Dancer - Novo Amor, in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.



"Sei tutto ghiaccio; la tua gentilezza raggela."

– William Shakespeare



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«𝓢ei sicura Hermione?»

Ron la guardava con occhi grandi e apprensivi, attenti a cogliere su di lei la minima smorfia di esitazione. Ma Hermione Granger, in cuor suo lo sapeva bene anche lui, non esitava mai.

Di fatto la ragazza si voltò verso l'amico con occhi lucidi, addolciti, ma estremamente fermi: «Sì, Ron. Non preoccuparti.»

Avevano attraversato il passaggio a muro da soli una decina di minuti e il caos al binario 9 ¾ li aveva investiti in modo dirompente.

I tre giovani maghi non si ricordavano di aver mai trovato così tanta confusione all'Espresso in partenza per Hogwarts, neanche pochi minuti prima della partenza.

C'erano genitori apprensivi che scudisciavano le guance dei figli a forza di riempirle di baci, altri ancora le cui grida si alzavano inclementi, nel momento in cui si accorgevano che il figlio avesse dimenticato qualcosa. C'era chi correva di qua e di là, giovani che si abbracciavano, adulti che si stringevano le mani, e... due barbagianni che volavano indisturbati avanti e indietro, probabilmente scappati dalle loro stesse gabbie.

C'erano genitori che trascinavano valigie al posto dei figli e c'erano figli che rassicuravano i genitori, tentennando a salire sull'espresso fino all'ultimo istante.

Il tutto era reso offuscato dal vapore denso che la locomotiva emanava, imbiancando qualsiasi cosa su cui i ragazzi posassero gli occhi.

In cuor suo, però, Hermione era contenta nel vedere che nulla era cambiato: Hogwarts aveva appena riaperto le sue porte, pronta ad accogliere giovani maghi e streghe e questi la stavano raggiungendo, senza esitazione. Nonostante la guerra la avesse resa il luogo più pericoloso al mondo, nonostante fosse stata culla del peggior dolore, Hogwarts in fondo era stata anche culla di vittoria. Adesso le sue mura erano tornate fedeli, e sicure e questo il mondo magico sembrava averlo appurato senza la minima esitazione, e poi... chi meglio di Minerva McGranitt avrebbe mai potuto gestire e porsi alla guida di quelle giovani menti?

«Hai il tuo biglietto?»

La voce di Harry la destò dai suoi pensieri, ed Hermione si voltò verso l'amico, rivolgendogli un sorriso: «Sì.»

Il giovane mago era stato così gentile da portarle la valigia per tutto il tempo e, quando in quel momento gliela tese, Hermione si rese conto che era davvero arrivato il momento di salutarli.

Li guadò entrambi, i due ragazzi più importanti della sua vita ora lì, davanti a lei, pronti a lasciarla andare...

«Ci mancherai tantissimo.» ammise Harry, mentre Ron accanto a lui annuiva silenzioso.

Hermione poggiò a terra la gabbia di Grattastinchi che fino a quel momento aveva tenuto gelosamente tra le mani e... li abbracciò.

Li abbracciò entrambi, per minuti interminabili, sussurrando loro che si sarebbe fatta sentire così spesso che sarebbe stato come averla lì, con loro. Li ammonì di avvisarla di tutto, ogni cosa facessero e se ci fosse stato qualcosa di cui avessero bisogno non avrebbero dovuto esitare a contattarla.

«Andrà tutto bene, Hermione. Non succederà niente di... sbagliato

Ma a quelle parole Hermione scosse il capo, le ciocche di boccoli a ondeggiare sulle spalle: «No, questo non puoi saperlo. È ancora passato troppo poco tempo... Se qualche seguace più ostinato dovesse essere– »

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now