-Rosso

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*Plz leggete lo spazio autrice alla fine del capitolo!❤️


"Avevi promesso che mi avresti aiutata a scegliere il vestito per domani sera!" sbuffò Benny mentre mordicchiava il suo snack accanto a me.
"Lo so mi dispiace! Possiamo fare più tardi, tipo le cinque?" borbottai rubandole un pezzo.
"Ok, ma solo perché si tratta di Plaza" bisbigliò nel mio orecchio.
"Ho sentito Plaza!" ridacchiò Filo raggiungendoci in corridoio.
"Cosa? Impossibile!" constatai, a stento lo avevo capito io per quanto Benedetta fosse brava a bisbigliare.
La ammiravo, il mio tono di voce era alto anche quando sussurravo... a volte irritava persino me.
"Infatti non lo avevo sentito, ho improvvisato!" scoppiò a ridere il biondo.
"Cretino" mormorai.
"Ti ho sentita!" disse indispettito.
"Lo so!" gli feci una linguaccia.
"Quindi oggi è il grande giorno delle ripetizioni?" domandò punzecchiandomi Filippo.
"Potresti smetterla almeno a ricreazione? Luca mi tormenta con questa cosa da tutta la mattina" sbottai irritata.
"Ho un regalo per te!" mi sorrise malizioso, porgendomelo.
"SEI DISGUSTOSO!" urlai come una matta, facendo scoppiare a ridere Benedetta.
"È solo un preservativo, tu mi dici sempre di fare attenzione" fece spallucce lui.
"Lascia perdere, è inutile" intimò Benedetta, consigliandomi di ignorarlo.
"Credi di riuscire almeno a pomiciartelo oggi?" mi stuzzicò ancora.
"Non sono affari tuoi!" Borbottai.
"Oh quindi non lo escludi!" esclamò sconcertata la mora.
"Certo che si, è sottinteso" cercai di riparare la situazione.
Filippo alzò gli occhi al cielo deridendomi, poi cambiò discorso con uno dei suoi aneddoti prima che la campanella dell'ora successiva suonasse e mi stonasse i timpani.
Trascinai svogliatamente il mio corpo fino in classe e mi accomodai al mio posto, Luca era seduto comodamente al suo posto e aveva tutta l'aria di essere fastidiosamente euforico quel giorno.
La sera prima, comunque, mi aveva scritto per assicurarsi che fossi arrivata a casa sana e salva... ammettevo mio malgrado di aver risposto con un semplice "si", ignorandolo però subito dopo.
"Mi stavo chiedendo, ti farai trovare senza intimo o metterai qualcosa di coordinato? No perché volevo avvisarti che a me piace il pizzo" bisbigliò al mio orecchio, facendomi arrossire.
Io amavo i completini di pizzo e, a dirla tutta, era intimo da tutti i giorni per me visto che mia madre mi riempiva l'armadio di capi del genere grazie alle sue collezioni.
E poi comunque indossarli quotidianamente era l'unico modo per sfruttarli... data la mia attività sessuale praticamente inesistente.
Perciò, nonostante fossi una verginella... si, odiavo i mutandoni.
"Chi ti dice che io non indossi il pizzo già tutti i giorni?" lo sfidai.
"LO SAPEVO!" colpì con un pugno il banco, fiero.
"Non era un'affermazione in realtà, era una supposizione... e tu non lo saprai mai!" sorrisi sghemba, smorzando il suo sorriso fiero.
"Quindi ora siamo finalmente giunti alla fase della provocazione, non vedevo l'ora" mi schernì.
"Considerando che l'unico a patire con questi discorsi sarai tu, perché no" feci spallucce.
A quanto pare prendere in giro Luca D'Orso era più divertente di quanto avessi mai pensato, lo capii dal modo in cui si struggeva sulla sua sedia in cerca di contatto fisico.



Osservai il mio viso minuziosamente appena uscii dalla doccia, avvolta nel mio accappatoio color tiffany cercavo di scorgere ogni minimo punto nero o imperfezione sulla mia faccia.
Dopo essermi truccata leggermente e aver sistemato i miei capelli in una coda alta lasciai il bagno per entrare in camera mia e scegliere dei vestiti comodi per quell'incontro-scontro che sarebbe avvenuto a momenti.
Afferrai distrattamente il primo completino intimo nel cassetto senza nemmeno guardarlo, poi mi liberai dell'accappatoio.
Quasi mi strozzai rendendomi conto del colore.
"Non se ne parla" sbottai rigettandolo al suo posto e sospirando affranta, non avrei indossato un completino di pizzo rosso, a stento lo indossavo a Capodanno, figuriamoci con Luca D'Orso nella mia stessa camera.
"Nero, perché sarò a lutto" ridacchiai acciuffandone uno a caso, poi lo infilai velocemente.
"Così sembro la vedova nera" sorrisi allo specchio divertita, poi mi diressi verso l'armadio cominciando a frugarci dentro.
Mettere un paio di jeans avrebbe urtato il mio sistema nervoso, amavo la comodità in casa... perciò optai per un pantalone di tuta beige e un semplice crop top nero.
Appoggiai una felpa a caso sulle spalle e risistemai velocemente la stanza, assicurandomi che nessun indumento, in particolare l'intimo, potesse rimanere in bella vista.
Proprio mentre cacciavo i quaderni e il libro di chimica, il campanello di casa ruppe il silenzio insistentemente.
Sbuffai alquanto demotivata prima di scendere lentamente le scale e dirigermi verso la porta con passo da bradipo, mi sembrava di essere diretta al patibolo.
Quando aprii, il moro davanti a me aveva un sorriso furbo sul viso e uno sguardo vispo negli occhi.
Mi spostai accennando un saluto e facendolo entrare, poi feci strada verso la mia stanza.
Lui intanto non proferì parola, restò in silenzio mentre mi seguiva come un segugio e osservava minuziosamente l'ambiente, quando  finalmente arrivammo in camera mia si chiuse la porta dietro silenziosamente prima di aprire finalmente bocca.
"Voglio una prova!" borbottò con fare spavaldo.
"Di cosa?" lo guardai confusa.
"Che indossi sempre il pizzo, per esempio... anche ora ce l'hai?" mi indicò curioso.
"Non ti mostrerò le mie mutande!" sbottai sconcertata.
"Allora il reggiseno" si avvicinò sorridendo sghembo.
"Sei un maniaco!" strillai allontanandomi da lui tempestivamente.
"Allora menti" disse con fare ovvio, incrociando le braccia al petto.
"Certo che no!" sbuffai.
"Oh quindi ammetti che quella di oggi era un'affermazione e non una supposizione?!" scoppiò a ridere fiero dopo avermi incastrata.
"Sei meschino" borbottai offesa.
"Non ho fatto altro che pensare a questo" bisbigliò accasciandosi sul letto e gettando il suo zaino mezzo vuoto per aria.
Mi lanciò uno sguardo languido, squadrandomi da capo a piede mentre si distendeva comodamente, stiracchiandosi come se fosse a casa sua, poi mi fece segno di accomodarmi accanto a lui.
Alzai gli occhi al cielo, disgustata dalla sua spavalderia e poca eleganza.
In risposta sembrò balenargli per la testa l'idea del secolo a giudicare dalla strana espressione che comparve sul suo viso in un battito di ciglia, con uno scatto si diresse verso l'unica cassettiera presente nella stanza e aprì tutti i cassetti.
"Eccoli, cazzo allora è vero" parlò sgomento quando tutta la mia biancheria di pizzo fu sotto i suoi occhi, poi afferrò il completino rosso rigirandoselo fra le mani.
"Mi dispiace sapere che non è addosso a te in questo momento" mi provocò sfacciatamente.
"Tu... chiudi immediatamente" urlai isterica mentre lo spingevo via da lì e sbattevo violentemente i cassettoni.
"Siediti lì e non muoverti più se vuoi restare, altrimenti esci da casa mia a calci in culo" sbottai scocciata e irritata minacciandolo con un dito.
Alzò le mani in segno di resa prima di accomodarsi dove gli avevo indicato e ridacchiare divertito.
Già scocciata dalla sua presenza, lo incitai svogliatamente a prendere almeno il quaderno.
Inutile dire che si era presentato senza libro e senza nemmeno una penna, che dovetti rifilargli io ovviamente.
Per la prima mezz'ora navigai nello sconforto, afflitta dopo aver constatato che quella di aiutare Luca con lo studio era un'impresa divina.
"Potrei infilzarmi la matita nella giugulare in questo preciso istante" sospirai affranta dopo gli innumerevoli sforzi inutili.
Il moro ridacchiò, divertito probabilmente dalla mia disperazione.
"Potresti almeno impegnarti? Smettila di scarabocchiare quel quaderno e ascoltami!" sbottai, non ero certo disposta a sorbirmi la sua presenza inutilmente.
"Voglio fare un patto con te" esordì dal nulla.
"Non ti sono bastati tutti quelli fatti fin ora?" incrociai le braccia al petto, contrariata.
"Mi impegnerò e darò il massimo con lo studio, se tu mi prometti che al nostro appuntamento indosserai quel completo rosso" mi sfidò.
"Mi chiedo se ci sarà mai un'occasione in cui sceglierò liberamente come comportarmi con te" alzai un sopracciglio.
"Serve anche a te la mia sufficienza in chimica" ignorò la mia constatazione precedente.
"Sai cosa? Va bene, tanto non avrai comunque modo di vederlo" lo beffeggiai.
"Ho una grande immaginazione" sorrise sghembo, poi tiro la mia mano nella sua per stringerla... sembrava sempre di più un patteggiamento per la mia ammissione al manicomio.
"Ora, se permetti sono qui per studiare" mi derise prima di cominciare a spiegarmi sapientemente tutta la teoria fatta fino a qualche momento prima e lasciandomi sgomenta, aveva finto tutto il tempo di non aver capito niente.
Mi chiedevo come fosse riuscito a sopportare di ascoltare lo stesso concetto rispiegato per tutta un'ora.
Stronzo.

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BABIESSSS
SONO TORNATA, scusate l'assenza ma sono stata in un vortice di problemi tra covid e altre vicende personali!
Spero possiate perdonarmi❤️
Vi ringrazio per tutti i bei messaggi e pensieri che avete avuto per me in queste settimane difficili!❤️
Detto questo, mi chiedo se sarete pronte a breve per qualcosa di più piccante... insomma prima o poi questa scintilla dovrà pur incendiare i due protagonisti no?!😂
Io vi aspetto ai prossimi capitoli, sorry per eventuali errori e baci a voi❤️
Love u❤️❤️❤️❤️

STREETWhere stories live. Discover now