-Big Babol

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L'ultima ora di quel mercoledì era finalmente arrivata. Dopo aver rischiato di addormentarmi nelle due ore di latino, la miriade di schiaffi dati a Luca ogni volta che provava a sfiorarmi e le mille imprecazioni allegate, finalmente era giunto il momento di
più atteso di quel giorno, la consegna dei compiti di chimica.
Non ero preoccupata, anzi... ero piuttosto curiosa di sapere quanto bene avessi fatto quella volta.
Amavo la chimica ed ero eccellente in quella materia, perfino più di quanto lo fossi in inglese.
Fulminai per l'ennesima volta Luca quando disegnò un mostriciattolo sulla mia parte di banco.
"Questa sei tu quando ti arrabbi" mi prese in giro.
"Divertente" lo guardai senza parole.
A volte sapeva essere davvero infantile.
"E questo sono io arrabbiato perché non mi scrivi mai" si disegnò arrabbiato col cellulare in mano.
"Continui a sperare che io ti scriva?" ridacchiai.
"In realtà no, ma non ho ancora trovato la scusa giusta per farlo io... sono sicuro che la troverò" mi punzecchiò cacciandomi una linguaccia.
"Ma tu mi hai già scritto, quando ti sei appostato davanti al negozio" gli ricordai fingendo di avere un'aria scocciata.
"Non sai che goduria vedere la tua notifica di risposta" mi afferrò il viso portandolo a se e lasciandomi un bacio sulla guancia.
"Ew" sbuffai pulendomi.
Ammetto di aver enfatizzato molto quella reazione... a dirla tutta, aveva delle labbra morbidissime.
Mi schiaffeggiai mentalmente dopo averlo pensato, pentendomene immediatamente.
Mi sistemai in modo composto sulla sedia appena il professore entrò velocemente in classe con la sua valigetta, tirandone fuori i fogli corretti a penna rossa e cominciando un discorso vago e dispersivo come suo solito.
Attesi con ansia il mio turno quando cominciò a distribuire i test tra i banchi, intrattenendosi con qualche commento.
"D'Orso, mi chiedo quando comincerai a studiare" sbuffò quando arrivò davanti a noi, prima di lasciargli il compito sul banco.
"Due, che palle" sospirò il moro accanto a me.
A dire la verità, ora mi sentivo anche in colpa, quando lo avevamo svolto io e Luca avevamo appena smesso di litigare come al solito, probabilmente era così arrabbiato anche lui che non aveva ceduto a chiedermi una mano.
Ed io ero decisamente troppo orgogliosa per propormi da sola ad aiutarlo, nonostante lo avessi visto in chiara difficoltà.
L'unica cosa che mi ero spinta a fare era stata scrivere la formula base dell'argomento dei problemi sulla metà del banco, chissà per quale santa ragione.
Eppure a quanto pare non era servito a nulla, probabilmente Luca non sapeva nemmeno di che materia trattasse il compito.
"Complimenti" sorrise l'uomo barbuto a me invece "un bel nove signorina" disse porgendomi il foglio privo di errori.
"Come cazzo fai?!" mi bisbigliò Luca irritato.
"Esiste una cosa chiamata studio" lo guardai scocciata.
"Ferrari!" mi richiamò il professore quando si riaccomodò alla cattedra.
"Si prof" portai lo sguardo su di lui.
"Mi affido a lei per far recuperare quel caso perso del suo compagno" sorrise.
"COSA?!" gracchiammo all'unisono io e Luca.
"Avete sentito bene. E se non recupererà entro la fine del primo quadrimestre anche la sua media si abbasserà" spiegò serio.
"Ommioddio è uno scherzo" mormorai affranta, provocando una risatina del mio compagno di banco.
"Non si abbatta, se ce la farà avrà un bel dieci in chimica. Credo sia un buon incentivo in vista della maturità no?!" parlò subdolamente il prof. Bonas.
Mi sta ricattando?!
Un uomo maturo dalle origini Italo-Spagnole, a quanto pare più stronzo di quanto pensassi, mi stava ricattando... si, lo stava facendo!
"Questa è una follia!" sbottai.
"Non si preoccupi, vedrà che grazie a lei migliorerò" mi abbracciò languido Luca.
Dietro di me Filo sembrava stare per morire dalle risate, Benny mi guardava preoccupata e tutta la classe era inerme, probabilmente scocciata da quell'interruzione.
Le uniche davvero interessate erano le ragazze, che sembravano cacciar fumo dalle orecchie, brutte stronze.
"Confido il lei!" mi indicò fiero il professore, poi iniziò a spiegare gli esercizi del compito con le dovute correzioni.
"Potrei strangolarti se non mi togli subito le tue sudice mani di dosso" fulminai con lo sguardo Luca, ancora avvinghiato a me.
"Micetta, sembra che faremo le fusa insieme prima di quanto pensassi" mi derise.
"Tu potresti fare il gatto castrato" sorrisi fintamente.
Una smorfia di dolore attraversò il suo viso mentre si allontanava lentamente dal mio corpo.
"Tu mi spaventi sai?" ridacchiò.
"Se fosse vero non saresti la mia zecca personale" sbuffai.
"Non dire così, le zecche sono brutte" si lamentò.
"Scusa Brad Pitt" alzai gli occhi al cielo.
"Prr" finse di fare le fusa "tu sei la mia Angelina?!" strofinò il suo naso sulla mia spalla.
E mi domandai se facesse quel gesto solo per irritarmi o magari gli piacesse pulirsi le caccole su di me.
"MA CHE DOMANDE SONO?!" sbottai mentalmente.
"Lo sai che si sono lasciati vero?" ridacchiai, col suo volto ancora appoggiato su di me.
"Tranquilla baby, noi non ci lasceremo mai" mi prese in giro, poi posò un bacio sulla mia pelle.
"Questo perché non sarebbe possibile dato che non staremo mai insieme" spinsi via la sua testa con un dito.
"E comunque è colpa tua se ho preso due, perciò ti tocca aiutarmi!" fece leva sui miei sensi di colpa, ignorando la mia ultima frase.
"Cosa? Sei tu che non sapevi nemmeno quale fosse l'argomento del compito!" sbottai, cercando di controllare il mio tono di voce.
"Beh tu non mi hai aiutato!" mi fece una linguaccia.
"Tu non me lo hai chiesto" alzai un sopracciglio.
"E tu non ti sei comunque proposta di farlo, ero arrabbiato con te" borbottò.
"Oh scusami se ti ho fatto arrabbiare" risposi ironica, provocandogli un sorriso inconsapevole.
"Magari la prossima volta eviterai di attaccare le tue stupide gomme da masticare sotto il mio lato del banco e io non me le ritroverò sulle mani, vedrai che così non ti farò più arrabbiare" conclusi torva.
Luca ridacchiò divertito, probabilmente ricordando la scena.
La sua fottuta big-babol rosa si era attaccata sui miei polpastrelli dell'indice e del medio e quando avevo provato a staccarla avevo addirittura rischiato di vomitare.
Ormai era appiccicata così bene da sembrare formaggio filante ogni volta che provavo a tirarla via, impiastricciandomi anche l'altra mano.
Alla fine, tra le lacrime per le risate, Luca Stronzo D'Orso mi aveva aiutata a liberarmene, deridendomi poi per tutto il giorno.
Proprio per questo motivo, stanca delle sue battutine, prima del compito mi ero infilata una chewing-gum in bocca e l'avevo masticata per bene, poi l'avevo attaccata inaspettatamente sulla sua fronte... scatenando la sua ira.
Mi avrebbe strangolata se solo il prof Bonas non mi avesse salvata entrando in classe.
"Sei stata una vera stronza" mi riportò alla realtà il moro.
"Te lo sei meritato" mormorai rancorosa.
"Hai ragione" mi regalò un sorriso colpevole, provocandone uno anche me.
"Da quando sorrido a Luca D'Orso?!" pensai contrariata.
"Sei troppo accondiscendente" mormorai sospettosa, tornando in me.
"Sto solo sperando che tu mi faccia lezioni acchitata come una prof sexy" poggiò la testa sul mento con finta aria sognante.
"Sei..." iniziai.
"Disgustoso!" mi fece il verso anticipandomi.
Sobbalzai sentendo il professore urlare contrariato ad una risposta sul test, quindi mi concentrai a seguirlo prima che mi scoprisse a far nulla e peggiorasse ancora di più la mia giornata con qualche strana punizione.


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BABIEEESSS!!
Questo capitolo è stato un parto, Wattpad mi sta boicottando HAHHAHAHA ultimamente mi da solo problemi.
Comunque sia, capitolo di passaggio ma le cose si fanno interessanti... tutto sembra remare contro la povera Franci.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo, se vi è piaciuto il capitolo e lasciatemi tanti commenti e stellineee⭐️
Al prossimo capitolo, love ❤️🦇

Sorry per gli erroriiiiiuuuuu💖💖💖💖

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