-Chupa Chups

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"Ti ha detto che gli piaci?!" strabuzzò gli occhi Filippo.
"Dovrò ripeterlo altre venti volte? Cazzo" sbuffai mordicchiandomi un'unghia.
"Questo è un bel guaio per te sorella" ridacchiò Benny.
Eravamo spaparanzati sul mio letto, dopo una sessione intensa di inglese, intenti a sciogliere la matassa aggrovigliata nel mio cervello.
"Grazie, davvero di conforto" borbottai appoggiando le mie gambe in aria contro al muro.
Fissai un punto a caso della stanza ripercorrendo mentalmente gli ultimi minuti della sera prima.
Dopo un viaggio di ritorno silenzioso ero scappata dalla sua auto appena arrivati davanti casa mia, di nuovo.
Quanto meno stamattina non si era presentato a scuola, la cosa mi rincuorava.
Senza Luca come compagno di banco probabilmente la mia vita sarebbe stata migliore, ridacchiai da sola al pensiero.
"Cosa ridi? Sei pazza?" mi guardò scioccato Fili.
"Non mi lascerà mai in pace vero?" lo guardai affranta.
"Non capisco tutto questo dramma" Benedetta esordì seria.
La guardai curiosa, aspettandomi il peggio.
"Lui ti piace ragazzina, smettila di prenderti in giro da sola" mi puntò il dito contro.
"No" sbuffai.
"Cazzo, ma ti rendi conto che neghi l'evidenza?!" sbottò Filippo "smettila di fare la fifona e concediti un'opportunità" sbuffò.
"Oh andiamo! Lui non può piacermi!" urlai isterica strappandomi quasi i capelli dalla testa.
"Perché?" scoppiò a ridere il mio migliore amico, divertito dalla mia performance.
"Nemmeno voglio ripetere i mille motivi per il quale ho ragione" sbuffai affranta.
"Tu pensi troppo" la mora mi accarezzò i capelli dolcemente.
"Lo so" piagnucolai "lui mi farà del male" mi coprii la faccia con le mani.
"Se hai sempre paura di cadere non volerai mai..." Filippo mi abbracciò dolcemente.
"Forse avete ragione" sospirai "ma non mi butterò a capofitto in questa situazione, ci andrò con i piedi di piombo comunque" spiegai seria, ancora nella morsa del mio migliore amico.
"Ed è giustissimo" Benny si buttò a capofitto su di noi abbracciando entrambi.

"Tu lo sapevi?" mio fratello fece capolino nella mia stanza qualche ora dopo.
"Sapevo cosa?" domandai scettica stoppando il film che stavo guardando, ormai sola sotto le coperte.
"Non ci sarà una dodicesima stagione di Shameless" si gettò disperato accanto a me.
"Già" sbuffai, anche se ormai lo avevo accettato da tempo io.
"Che guardi?" si infilò sotto la trapunta accanto a me.
Generalmente quelli in cui guardavamo film erano gli unici momenti in cui ci adoravamo.
Sghignazzai all'idea di quando ci eravamo quasi picchiati per il Monopoly... i giochi da tavolo erano praticamente un ring per noi due.
"L'ho trovato per caso, parla di un omicidio da risolvere o qualcosa del genere" spiegai annoiata.
"Chi pensi che sia?" si sistemò incuriosito.
"È il migliore amico di lei, palese" risposi annoiata, era così chiaro.
"Perché lo pensi?" indagò ridacchiando.
"Gelosia, lei non lo voleva e aveva scelto il tipo figo del quartiere" blaterai assonnata.
"E se fosse il tipo figo?" chiese serio.
"Nah, troppo disinteressato a lei. Hanno fatto vedere che ne scopava altre cento" esordii.
"A proposito di tipi fighi..." iniziò il discorso Marco "mi hanno detto che ti vedono spesso in compagnia di Luca D'Orso" concluse vago.
Merda.
"Andiamo in classe insieme" mi finsi poco interessata al suo discorso.
"E andate anche fuori dalla classe insieme?" ridacchiò.
"Che ti importa? Siamo solo... conoscenti" borbottai.
"Oh... nemmeno amici?" mi prese in giro.
"Ma che vuoi sapere di preciso?! Diamine" sbuffai.
"Sta calma Genoveffa" mi prese in giro "volevo solo sapere se devo preoccuparmi" asserì.
"Preoccuparti di cosa?" alzai un sopracciglio scettica.
"Se ti importuna intendo, voglio solo che tu stia bene" mi spiegò serio.
"Oh... no lui è, insomma è... carino con me... credo" balbettai confusa.
"Lo spero per lui, non girano belle voci sul suo conto... perciò volevo solo accertarmi che è tutto ok. Ci ho giocato un paio di volte a biliardo al London Pub, quello che fa le patatine che piacciono a te... comunque sia è stato simpatico con me" parlottò.
"Tu lo... conosci?!" strabuzzai gli occhi.
"Per quello che un paio di partite a biliardo possono permettere" sghignazzò.
"Credo che lui mi stia... corteggiando?! Mettiamola così, gli sto dando filo da torcere" dissi incerta.
"Fai bene sorellina, anche se mi hanno anche riferito che non ha intenzione di mollare" rise.
"Ma chi ti riferisce scusa?! Hai qualche spia o agente segreto nella sua cerchia di amici?!" alzai gli occhi al cielo.
"L'ho sentito parlare al pub qualche sera fa" scoppiò a ridere.
"COSA?!" urlai saltando sul posto.
"Già" continuò a ridere di gusto.
"Beh?" lo incitai a parlare.
"Beh sembrava molto preso e infatuato, motivo per il quale chiudo un occhio sul suo stile di vita... almeno fino a quando non ti creerà problemi." spiegò in maniera davvero molto seria.
"Sta tranquillo per me, so badare a Luca D'Orso" sorrisi cercando di tranquillizzarlo.
"Già... ma non a Capoplaza" sospirò "voglio solo che fai attenzione ok?" mi abbracciò.
"Oh... certo" ricambiai la sua stretta.
"Che ne dici di un horror?" domandò di botto smorzando la situazione.
"Sai che li odio" lagnai.
"Allora un thriller, o qualcosa su un mistero" ci pensò su.
"Mhm no"
"E se giocassimo a Cluedo?" scoppiò a ridere.
"Sono le dieci e mezza, sei sicuro che vuoi una rissa così tardi?! Non vorrei che domani tu sia distrutto per gli allenamenti!" ridacchiai.
"Ti faccio il culo sorellina" si alzò di scatto per correre a prenderlo.
Poi sentì la casa sfasciarsi per quanto fracasso c'era nel salone.
Lo raggiunsi fiacca mentre pensavo che effettivamente io avevo un certo languorino.
"Pop corn?" domandai uscendo dal salone e trotterellando in cucina.
Mi incantai nel fissare il microonde mentre lo scoppiettio di quei minuscoli chicchi rimbombava nella stanza.
Poi mi sembrò di sentire il campanello suonare due o tre volte, tanto da preoccuparmi di dover andare ad aprire... immaginavo Marco lo stesse ignorando per costringere me ad andare alla porta.
"La portaaaa" urlai dirigendomi verso di essa.
Oh c-
"Cazzo" sputai fuori, non contenendo i miei pensieri, quando dietro la figura di mio fratello, con la mano ancora sulla maniglia, sbucò lui.
La persona meno adatta ad una serata tra me e mio fratello.
"Io ti conosco!" sorrise il moro, entrando in casa sotto invito del suo interlocutore... nonché mio consanguineo.
"Abbiamo giocato a biliardo al London qualche volta" ricambiò il sorriso "Marco" gli porse la mano.
"Luca" la strinse in modo convinto.
"Mhm ciao" sbuffai cercando di far notare la mia presenza nonostante loro mi stessero ignorando.
"Ciao" Luca mi venne incontro lasciandomi in bacio veloce sulla tempia, sotto lo sguardo attento del primogenito della mia famiglia.
"Che diavolo ci fai qui?!" bisbigliai quasi sbattendo un piede a terra per l'aria capricciosa che stavo assumendo.
"Volevo vederti" fece spallucce.
"Non potevi farmi una videochiamata?" sbuffai, poi trotterellai nervosamente in cucina.
Tirai fuori in modo violento i pop corn dal microonde e mi voltai verso il bancone per buttarli violentemente nella ciotola verde che avevo scelto.
"Sei arrabbiata?" domandò Luca a pochi passi da me.
"No, sono solo... sono... insomma perché sei piombato qui senza avvisare?! C'è mio fratello cazzo" sospirai affranta.
"Lui è apposto" ridacchiò cercando di abbracciarmi.
"Già ma io no" mi divincolai bruscamente.
"Che significa?" storse il naso.
"Diamine è così imbarazzante" quasi urlai in preda all'isteria.
"Allora, che facciamo?" sorrise godendo alla vista della mia disperazione.
"Cluedo" brontolai sorpassandolo per andare in salotto.
Mio fratello mi rivolse un occhiata indecifrabile e derisoria vedendomi così tesa.
Il moro dietro di me si gettò sul divano accanto a mio fratello mentre io mi spaparanzavo sulla poltrona, il più possibile lontano da lui.
"Ci sai giocare?" gli domandò mio fratello mentre dava carte velocemente.
"No" ridacchiò guardandomi.
"E facile, ti spiego" disse con non chalance Marco.
Mi incantai a guardarli mentre il moro aveva un'espressione piuttosto concentrata in viso e mio fratello ridacchiava scherzando con lui e spiegandogli tutto.
Che razza di scena da brividi.
Quando Luca affermò di aver capito cominciammo il gioco.
Ringraziai la mia competitività perché pian piano concentrandomi sul gioco i miei nervi si sciolsero facendomi rilassare.
"Non vale così!" sbuffai sgridando mio fratello.
"Sono le regole pidocchio" mi beffeggiò.
"Tu e le tue dannate regole! Dimmi, dove vedi scritto che puoi arrotondare il numero dei dadi solo per entrare in una stanza?!" sbottai lanciandogli le istruzioni.
Luca ridacchiò sotto i baffi poi afferrò per primo il libretto.
"Il pidocchio ha ragione" alzò le mani in segno di resa convincendo mio fratello.
"No vedi è scritto qui!" indicò un punto a caso sul foglio.
"Oooooh si, come ho fatto a non leggerlo?!" si grattò una guancia Luca mentre provava ad essere convincente con me.
"Siete due imbroglioni" sbuffai stizzita, poi mi ripresi le istruzioni alquanto piccata facendomi ridere di gusto.
Quindi ora D'Orso faceva squadra con mio fratello?!
Afferrai un pugno di pop corn ingurgitandoli freneticamente prima di tirare i dadi al mio turno.
Sorrisi soddisfatta quando con la mia supposizione trovai il penultimo pezzo del puzzle.
Mi mancava solo capire quale tra i due personaggi che mi erano rimasti fosse il colpevole.
Poi l'inaspettato.
Luca mi spiazzò quando al suo turno fece la sua supposizione finale vincendo definitivamente il gioco.
"Ma come cavolo hai fatto? Ti mancavano ancora le carte all'angolo da vedere!" scossi il capo contrariata.
Lui e mio fratello scoppiarono a ridere guardandosi silenziosamente.
Così mi gettai a capofitto sul suo blocchetto di annotazioni, per poi trovarlo con ancora meno cose segnate del mio.
Li guardai interdetta non capendo.
"Avete visto le carte prima?!" sbottai.
"Cos... ma come osi?!" scoppiò a ridere mio fratello, proprio come tutte le volte in cui imbrogliava.
"Dai siete due imbroglioni, non ci gioco più con voi!" gracchiai contrariata sotto i loro occhi ridotti a due fessure per quanto stessero ridendo.
"È stato divertente!" disse Luca con le lacrime agli occhi.
"Lo è sempre" gli diede il cinque Marco.
Ingurgitai l'ennesimo pugno di pop corn farfugliando insulti vari e rifiutandomi di guardarli.
"Vuoi la rivincita sorellina?" mi beffeggiò il biondo.
"Di questo passo l'omicidio sarà il tuo, nel salotto, strangolato dalle mie mani" sorrisi innocentemente, divertendo il moro.
"Io direi di cambiare attività" propose il moro.
"Decisamente" ridacchiò Marco "Film?"
"Mhm hanno caricato l'ultima stagione di Peaky Blinders... vi piace?" domandò il moro pensandoci su.
"Fratello se ci piace?! Sono settimane che cerchiamo di organizzare una maratona!" rispose vittorioso.
Luca diede il cinque a mio fratello, poi mi incitò a infilarmi in mezzo a loro sul divano per cominciare.
Mi sarei consolata con la visione di Cillian Murphy... almeno questo.
"Metti play" mormorai quando mi finii di sistemare comoda tra di loro.
Marco si gettò su un lato del divano per mettersi comodo.
"Tutto ok?" bisbigliò Luca nel mio orecchio tirandomi a se.
"Si, è solo strano" sorrisi in imbarazzo.
"Cosa?" domandò ancora bisbigliando.
"Questo" risposi indicandoci tutti e tre sullo stesso divano.
"E non ti piace?" ridacchiò sfiorando il mio orecchio con la punta del suo naso.
"Devo abituarmici?" domandai io, sfidandolo a darmi un po' di concretezza.
"Si" sorrise lasciando un bacio innocente sulle tempie e stringendomi a se.
"Allora si" mormorai.
Lui mi guardò confuso, cercando di capire che cosa significasse la mia affermazione.
"Mi piace" alzai gli occhi al cielo dandogli un buffetto per prendere un po' di distanza da lui, inutilmente.
"È STRANO!" borbottò dal nulla Marco, facendomi sobbalzare.
"Che cosa?" si ricompose il moro rispondendogli.
"Che mia sorella non abbia ancora fatto un apprezzamento su Tommy da quando è iniziata la sigla" ridacchiò prendendomi in giro.
"Solo perché non li esprimo ad alta voce non significa che non li abbia tutti qui" indicai la mia testa sorridendo, poi tornai con lo sguardo sulla tv.
Alla scena di Cillian a petto nudo mi sistemai meglio per cogliere tutto il belvedere che quella grande serie offriva.
"Non ti azzardare nemmeno" mi puntò il dito contro Luca, dandomi un pizzicotto nel fianco e un colpetto sulla testa... come se volesse fermare i miei pensieri.
Ridacchiai guardandolo divertita poi alzai gli occhi al cielo ignorandolo.
"Effettivamente i tuoi gusti sono coerenti" bisbigliò al mio orecchio punzecchiandomi.
Lo guardai confusa prima di ricevere la conclusione del suo ragionamento.
"A modo mio, sono anche io un Peaky Blinder... moderno" ridacchiò.
"Sei un idiota" sbuffai ridendo, poi lo ignorai definitivamente.

"Ci si vede allora!" esordì mio fratello prima di fare con Luca uno di quei saluti da uomini che tutti fanno.
"Sicuro!" sorrise di rimando il moro.
"Ti tengo presente per la maratona?" domandò gentilmente.
"Ovvio!" annuì l'altro.
"Siamo noi tre e Diego, il mio migliore amico" spiegò mio fratello mentre cominciava ad allontanarsi.
Un guizzò attraversò gli occhi di Luca in modo talmente veloce che nemmeno ebbi il tempo di prepararmi a quello che disse dopo.
"Chi, quello che le ha chiesto di uscire?" domandò con un sorriso malizioso indicandomi.
"LUI COSA?!" la voce di mio fratello scioccato mi fece sobbalzare.
Luca D'Orso aveva appena scoperchiato il vaso di Pandora... e lo aveva fatto di proposito, lo confermava il suo sorriso soddisfatto che mi aveva rifilato di nascosto.
Stronzo.
"Credevo fosse un invito per entrambi, quando eravamo al centro commerciale... ma quando tu poi ci finalmente raggiunti lui ha cambiato discorso e fatto finta di niente" feci spallucce spaventata dalla reazione che avrebbe potuto avere.
"Ma che... stronzo, sono anni che gli dico di non azzardarsi!" sbottò.
"Anni?!" strabuzzammo gli occhi rispondendo in coro io e D'Orso.
Imprecai pensando che probabilmente gli anni di cui parlava erano proprio gli stessi in cui io a mia volta avevo avuto una megacotta per lui... lo feci mentalmente però, era meglio che Luca D'Orso non venisse a conoscenza di questo piccolo dettaglio.
"Già" sbuffò Marco "Beh sai già come la penso" mi puntò il dito contro serio.
"Condivido fratello" rispose solenne il moro dandogli ragione e corda.
"Tranquillo, non mi interessa" gracchiai mentre Marco faceva segno di aver capito andando via e io cercavo di trascinare fuori il nostro ospite.
"Sarà meglio per te!" borbottò Luca caricandomi sulla sua spalla e trascinandomi fuori da casa mia.
"Che diavolo fai?!" mi dimenai scioccata.
"Devo darti una cosa!" disse spostando una mia mano sulla sua faccia e ridacchiando.
"E non puoi darmela mentre sono coi piedi per terra?" parlai scocciata, ormai immobile sulla sua spalla.
"Era più divertente così" ridacchiò.
Poi mi posò a terra appena arrivammo davanti alla sua auto.
"Perché hai detto quella cosa a mio fratello?!" serrai le braccia davanti al petto appena riuscii a vederlo in viso.
"Tuo fratello deve sapere che amici ha" fece spallucce.
"Sei davvero così premuroso" sorrisi fintamente.
"Già" ricambiò malizioso avvicinandomi a se "guarda" mi porse una scatola impacchettata in modo davvero pessimo.
"L'hai incartata tu?" ridacchiai guardandola.
"Ciro" sorrise.
"Oh" sorrisi dolcemente mentre cominciavo a scartarla.
"Non ci credo!" ridacchiai.
Al suo interno c'era un una sottospecie di mazzo di fiori ma fatto con dei Chupa Chups a Coca-Cola, era davvero adorabile... unico nel suo genere aggiungerei.
"È dolcissimo... in tutti i sensi" ridacchiai.
"Volevo farmi perdonare per ieri sera, ho perso un po' il controllo con te... mi dispiace" bisbigliò in difficoltà mentre mi guardava insicuro.
"Grazie" lo guardai seria, poi azzardai una cosa che non avevo mai e poi mai immaginato di fare.
Mi avvicinai per abbracciarlo insicura, poi venni avvinghiata completamente dalla sua morsa stretta e avvolgente.
"Mi dispiace" sussurrò nel mio orecchio.
"È ok, credo" affermai inspirando il suo profumo con la testa nell incavo del suo collo.
"I lecca lecca sono un'idea di Ciro, gli ho detto che dovevo farmi perdonare da te ma non volevo usare un modo banale" ridacchiò "ha detto anche che dovevo dirti che sei speciale per me come lo sono i Chupa Chups a coca cola per lui!" scoppiò a ridere, trascinando anche me.
"Non ci credo!" sorrisi staccandomi da lui.
"Cosa, che lo ha detto davvero o che sei speciale per me?" domandò accarezzandomi il volto dolcemente.
"Buonanotte" troncai il suo tentativo di avvicinarmi di più a lui, timorosa.
Lui annuì con un sorriso flebile, capendo che stavo letteralmente scappando da quella situazione troppo romantica.
Mi tirò a se prendendo il mio viso fra le sue mani, facendomi irrigidire.
Mi rilassai di colpo però quando non approfittò della sua possibilità di baciarmi, si limitò a lasciarmi solo un dolce bacio sulla punta del naso.
Approfittando della mia malleabilità in quel momento si concesse altri due baci sulla mia fronte prima di sussurrarmi una buonanotte flebile... poi mi lasciò libera di andare.
Ma non andai.
Lo fissai ancora qualche secondo, sotto il suo sguardo attento.
Così staccai un lecca lecca dal mio mazzo di "fiori" e lo porsi a lui dolcemente, insicura e in imbarazzo.
"Notte" sussurrai prima di lasciarglielo fra le mani, sfiorandole involontariamente, poi mi allontanai guardando un'ultima volta i suoi occhi sorpresi e il sorriso quasi tenero che si formò sulle sue labbra.

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BABIEEESSS ECCOMI!❤️
Ci ho messo un po' ma davvero all'inizio questo capitolo non mi soddisfava, così l'ho praticamente ripensato e riscritto dall'inizio alla fine.
Spero vi piaccia❤️
Fatemelo sapere nei commenti 💖💖💖

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