-Gattina

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Quella mattina mi sembrò più difficile del solito alzarmi per andare a scuola.
Avevo perfino considerato l'idea di fingermi malata ma bocciai subito il pensiero quando mi ricordai del compito di italiano.
Avrei fatto qualsiasi cosa pur di non incontrare la ragione della mia insonnia dal sabato sera precedente.
E poi, non so perché, ma avevo un terribile presentimento quel giorno.
Le mie aspettative furono tutte confermate quando prima di uscire di casa, già abbastanza in ritardo, mi rovesciai un'intera tazzina di caffè addosso, sotto lo sguardo divertito di mio fratello.
"Cazzo" urlai costatando che ormai potevo dire addio alla prima ora, fortuna che il mio compito sarebbe stato alle ultime due.
Avvisai i miei migliori amici con un audio isterico e corsi per le scale fino in camera mia, avevo già cominciato tutto con il piede sbagliato.
La risposta di Filo non tardò ad arrivare sul nostro gruppo, seguita da varie risate di Benny.

Filo:
Non sai che magnifica sorpresa ti aspetta mon cheri😂

Lessi confusa, il suo tono era alquanto ironico... come sempre d'altronde.
Perciò mi preoccupai ulteriormente, crogiolandomi nella disperazione mentre cercavo qualcosa di decente da mettere.
Alla fine afferrai un jeans pulito e un maglione beige e mi cambiai frettolosamente, lavai nuovamente i miei denti e corsi fuori di casa verso la mia auto.
Solo quando mi infilai in macchina e gettai il cappotto al lato del passeggero mi resi conto di una cosa, la spalla del mio maglione oversize cadeva continuamente lasciando intravedere le bretelle del mio reggiseno nero in pizzo.
Certo, per quanto costasse era un peccato non mostrarlo... ma l'idea di essere vista da due occhi marroni indiscreti mi preoccupò.
"Basterà evitarlo" mi feci coraggio mettendo in moto e partendo.
"LO ZAINO!" urlai prima di fermarmi davanti al cancello e correre in casa, trovandolo in cucina.
"Ma che cazzo stamattina" sbuffai sbattendo lo sportello dell'auto quando ci fui finalmente dentro.
"Telefono? C'è. Sigarette? Pure. Zaino? Ora si!" ripassai mentalmente, poi inserii la prima e sfrecciai verso la scuola.
Probabilmente ero in ritardo anche per la seconda ora.
Speravo solo che la sorpresa di cui parlava Filo non fosse poi così grave.
Imprecai sonoramente un bel po di volte prima di riuscire finalmente a parcheggiare la macchina davanti al liceo, scesi velocemente iniziando a correre letteralmente verso la segreteria e poi verso la mia classe.
Ero in fottuto ritardo, anche alla seconda ora.
"Porco cazzo" sbuffai notando la porta della mia classe chiusa.
Feci mente locale rapidamente, ricordando che a quell'ora avevo arte, e mi rilassai di gran lunga quando mi resi conto che ad aspettarmi dietro la cattedra ci sarebbe stata una vecchia rimbambita innamorata dei suoi cappellini fatti a maglia.
Ew, quei così erano orribili, addobbati di fiori indecentemente troppo colorati.
Mia madre si sentiva male ogni volta che la vedeva i primi anni di scuola, era forse una delle poche volte in cui giudicava lo stile di qualcuno.
Tornando coi piedi per terra bussai tranquilla, attendendo il permesso per entrare con il foglio di entrata in mano.
"Buongiorno prof, scusi il ritardo" sorrisi discolpandomi, ricevendo un cenno di assenso noncurante.
"Bel cappellino" le lasciai un occhiolino ridacchiano.
"Oh, Grazie cara" sorrise entusiasta, toccandosi il suo copricapo giallo di quella mattina.
Pensai di svenire quando dal mio posto notai addirittura un'apetta cucitaci sopra.
Qualcosa non mi quadrava, perché Benedetta non era seduta accanto a me? Cercai di attirare la sua attenzione con discrezione mentre la prof borbottava qualcosa su Leonardo.
Non ricevendo nessuna risposta dalla mora, mi voltai alle mie spalle.
"Perché Benny non è seduta qui?" bisbigliai a Filo, che ridacchiò divertito mentre mi indicava il posto accanto a me.
Uno zaino?!
"Di chi cazzo è?!" sbottai cercando di non farmi sentire.
"Tanto fra poco torna, non voglio rovinarti la sorpresa" sentenziò ridendo, poi finse di seguire la lezione ignorandomi completamente.
"Stronzo" mormorai sottovoce, voltandomi di nuovo avanti.
Osservai bene lo zaino accanto a me, non notando nulla di particolare.
La prof intanto aveva cominciato a leggere qualche pagina noiosa e mi affrettai a trovarla per non farmi beccare nella nullafacenza.
Buttai un occhio sul quadernino malandato sull'altra metà di banco e ridussi gli occhi ad una fessura mentre osservavo uno scarabocchio familiare.
"Quello è un gremlins?" pensai allarmata.
Nello stesso momento la porta si spalancò rumorosamente facendomi alzare il capo con uno scatto.
"Merda" borbottai sgranando gli occhi.
Sospirai già sconsolata mentre scivolavo lentamente sulla sedia, in un mondo perfetto quel movimento mi avrebbe fatta scivolare via da quelle quattro mura.
"Buongiorno ficcanaso" mi sorrise sornione sedendosi accanto a me.
"A quanto pare non è un buongiorno" sbuffai indicandolo.
Lui mi punzecchiò con una spallata prima di poggiare un braccio sullo schienale dietro di me.
Potei giurare di aver sentito Filippo trattenere una risata, guardai disperata Benny che si era finalmente degnata di guardarmi.
"Che ci fai qui?" alzai un sopracciglio contrariata.
"Avevo cambiato classe già prima che iniziasse la scuola, aspettavo ufficializzassero la cosa in presidenza. Piaciuta la sorpresa?!" mi solleticò una costola con le dita.
"E sta al tuo posto, te le taglio!" lo schiaffeggiai, divertendolo.
"Mhm gattina" emulò le fusa di un gatto, sfiorandomi la spalla scoperta col naso.
"Oddio sto per urlare" mormorai nel panico.
Alzai con uno scatto il mio maglione largo, allontanandomi con la sedia da lui.
"Proprio vicino a me dovevi metterti?" gracchiai isterica.
"Mi ha accompagnato la prof di Italiano in classe, ha ben pensato di farmi dare il benvenuto da te" si avvicinò, costringendomi a finire all'estremità del banco.
"E indovina un po'" soffiò nel mio orecchio "ha detto che è una modifica perenne" sfiorò divertito il suo naso sul mio orecchio.
Scacciai la sua faccia come se stessi scacciando una mosca, schiaffeggiandolo goffamente.
"Non ti sopporto più" bisbigliai innervosita.
"Gattina, vedrai che finiremo per farci le fusa entro fine anno" poggiò nuovamente il suo braccio sullo schienale della mia sedia.
Presa da un raptus di follia mi gettai violentemente con la schiena all'indietro, schiacciando volontariamente il suo arto in modo rude.
"AHIA" urlò, attirando l'attenzione di tutti.
"D'Orso che succede?!" domandò preoccupata la signora cappellini sobri.
"Niente prof, un crampo" sorrise gentile, fulminandomi con gli occhi.
Curvai le mie labbra in un sorriso vittorioso e mi sistemai comodamente sul posto, ignorandolo fieramente.

"Che cazzo, non sono nemmeno arrivato e già devo fare un compito" sbuffò il moro accanto a me mentre leggeva le tracce del compito in classe di italiano.
Sorrisi rilassata notando che le tracce erano tutte alla mia portata.
"Devi aiutarmi, so tutt difficil" sbottò Luca, scuotendomi un braccio mentre borbottava in dialetto imprecazioni varie.
"Io non devo fare niente" alzai gli occhi al cielo.
Tolsi il tappo alla penna e cominciai a scrivere tranquillamente il mio nome sul foglio, ripiegandolo a metà.
"Ti prego" biasciò disperato.
"Che ci guadagno?" lo guardai con la cosa dell'occhio.
"Il tuo libro di matematica" rispose secco.
"Davvero?!" stranai gli occhi.
"Si, ora dimmi che cazzo devo scrivere di Leopardi!" si agitò sul posto.
Rimasi il silenzio mentre scrivevo sul banco tutte le nozioni base per poter sviluppare la traccia.
"Voglio il mio libro sul banco domani mattina" bisbigliai torva.
"Tranquilla gattina, lo troverai insieme a me" mi sorrise furbo prima di mandarmi un bacio, poi comincio a scrivere concentrato.
Scossi il capo contrariata, cominciando a comporre il mio tema.
Mezz'ora dopo volevo solo dare fuoco a Luca e il suo stramaledettissimo compito di italiano.
"Potresti smettere di avere un tic ogni volta che stacchi la penna dal foglio?!" borbottai stizzita.
Il moro alzò leggermente la testa per guardarmi, poi alzò le mani colpevole.
"Scusa piccola" sorrise innocente, poi riprese a scrivere con più calma.
Schioccai la lingua contro il palato prima di tornare a concentrarmi sul mio scritto.
A quanto pare sarebbe stato un anno lungo, dannatamente, fottutamente... lungo.
Anche questa volta Luca D'Orso era riuscito a rovinarmi la giornata... anzi, forse stavolta aveva preso l'impegno per un tempo ancora più lungo di un semplice giorno.

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BABIEEESSS!!❤️
Capitolo di passaggio, ma a quanto potete notare le cose si fanno più complicate no?
Scusate l'attesa ma da dopo l'esame sono stata piena di cose da fare.
Comunque sia, alla fine il nuovo capitolo è arrivato.
Fatemi sapere che ne pensate e lasciatemi tanti commenti e stelline❤️⭐️
A presto, love u🦇🌹

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