8. imperio

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ARABELLA'S POV

"Silenzio!" -esclama il professor Moody non appena varca la soglia della classe e il brusio creato dagli studenti che parlavano gli uni con gli altri, si interrompe immediatamente. "Finora ci siamo concentrati sulla parte teorica, ma credo sia giunto il momento di prepararvi a cosa c'è fuori."

"Chi di voi è intenzionato a diventare un auror?" -domanda e, di conseguenza, Arabella e altri ragazzi alzano la mano, quasi con paura. "Alzatevi." -ordina.

"Nessuno vi ha mai preparato a cosa dovrete affrontare, agli orrori ai quali assisterete, alle morti e al dolore." -dice con tono duro mentre posa, in particolar modo, lo sguardo sulla mora. "Nessuno vi ha detto come funziona questo mestiere... Perché volete intraprendere questo cammino?"

"Fawley."-la richiama sull'attenti il professore per poi rivolgerle uno sguardo interrogativo.

"Voglio continuare ciò che i miei genitori non sono riusciti a terminare."-afferma la Serpeverde mentre abbassa lo sguardo.

Parlare di loro è sempre difficile; non importa quanti anni siano passati, ciò che prova quando li nomina non cambia.
Aveva quattro anni quando se ne sono andati, dunque, a differenza di sua sorella che ne aveva  soltanto due, ha qualche ricordo in più che custodisce saldamente nel suo cuore.
Si ricorda ancora di quella volta in cui Crystal aveva la febbre e avevano dormito tutti insieme.
Quella volta cui Arabella ruppe il vaso preferito di John, suo padre.
Quella volta in cui la sorella maggiore era determinata a far sparire Crystal nella Metropolvere per il semplice fatto che le aveva rubato un succo.
Gli ultimi compleanni passati insieme.
L'ultimo Natale passato insieme.
L'ultimo Capodanno passato insieme.
E poi è tutto finito.
Non c'erano quando le due ragazze hanno perso il loro primo dente.
Non c'erano quando Arabella è salita per la prima volta sull'Hogwarts Express.
Non c'erano quando Crystal piangeva la notte perché le mancava la sorella.
Non c'erano quando la Fawley più piccola ha fatto il suo ingresso ad Hogwarts.
Non c'erano quando le due ragazze avevano bisogno di un abbraccio.
Se n'erano andati.
E i ricordi stanno pian piano svanendo.

Remus racconta molte storie sulle loro azioni da auror, su che persone fossero al di fuori del lavoro e, soprattutto, dell'amore incondizionato che provavano l'uno per l'altro e di come questo sentimento fosse diretto anche alle due figlie.
Erano due maghi eccezionali che furono uccisi perché si rifiutarono di rivelare la sede dell'Ordine della Fenice.
Erano e sono degli eroi e sia Arabella che Crystal sono più che fiere di essere le loro figlie.

"Molto nobile da parte tua."-comincia Moody mentre zoppica nella direzione della mora. "Ma sai cosa hanno affrontato?"

In risposta la ragazza si limita ad annuire.

Nel tempo aveva fatto molte domande, alle quali il suo padrino aveva sempre saputo rispondere in modo esaustivo.

Forse i suoi compagni, essendo cresciuti in situazioni diverse, non si rendono veramente conto di ciò che li aspetta, ma Arabella, d'altro canto, essendo cresciuta in mezzo a delle persone che non si sono mai piegate a Voldemort, sa esattamente cosa c'è fuori, quali orrori dovrà affrontare.
Ma questo non la spaventa: lei è pronta.

"Allora saprai anche dirmi le 3 Maledizioni Senza Perdono."

"La prima è la Maledizione Imperius che, se eseguita correttamente, pone la vittima sotto il controllo totale di colui che l'ha scagliata, tuttavia questa maledizione si distingue dalle altre perché, una persona dotata di un'eccezionale forza di volontà, può resistergli." -replica la mora al professore che la guarda compiaciuto.

"Poi?"-domanda Moody.

"La Maledizione Cruciatus che provoca un dolore immenso e bruciante ed impedisce alla vittima di stare in piedi o di ragionare. Tuttavia, può funzionare soltanto se una persona lo vuole veramente, mentre, se si tratta di uno scatto d'ira, la maledizione funzionerà solo a metà."

WOULD YOU?Where stories live. Discover now