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È passata una settimana

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È passata una settimana. Una settimana da quando la mia azienda ha deciso di sequestrarmi il telefono per due semplici motivi. Il primo è in modo da riuscire a concentrarmi sull'album che pubblicherò dopo aver fatto un concerto a New York e il secondo è per evitare di parlare con Jimin.
E sono esattamente sette giorni dall'ultima volta in cui ho visto quest'ultimo, mandato un messaggio e parlato con lui al telefono e ciò mi sta facendo andare completamente fuori di testa. Può darsi che lui abbia bisogno di me in questo momento, che stia soffrendo o che semplicemente voglia vedermi e io non sono in grado di saperlo.
Da quel che mi è stato comunicato anche sui social hanno smesso di parlare della mia presunta relazione con Jimin e gli articoli sono anche iniziati a diminuire ma ciò non mi tranquillizza. Il mondo all'infuori è un posto pericoloso e non mi riferisco al fatto di ciò che sta girando sui social, ma ciò che sono in grado di fare nella vita reale.

Esistono fan e fan. Quelli che semplicemente ti seguono per la tua musica e quelli che invece sono ossessionati da te, da voler sapere tutto sulla tua vita.

"Kookie non voglio che tu diventi famoso." dice Jimin con un broncio.
"Perché?"
"Perché sarà difficile incontrarci e ti eviteranno anche avere una relazione con qualcuno per questo."
"No piccolo mio, anche se ciò accadrà, farò di tutto pur di scappare e venire a vederti."
"Promessa?"
"Si..te lo prometto."

Ed eccomi qua pronto a mettere a rischio la mia vita e la mia carriera per lui.
Davanti al mio appartamento è presente una guardia che veglia su di me ventiquattro ore su ventiquattro, seguendomi ovunque io sia.
Di certo una persona non può rimanere tutto il tempo sveglio per cui credo che a quest'ora, le tre di notte, sia crollato esattamente davanti alla mia porta dormendo.

Guardandolo nel modo in cui seduto per terra con gli occhi chiusi, quasi quasi lo inviterei a stare dentro ma poi ricordo che lui è come tutti gli altri, vuole sempre controllarmi.
Entro nell'ascensore preparandomi al prossimo passo, andare a piedi a casa del mio piccolo cercando di non muorire congelato nel corso della strada.
Quest'ora è un'ora spaventosa ma anche un'ora di calma. Come se tutto il mondo stesse dormendo non sapendo niente di quello che sta succedendo in te e nella tua confusione di avvenimenti. A volte mi sembra di essere in un gioco, in cui siamo tutti comandati da qualcuno, sul cosa fare, come camminare, a che ora mangiare, andare a lavoro e fa venire i brividi. Molti vivono in un buco di illusioni credendo che queste cose siano la vera ragione della vita, non sapendo però che il destino ha in serbo per noi cose diverse e immaginabili.

Mezz'ora di strada a piedi e sono davanti al suo appartamento e mi sembra di aver appena corso in una maratona nonostante io abbia semplicemente camminato velocemente sognando ad occhi aperti di me e Jimin camminare in queste strade mano per mano in un'ora buia e silenziosa come questa.

Suono il campanello più volte prima che mi si apra la porta con un Jimin assonnato che appena mi vede sgrana gli occhi.
"Jungkook....tu...qui....ora?"
"Fammi entrare hyung e ti spiegherò tutto."si sposta di lato permettendomi l'ingresso. Casa sua è parecchio calda rispetto all'infuori.
Dopo essermi seduto sul divano e aver bevuto il bicchiere d'acqua, da lui offrito, inizio a prendere dei profondi respiri pensando che devo ritornare più in fretta possibile, non sapendo mai cosa possa capitare.
Si siede vicino a me dandomi una coperta in modo da sentirmi al caldo.
"Mi dispiace hyung se in questa settimana non sono stato in grado di contattarti."
Lui si morde il labbro inferiore segno che vuole dire qualcosa ma blocca l'uscita delle parole per cui vado avanti spiegandogli la situazione è tutto quello che sta succedendo ultimamente con l'azienda.
"Non sapevo che fosse così complicata la situazione." mi risponde.
"Ma tranquillo ok, troveremo una soluzione in cui potremmo vederci di nas-"
"No Kookie già venendo qui ti sta mettendo in un grosso guaio, per favore concentrati sulla tua carriera, noi avremmo più tempo in avanti di organizzarci."

"No Jimin l'ultima volta che abbiamo deciso di fare una cosa del genere tu sei morto ed ho sprecato tutti il tempo che avevamo." vorrei dirgli così, ma sono sicuro che i suoi ricordi non siano tornati del tutto per cui semplicemente gli rispondo mantenendo la calma.
"Hyung il tempo non aspetta nessuno. Ora siamo io e te. Non so se domani saremo ancora assieme, ma ti prego godiamoci i nostri momenti, anche se di pochi minuti." gli dico avvicinando il volto a quello suo.

"Va bene, allora approfittiamo di ogni minuto assieme." e in risposta le sue labbra si uniscono alle mie e per poco non inizio a piangere. Porto la mia mano dietro alla sua nuca rendendo il nostro "primo bacio" molto più profondo.
Stavolta lui è cosciente di quello che sta accadendo, non sta dormendo, ma è qui sveglio ed è stato proprio lui a fare il primo passo verso di me.
Ci stacchiamo per riprendere fiato ma rimaniamo sempre vicini.
"Facciamolo di nuovo Jungkook.
Baciami.
Sentimi.
Amami."
Parole che fanno andare il mio cervello in tilt.
Inizio a baciarlo di nuovo distenendo il suo corpo sopra il divano mettendomi sopra di lui.
Mi stacco dalle sue labbra iniziando a scendere e sentendo piccoli sospire uscire da parte sua. Una sua mano si trova nei miei capelli mentre l'altra sulla mia spalla.
Gli mordo il lobo dell'orecchio sentendo un piccolo gemito uscire, questo è sempre stato il suo punto debole.
Voglio continuare andare più a fondo, ma, mi stacco osservando il suo viso tutto arrossato.
"Mi dispiace piccolo, ma devo andare." per quanto io non voglia devo ritornare.

Lui annuisce lasciandomi andare.
"Tornerai?" chiede timidamente.
"Tornerò sempre da te." dico dandogli un bacio a stampo e uscendo fuori.
Il mio cuore batte all'impazzata, mentre sento tutto il mio corpo tremare.
"E tu che credevi che il vostro amore non sarebbe più riuscito."
Dice la mia anima facendomi sorridere.

the past life (JIKOOK) Where stories live. Discover now