La stramba

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Questo è SOLO un assaggio del capitolo che uscirà domani.

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Non so se può interessarvi, ma ho scritto sulle note di Dreamland – Glass Animals in caso vi piacesse leggere accompagnati dalla musica.


"È strano come alcune congetture, alcuni pensieri riguardanti una persona, si facciamo spazio con prepotenza nella nostra testa per essere poi spazzati via con la stessa violenza, nel momento stesso in cui questa persona ci rivolge un sorriso."

(Simona Fuzzetti)




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𝓖rattastinchi se ne stava appollaiato sulle gambe di Draco, il muso incastrato tra le sue ginocchia.

Quella mattina di Natale la Sala Grande era assopita in un bisbiglio leggero, unico suono delicato oltre lo scoppiettio familiare del camino e il suono di note delicate... quelle di una musica natalizia che avvolgeva l'intera stanza in un sottofondo caldo, senza che nessuno riuscisse a capire da dove provenisse.

Magia, semplicemente.

I vetri erano appannati dalla neve che era attecchita durante la notte e che non si decideva a smettere; gli studenti del castello erano ancora tutti per lo più sotto le coperte.

Il tavolo dei Serpeverde era ancora vuoto, eccetto per Blaise e Draco.

I due compagni facevano distrattamente colazione, entrambi con le loro tazze di the fumanti. Sul tavolo tra di loro era comparso anche un piatto biscotti alla cannella e al pan di zenzero ben decorati, gli stessi della sera prima, che però nessuno di loro aveva ancora toccato.

Una mano di Draco accarezzava distrattamente il micio che gli era furtivamente saltato in grembo quella mattina, appena lo aveva adocchiato.

Draco abbassò il capo su di lui, un sorriso leggero a sbavargli un angolo delle labbra verso l'alto: «Non vuoi proprio dirmi dov'è la tua padrona, eh?»

Ma Grattastinchi non fiatò, l'unica cosa che fece fu sistemarsi meglio, incastrando bene il musetto tra le gambe del mago.

«E quindi ecco il motivo per cui sei sparito, ieri sera.» annuì lentamente Blaise, un sorriso enigmatico sul viso che, sotto la luce delle candele, riluceva come bronzo.

Draco gli volse un'occhiata allusiva, le palpebre affusolate: «Andiamo, Blaise...» fu il leggero disappunto, «E lasciami in pace.»

Ma l'amico sorrise genuinamente: «Lo sai che scherzo, amico.» Poi si fece un po' più serio, la lingua a sfiorare le labbra prima di dire: «Se tu stai bene io... sono felice per te e lo sono davvero. Tu... ti meriti di stare bene. E se la mezzo–»

Gli occhi di Draco scattarono su di lui come fulmini di ghiaccio, il labbro superiore arricciato in un ringhio trattenuto.

Blaise si corresse subito: «Perdonami.» socchiuse le palpebre per scusarsi, prima di riaprirle, delicato, «È solo la forza dell'abitudine. Se la Granger ti fa stare bene, allora a me sta bene.»

Draco scalfì pigramente l'aria con una mano, per fargli capire che fosse tutto apposto. Poi alzò gli occhi dal micio e li poggiò sull'amico. Si scambiarono uno sguardo d'intesa, prima che Draco si sciogliesse in un sorriso sincero: «Grazie amico mio.»

Il segreto del silenzio | DRAMIONE Where stories live. Discover now