- Bowling

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Avevamo appena finito di pranzare con un insulso toast al prosciutto cotto, Luca aveva insistito perché non scappassi via a gambe levate dopo quel bacio tanto atteso e ora ce ne stavamo spaparanzati sul suo letto comodamente.
"Potresti smetterla di stritolarmi?!" borbottai a corto di fiato nella sua morsa stretta.
Da quando era successo... insomma, da quando ci eravamo baciati, non mi aveva più mollata un secondo.
"No" sentenziò lasciandomi un bacio veloce sulle labbra.
"Sul serio, non respiro" ridacchiai cercando di riacquistare spazio vitale.
"Sai, altre signorine pagherebbero per stare al posto tuo... nel mio letto" mi prese in giro mentre mi lasciava andare orgoglioso per posare le sue braccia sotto la nuca.
Lo guardai, senza parole per quello che aveva appena detto, mentre lui fissava il soffitto sorridendo fiero.
"Sai, sei sempre in tempo per scegliere la strada della ricchezza" sospirai piccata, allontanandomi ancora un po' dal suo corpo.
"E come faresti senza di me?" mi guardò finalmente, divertito.
"Troverei qualcuno che non pensa ad altre 'signorine' mentre sta con me" sorrisi beffarda mentre mimavo tra le virgolette la stessa parola usata da lui, per poi assumere la sua stessa posizione guardando il soffitto.
"Nessuna è all'altezza della mia donna, nessuna può stare a casa mia, in camera mia... sul mio letto" sorrise malizioso attirandomi a se.
"Io non sono la tua donna" bofonchiai ancora indispettita dalla sua uscita poco piacevole, chissà se ero davvero la prima in camera sua però.
Decisi di fidarmi, solo per il piacere di non crearmi mille paranoie.
"Si che lo sei, dal primo istante in cui ho posato gli occhi su di te il primo giorno di liceo" mosse una mano sul mio viso per voltarlo verso di lui e incrociare i miei occhi.
"Balle" ridacchiai.
Il primo giorno di liceo... chi voleva prendere in giro.
"Nemmeno per sogno, ricordo ancora il modo in cui sistemavi di continuo il tuo zainetto rosa in spalla presa dall'ansia" spiegò mentre mi accarezzava il volto dolcemente.
"Tutte erano vestite come se dovessero fare una sfilata, tu invece eri così semplice e delicata nella tua magliettina bainca con le scritte lilla. E ricordo che avevi questo bracciale giallo di stoffa che toccavi in continuazione. Forse eri davvero agitata" ridacchiò mentre ricordava quella scena.
"Quindi è vero" sospirai sorpresa.
"Non ti sei mai chiesta chi lasciasse sul tuo banco quel bacio perugina ad ogni San Valentino?" domandò curioso.
"Cosa? No! Credevo fosse una cosa di classe" ridacchiai incredula.
"Una volta ho persino strappato un mazzo di rose di Federico del quinto, te lo ricordi? Quello che trovarono con Giovanna di terzo nei bagni. L'ho beccato in classe mentre le lasciava sul tuo banco, facevi il secondo anno" scoppiò a ridere.
"Non ci credo!" scossi il capo sconcertata.
"Sul biglietto c'era scritta una frase di quella canzone orribile di Olly Vincent" alzò gli occhi al cielo con ribrezzo.
"Mio dio sei inquietante, non ho più risposto ai suoi messaggi per questo motivo! Mi aspettavo un gesto da parte sua quel giorno" mormorai sotto shock.
"Tu ti sentivi con quello?!" gracchiò agitandosi sul posto.
"Era carino con me" borbottai.
"Era carino con me" mi fece il verso stizzito.
"Beh almeno io non ho scopato con tutto il liceo in questi anni" risposi piccata.
"Anche perché sarei già finito in galera altrimenti" mi fece l'occhiolino sfacciatamente.
"Quindi tu avevi il diritto di fare il don Giovanni con tutte ma sabotavi i miei corteggiatori senza però avvicinarti a me?! Sei davvero psicopatico" sbottai offesa e irritata.
"Non volevo una relazione seria" spiegò con non chalance.
"E ora si?!" alzai un sopracciglio sfidandolo.
"Credevo ci stessimo solo frequentando, no?" mi stuzzicò riprendendo le mie parole di qualche ora prima.
Sbuffai ancora una volta irritata dalla sua risposta.
"Sei vergine?" mi spiazzò.
La saliva mi andò di traverso mentre cercavo di non dargli nessuna soddisfazione.
"No" mentii.
Ma stavolta mi sforzai di rendere credibile la mia faccia, alzando un sopracciglio per sfidarlo.
"Balle" scosse il capo.
"Pensala come vuoi" ridacchiai portando lo sguardo al soffitto, divertita dalla sua faccia.
Aveva un'espressione indecifrabile in volto, un misto tra gelosia e shock si impossessò dei suoi occhi.
"Voglio sapere chi è!" sbottò salendo a cavalcioni su di me, intrappolandomi sotto la sua figura e richiamando con forza la mia attenzione.
"Perché dovrei, io non ti ho mica chiesto i nomi di tutte quell-"
"Il nome." si lasciò cadere sul mio corpo, schiacciandomi, mentre si stendeva completamente su di me.
Portò le sue mani attorno al mio viso aspettando serio una risposta.
"Non te lo dirò" lo sfidai.
"Sento che sto per impazzire" lo guardai mentre respirava a corto d'aria nervosamente.
Si gettò sulle mie labbra possessivamente mentre stringeva con gelosia il mio viso fra le sue mani, ancora appiccicato al mio corpo.
Mi morse il labbro violentemente prima di spingere con prepotenza la sua lingua contro la mia, famelico.
"Dimmelo ti prego" ansimò un tono disperato.
Poi si lanciò ancora contro le mie labbra, sembrava frustrato.
Gli feci più spazio fra le mie gambe per sentirlo ancora più vicino mentre mi beavo di quel suo attacco di gelosia, mi sentii inspiegabilmente di sua proprietà mentre mi avvinghiava come se potessi o volessi scappare via da un momento all'altro.
Mugolai in un sospiro di piacere quando lo sentii stringere i miei capelli con una mano mentre con l'altro braccio si infilava sotto il mio fianco per avvinghiarmi ancora di più al suo corpo.
Portai le gambe attorno al suo bacino, presa da un momento di voluttà così inaspettato.
Gemette a quella mia mossa forse non calcolata da parte sua.
Luca mi faceva fare ed essere cose che non avrei mai pensato, in altre situazioni mi sarei sentita dannatamente impacciata al solo pensiero di avere un momento come questo con un ragazzo.
"Luca" sospirai sulle sue labbra mentre circondavo il suo collo con le mie braccia, estasiata da quella presa così forte e amorevole allo stesso tempo.
"Ti prego" mi guardò intensamente, chiedendomi ancora quel nome in maniera così disperata.
"Non c'è stato nessuno" scossi il capo sorridendogli dolcemente.
"Dimmi che è la verità" mi pregò con un bagliore di luce che attraversava i suoi occhi.
"Lo è, è la verità" ridacchiai baciandolo ancora.
Sorrise sulle mie labbra, vittorioso.
"Mi farai impazzire" ridacchiò stringendomi ancora nella sua morsa e incastrandomi ancora nei suoi baci, stavolta più spensierati e dolci.
"Sei solo mia, dannatamente mia" sospirò mentre lo sentivo strusciare bisognoso il suo corpo sul mio.
"Tu sei stato di tutte invece" risposi quasi delusa.
"Con tutte, ma mai di nessuna" mi corresse cercando di consolare il mio sguardo.
Annuii cercando di dare poco peso alla questione, anche se la cosa mi irritava abbastanza.
Sapevo con chi avevo a che fare dal primo giorno, ma ora il pensiero che avesse avuto così tante avventure quasi mi demoralizzava e spaventava.
"Guardami" richiamò la mia attenzione "tu sei la prima e l'unica che ha il mio cuore, dal primo giorno in cui mi hai fatto perdere la testa per te. Sono tuo e di nessun altra, ok? Solo tuo" accarezzò dolcemente la mia guancia cercando approvazione.
"Non mi stai facendo love bombing giusto?" ridacchiai cercando di sviare, imbarazzata dalla mia punta di gelosia appena venuta fuori.
"Love che?" strabuzzò gli occhi confuso.
"Non importa" portai una mano sul suo viso divertita.
"Dio" sospirò guardandomi stralunato.
"Cosa?" chiesi un po' stranita.
"Perché ho aspettato così tanto?!" scosse il capo baciandomi dolcemente.
"Perché sei un idiota" costatai divertita giocherellando con i suoi capelli.
Lui sbuffò in risposta, rotolando di lato per portarmi sul suo corpo.
Mi sistemai a cavalcioni su di lui, quasi non mi riconoscevo in quella veste così sbarazzina e... donna.
"Che facciamo stasera?" domandò mentre lo guardavo seduta sul suo corpo.
"Frena bad boy, senti già la mia mancanza? Stasera vado al bowling come Benny ha già programmato da una settimana" lo presi in giro.
"Benny non morirà una sera senza di te" spiegò serio.
"Tu invece? Una sera senza di me resisterai?" risi beffeggiandolo mentre osservavo la sua faccia contrariata.
"Perché non puoi uscire con me stasera? Non posso venire, i ragazzi hanno fatto il tavolo al Dolcevita." sbuffò cercando di convincermi.
"Mi dispiace piccolo" mormorai utilizzando i suoi stessi termini.
"Non ti preoccupa che io vada a ballare?" alzò un sopracciglio stuzzicandomi.
"Se pure tu sbagliassi, il problema sarebbe il tuo" gli diedi una leggera pacca sul petto mentre mi alzavo dal suo corpo.
Lui si mise seduto, appoggiando la sua schiena al muro, scrutandomi silenzioso.
"Mi fai vedere come tiri la palla al bowling?" domandò pensieroso.
Stranita dalla sua richiesta scoppiai a ridere.
"Sul serio dai" mi incitò.
Piuttosto riluttante, mi applicai a esaudire la sua richiesta al quanto assurda.
Feci finta di lanciare la palla proprio come se fossi su una pista.
"Dannazione piccola, fammi un favore... non piegarti così tanto stasera" si agitò sul posto quasi cominciando a sudare.
"Oh" sospirai alquanto imbarazzata e presa alla sprovvista.
Non avevo mai pensato in modo malizioso a questi movimenti così naturali.
Ancora intontita, guardai l'orario sul mio cellulare per costatare che fosse ormai pomeriggio inoltrato.
"Devo andare" mormorai cercando le mie scarpe nella stanza.
"Di già?" il moro afferrò la mia mano per fermarmi.
Annuii sonoramente mentre continuavo a vagare con lo sguardo nella sua stanza, cercando di ricordare dove fossero le mie dannate converse.
"E se ti passassi a prendere sul tardi per venire con me lì?" domandò serio.
"Passa la tua serata tranquillo, ti prego" sospirai divertita dalla sua ansia di avermi con lui.
"Mi sento una ragazzina rifiutata dal suo malessere" si alzò dal letto sconsolato, poi mi fissò mettendo le mani in vita.
"Uh sarai una di quelle fidanzatine appiccicose?" lo presi in giro.
"È solo che dopo tutto questo tempo finalmente hai ceduto e ci siamo baciati... e poi passiamo la serata separati" spiegò come se stesse spiegando un concetto di fisica quantistica.
Trattenni una risata nel vederlo così dipendente da me.
Però mi sentii sollevata di non essere un optional per lui, avevo così temuto che dopo un bacio lui mi bidonasse che a vederlo in queste condizioni quasi non ci credevo.
Mi accasciai per terra cercando di prendere le mie scarpe sotto il letto quando ne vidi fuoriuscire un laccio finalmente.
"Mi ascolti almeno?" Luca di scosse stizzito dalla mia poca attenzione.
"Si che ti ascolto e si, anche io passerei tutta la sera con te... però non voglio dare buca a Benny così già il primo giorno in cui succede qualcosa tra noi" spiegai guardandolo finalmente.
Lui annuì, forse capendo che non si trattava prettamente di voler stare o meno con lui.
Infilai velocemente le mie converse prima di fronteggiarlo e lasciargli un bacio dolce sulle labbra.
"Ci vediamo domani?" abbozzai un sorriso.
"E me lo chiedi?!" mi baciò con più forza di rimando.
Indietreggiai ancora fra le sue braccia mentre cercavo di uscire e dirigermi verso la porta di casa, sotto i suoi lamenti contrariati.
Uscii da casa sua fermandomi davanti all'entrata.
"Ciao gattina" sorrise malizioso lasciandomi un ultimo bacio e stringendomi nella sua morsa ferrea.
"Ciao D'Orso" ridacchiai cercando di allontanarmi.
Quando mi staccai mossi qualche passo sulle scale, scendendo solo un paio di gradini.
Mi voltai a guardarlo per coglierlo con uno sguardo ammaliato dalla mia figura.
Sorrisi correndo verso di lui per lasciargli un ultimo bacio un po più passionale.
"Dio piccola sé non vai via ora ti sequestro giuro" ansimò sulle mie labbra provocandomi una risata.
Così corsi via senza preavviso scendendo le scale rumorosamente.
Appena arrivai ai piedi del palazzo mi infilai in macchina velocemente, per poi scorgerlo affacciato alla finestra mentre mettevo in moto.
Come riusciva a farmi sentire così viva?!
Me lo domandai più volte mentre imboccavo la strada per tornare a casa.





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