-Caratterino

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Nei miei diciotto anni di vita, freschi freschi, c'era una sola cosa di cui ero certa, ed era che nelle vene mi scorresse il sonno, ecco perché svegliarmi ogni mattina per andare a Liceo era il mio shock giornaliero.
Perciò considerando che questo fosse il primo giorno di scuola, il trauma di stamattina era decisamente il peggiore di tutto l'anno.
"Buongiorno baby" mi sorrise il mio migliore amico Filippo affiancandomi, insieme a Benny formavamo un magico trio che andava avanti dall'asilo.
"Ciao Filo" sbadigliai mentre lui mi prendeva sottobraccio.
"Dov'è la depressa?" la derise mentre giocherellava con una cerniera del mio chiodo.
"Potresti smetterla?!" gli schiaffeggiai la mano irritata.
Filo era davvero iperattivo e snervante la maggior parte delle volte, con i suoi capelli biondo ossigenato e rosa sprizzava felicità da tutti i pori... il che di primo mattino non era molto di mio gradimento.
"E comunque ha detto che ci aspetta davanti scuola" sbuffai sistemandomi lo zaino in spalla.
"Mhm, non sei agitata per il nostro ultimo anno?" mi scrutò perplesso.
"No Filo, sono solo scocciata e non vedo l'ora che passi" scossi il capo, riluttante appena vidi l'edificio sempre più nitido davanti a noi.
"Io sono euforico, ma ci pensi? La tanto agognata maturità!" Strillò nel mio orecchio.
Incazzata e infastidita gli mollai un pugno sul braccio, allontanandolo da me.
Sistemai le frange del mio chiodo e lo guardai in cagnesco prima di ricominciare a camminare verso il liceo.
Portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi diressi verso Benny vedendola ferma nel cortile.
"Buongiorno, vedo che avete già litigato stamattina" rise.
Stava ridendo?!
"Tutto ok?! Non eri depressa ieri sera?" Filo la squadrò guardingo.
"Ho riflettuto molto stanotte e ho capito che non ne vale la pena, avevate ragione" sorrise.
"Sei bipolare?!" alzai un sopracciglio fissandola.
"Idioti" mormorò, poi getto lo zaino a terra.
La seguii a ruota, sedendomi sul muretto gelido del cortile e accendendomi una sigaretta.
"È arrivato bocconcino" sorrise languido Filippo, regalandomi una gomitata gratuita.
Alzai lo sguardo per portarlo nella direzione indicatami.
Luca D'Orso, detto anche Capo Plaza, era intento a varcare il cancello della scuola.
Diciannove anni di ragazzo, snello con uno stile da gangster, Luca aveva un fascino da bad-boy tutto suo.
Sempre con uno sguardo furbo incorniciato dalle sopracciglia folte e scure, il naso all'insù e con i capelli scuri dal taglio ben curato, le labbra carnose sorridenti solo con i suoi amici fidati... il mistico Capo Plaza era ciò che tutte le ragazze bramavano nell'istituto, bello e impossibile. A meno che non ci si accontentasse di una sola scopata, ovviamente solo su sua richiesta.
Sembrava il re della scuola, tutte erano ai suoi piedi e nessun maschio voleva finirci in mezzo invece.
Dicevano fosse un tipo violento, pericoloso.
Avevo sentito qualche diceria sul suo conto, qualcosa tipo una banda di cui lui fosse il capo, spaccio e forse anche qualche affare losco con dei clan pericolosi.
Insomma, tutto quello che sapevo era già abbastanza perché io gli stessi letteralmente alla larga.
Anche se mi era capitato di incrociare il suo sguardo qualche volta nei corridoi, lo abbassavo subito, l'ultima cosa che volevo era che lui mi puntasse.
Già, perché quando Luca D'Orso puntava una ragazza, per lei era finita.
Nessuno l'avrebbe più nemmeno guardata dopo aver visto i suoi marchi sul collo, Plaza si impegnava affinché tutti sapessero che non dovevano avvicinarsi alla sua preda.
Di solito quando si fissava con qualcuna, la storiella durava meno di una settimana.
Il tempo di riuscire a scoparla e tutto finiva, i succhiotti andavano via e ognuno tornava alla propria vita.
Da quello che avevo inteso, tutto il genere femminile, o quasi, in questo istituto non vedeva l'ora di diventare una sua preda... tutte tranne me.
Io cercavo di evitarlo in qualsiasi modo, cambiavo strada quando lo incrociavo, giravo il volto dall'altro lato se lo vedevo e soprattutto, non lo nominavo nemmeno sotto tortura.
Bastava invocarlo per vederselo spuntare dietro, a volte era quasi inquietante.
Perciò, io me ne restavo nell'ombra evitando qualsiasi cosa potesse portarmi a lui.
"Oh cazzo ti sta guardando!" bisbigliò nel mio orecchio Filippo, riportandomi alla realtà.
"Merda!" Sbottai distogliendo lo sguardo da lui, ignorandolo volontariamente.
"Ma che problemi hai?! È un figo da paura!" borbottò Benedetta.
"Se solo fosse gay anche lui" Filo si accasciò su di me con aria sognante.
"E smettila" sbuffai fuori l'ultimo tiro di sigaretta, tornando in piedi e afferrando lo zaino da terra.
"Vado in classe, fra poco suona" borbottai, poi girai i tacchi entrando a scuola e filando dritta in classe.


Gli ultimi dieci minuti sembravano interminabili, continuavo a sentire il mio stomaco brontolare rumorosamente.
La prof di italiano non voleva smetterla di blaterare e blaterare sulla maturità, quando l'unico pensiero che occupava la mia mente al momento era il cibo.
Avevo una dannata fame e non vedevo l'ora di tornare a casa, l'immagine della lasagna della sera prima continuava a ronzarmi in testa facendomi venire l'acquolina in bocca.
Quando la campanella mi fece sobbalzare dalla sedia, sorrisi vittoriosa.
Nessuno prestò attenzione alla prof che continuava a sbraitare indignata, tutti eravamo concentrati ad uscire il prima possibile da quell'inferno.
Io mi limitavo a camminare a passo svelto per il corridoio, attenta a non rimanere schiacciata dalla mandria.
"Cazzo" sbottai sentendomi sbattere contro un muro.
Il libro di matematica mi scivolò per terra, mi maledissi mentalmente per averlo preso all'ultimo secondo da sotto al banco senza infilarlo nello zaino.
Cercai di afferrarlo da terra prima che mi venisse soffiato da sotto il naso, alzai il capo per vedere chi fosse l'idiota di turno e ritrovai davanti a me l'ultima persona che io volessi incontrare.
"Scusa dolcezza, ti sei fatta male?!" mi sorrise sghembo tenendo fra le mani qualche libro, compreso il mio.
"Sto bene, guarda dove vai" lo fulminai con lo sguardo, poi tentai di acciuffare il mio dannato ammasso di fogli.
"Dovresti essere più gentile con me sai?" alzò un sopracciglio mentre allungava un braccio verso l'alto, impedendomi di prendere il mio libro.
"Mhm" incrociai le braccia al petto.
Avevo una fottuta paura anche se cercavo di nasconderla, Luca D'Orso era davanti a me non voleva saperne di andarsene.
"Posso riavere il mio libro?!" domandai tamburellando il piede contro il pavimento, sforzandomi a non usare un tono troppo brusco.
"Hai un bel caratterino"  mi porse il mio libro con un'espressione sghemba sul volto e se ne andò con un cenno di mano.
Deglutii ricominciando a respirare, solo allora mi accorsi di quanto tesa fossi, mentre lo vedevo camminare sinuosamente lontano da me.
Camminai fra le nuvole verso l'uscita, raggiungendola poco dopo.
La figura di Plaza era ancora davanti a me a qualche metro di distanza, rimasi perplessa quando lo vidi voltarsi verso di me divertito.
Sbuffai quando lo vidi addirittura ridacchiare, mi stava prendendo in giro per caso?!
Salutai i miei amici prima di tornare a casa scazzata, affamata e anche innervosita.
Non lo sopportavo.
"Che sbruffone" sbottai mentre sbattevo lo sportellino del microonde.
Si, parlavo da sola.
Non mi sarei lasciata intimidire dalle mille storie su di lui e di certo non gli avrei dato modo di imporsi su di me come faceva con tutte.
Poteva cercarsene un' altra, io non avrei ceduto ai suoi sporchi giochetti.

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HOLAAAA!
Secondo capitolo per voi!
Finalmente Luchino entra in scena😍
Fatemi sapere che ne pensate e lasciatemi tante stelline⭐️
Bacio a voi, love u❤️

Ps. Sorry per eventuali errori ma non ho riletto❣️

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