➕Extra: Blaise e Luna (2/3)

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Song: Vertigo — Kisnou, Amethyst

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A pugni chiusi

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"E' un'innocenza particolare quella che hanno le persone quando non si aspettano di venir ferite. Chi potrebbe violare questa innocenza senza fare del male anche a se stesso?"
— Hanif Kureishi



«Qual è il tuo colore preferito?»

Luna alzò gli occhi a quella domanda, ci pensò su accarezzando con dita distratte la punta della matita.

Poi guardò Fatou, le sorrise piano: «In realtà... cambio sempre idea. Dipende dai giorni.»

La Tassorosso si sporse verso di lei, abbassando la voce per non disturbare la quiete silenziosa che aleggiava in libreria, «Vabbè, ma oggi qual è?»

«Crema.» rispose Luna, senza esitazioni, «Oggi... oggi è color crema, caldo, dolce, addensato come quei nuvoloni laggiù.» concluse, indicando con un dito il cielo che si intravedeva dalla finestra.

Fatou volse gli occhi verso la finestra e un'espressione crucciata le si spinse sugli occhi. «Oh... credo che abbiamo perso la cognizione del tempo. Sembra stia già scurendo.»

Quel pomeriggio Luna si era recata in biblioteca con una sua cara amica, della casa di Tassorosso. Aveva conosciuto Fatou solo quell'anno ed era certa che fosse una delle ragazze più dolci mai incontrate. Si allietava in sua compagnia e, soprattutto, la ragazza apprezzava sinceramente tutte le sue stranezze. Non la faceva mai sentire in difetto, né faceva pesare i suoi giudizi.

Studiavano ormai da ore e il tardo pomeriggio si faceva strada tra pesantezza e sbadigli. Per di più, si intravedeva un temporale all'orizzonte.

Luna distolse gli occhi dal panorama ingrigito e fosco che dava sul lago, si voltò verso l'amica. «Non è poi così tardi, solo che si prospetta brutto tempo.» arcuò un po' le labbra, dolce, «Ma se sei stanca rientriamo.»

Proprio in quel momento, quando Fatou fece per rispondere... si bloccò. Gli occhi le caddero all'entrata della biblioteca e le labbra le rimasero così... schiuse.

Luna seguì il suo sguardo solo per vedere Albert entrare. Teneva il capo chino, le ciocche bionde sfuggite via dal codino dietro la nuca gli ricadevano in avanti, sulle pagine di un libro che leggeva con aria assorta. Lo teneva aperto sotto il naso, sorretto da un una sola mano ben schiusa sulla copertina. L'altra era delicatamente abbandonata sul fianco mentre camminava a passi lenti ma precisi, come se sapesse a memoria e senza guardare dove dovesse andare.

Luna fece per chiamarlo, ma Fatou le strinse un polso in un istinto repentino. «No.» fu la voce supplicante, gli occhi grandi, «Non chiamarlo, ti prego.» sussurrò.

Poi si ridestò, alzandosi di tutta fretta e facendo meno rumore possibile: «Andiamo... andiamo e basta.»

Luna la guardò, un po' sorpresa: «Ma pensavo che voi foste... amici intimi.»

Lo disse con tutta l'innocenza del mondo, ma Fatou non poté che deglutire a quell'ultima parola. «L-lo siamo.» ammise, raccattando i libri con mani distratte, «Ma... ma è complicato, io... io mesi fa... mi sono...»

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now