Artemide

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Artemis - Stephen Rezza, in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.



"Faccio tutto ciò che posso
perché il mio amore
non ti disturbi
[...]"

(Victor Hugo)



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18 settembre 2004

«𝓑eh, domani saranno venticinque! Devi festeggiare in qualche modo...!»

Hermione teneva il cellulare incastrato tra guancia e spalla, le mani a trafficare nella borsa. I tacchi battevano sul marciapiede in modo quasi frenetico, mentre lei quella mattina era già in estremo ritardo.

«Luna...» richiamò l'amica dall'altro capo del telefono un po' scocciata, «Sono oberata di lavoro, sarà un fine settimana di fuoco... non ho tempo e poi... è solo un altro maledetto anno. Non c'è niente da festeggiare.» tagliò corto.

L'amica rimase in silenzio per qualche secondo in più. Alla fine disse solamente: «Lo so.» in un tono che aveva perso il brio di pochi secondi prima, segno che davvero lei sapesse.

«Però...dovresti almeno pensarci. Blaise è...» ci fu una pausa, come se stesse aspettando un qualche cenno di consenso, e infatti poi riprese: «È della mia stessa idea.»

«Ragazzi, grazie ma davvero non–»

«Sai cosa? Te lo passo. Lui sa essere più convincente di me.» fece Luna e, ancor prima che Hermione le rispondesse che non ce n'era bisogno, ci fu rumore di cornetta, fruscio di movimenti.

Un secondo dopo, la voce all'altro capo del telefono era completamente diversa.

«Hei, Herm.» fu il timbro caldo, cheto.

Hermione sospirò, rinunciando a cercare qualsiasi cosa in quella maledetta borsetta e afferrando il telefono con entrambe le mani.

«Blaise, buongiorno.» salutò l'amico con voce più addolcita.

Erano solo le otto del mattino e stava già nervosa, in ritardo e senza un briciolo di pazienza. Doveva assolutamente darsi una regolata o non sarebbe arrivata a fine giornata.

«Ascolta lo so che ti scoccia.» cominciò Blise, che in quegli anni aveva ormai imparato a conoscerla e a volerle bene, in quel modo un po' distaccato ma sincero che lo caratterizzava. «Ma se non hai tempo di festeggiare perché non vieni da noi?»

«No, Blaise, non voglio essere di troppo.» fu la pronta risposta di Hermione mentre già poggiava il viso sull'occhio di riconoscimento per l'entrata al Ministero.

Negli anni Hermione era diventata sempre più risoluta e, per quanto amasse i suoi amici, a volte sentiva il bisogno di starsene da sola, come se in tutto quel tempo non fosse riuscita a incastrare nel mondo tutte le parti di se stessa, perché in fondo sentiva che gliene mancasse qualcuna. E questo la rendeva ermetica, chiusa dietro quel mondo di cui non trovava la chiave, costretta sempre a guardarlo da fuori.

Blaise, in quel suo sesto senso spiccato, dovette intuirlo, perché rimase in silenzio per un secondo di troppo e alla fine disse solo : «Va bene.»

A quel consenso Hermione si lasciò sfuggire un sospiro. Era per questo che aveva imparato ad apprezzare Blaise: sapeva sempre quando era il momento di mollare la presa, di non insistere; cosa che Luna, invece, in quella sua natura ormai matura ma sempre buona e positiva, non coglieva sempre.

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now