8. Vetro

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Prima di leggere questa parte del libro, ti prego di rileggere i possibili ''trigger''. Li ho elencati nella prima parte del libro. E' importante, che tu ne sia a conoscenza. Questa parte sarà abbastanza forte. Se sei sensibile preferirei che tu non la leggessi. (tw in questione: dca/ed)



Elle portava gli occhi del colore dei boschi più fitti. I suoi erano occhi difficili da dimenticare. Erano capaci di sradicarti le membra dello stomaco. Erano occhi che splendevano, occhi che parevan fatti di vetro. 

Lei era fatta tutta di vetro e si faceva forgiare da me. Il suo sguardo si incastonava perfettamente nel mio, la sua pelle costellata di nei e lentiggini, aderiva perfettamente alla mia. Le sue ossa si lasciavo sfiorare dai miei polpastrelli.              

Sapeva che per quanto potessi stringerla, lei, fra lei mie mani, non poteva mai sgretolarsi. La stringevo così cautamente, che neppure le foglie avevano la stessa capacità di poggiarsi così delicatamente a terra quando dai rami cadono. E lei sembrava esser fatta di vita, di fuoco, di colori accessi, di pagine scritte e riscritte, di rosso e di nient'altro. 

Porta occhi di vetro Elle, che quando piange anche le sue lacrime sembravan fatte d'esso. E sono il peso delle lacrime che le hanno scavato il viso. 

Elle smuove le membra del mio stomaco.

La verità è che lei si è ramificata in me, e non io in lei. I suoi occhi di vetro mi hanno tagliato i polpastrelli ancor prima di poterle asciugare le lacrime durante una crisi di pianto. Io le ho lasciato prendere tutto. Lei era così vuota che mi chiedevo come facesse a donarmi tutte quelle sensazioni di cui ti nutri scorgendo appena una farfalla. Meraviglia.

Lei era così esile, che potevo spezzarla in due, ma quella ad avere gli occhi di vetro era lei. Quella a spezzare i silenzi con una lieve risata era lei. Era lei da per tutto. Elle riusciva a spezzare e smontare ogni meccanismo che seguisse un filo logico. Questo solo perché era in grado di osservare.

''Elle osserva'' Le diceva la sua testa. ''Osserva  Elle, che mai nessuno ti ha osservato, mai nessuno ti ha degnata di uno sguardo. E se qualcuno lo facesse, allora, prendigli e strappagli via tutto.'' Elle la mia povera e piccola Elle. La testa le pesava, lei si pesava. Lei voleva conoscere il peso di una farfalla.
Le nostre pallide dita si rincorrevano sui tasti bianchi del piano e subito si fermava quando realizzava che  sembravano farfalle che svolazzavano leggere. Lei voleva conoscere il peso di una farfalla, voleva conoscere il significato di ''rinascita'', di poter essere guardata, di poter essere leggera.

Neppure le scarpette di danza le permettevano di sentirsi leggera mentre danzava. Elle conosceva tutto tranne che la leggerezza. S'era svuotata di questa sensazione dopo essersi accorta della pesantezza del dolore che si portava dietro fin da piccola. il padre assente, che non avrebbe mai capito la gravità dei problemi che Elle si portava sulle spalle, e la madre, che dopo aver corso per troppo tempo dietro agli affari del collegio, s'accorse troppo tardi di lei. Si accorse troppo tardi del dolore che Elle si portava. 

Lei urla, piange, si strappa i capelli, si morde per cercare di controllarsi, si sente in trappola in ogni centimetro del suo corpo, e ora, che sua madre ha paura di perderla, la stringe di forza a se. 

Povera mia piccola Elle che più si sente in gabbia, più la ingabbiano. Più urla, più nessuno la sente. Decise di farsi piccola, tanto piccola da voler scomparire. Tanto piccola da dimenticarsi le stelle, i colori e l'universo che portava dentro di se. Eppure io vi giuro, che quando mi raggiungeva alla sala, quando le leggevo le mie poesie, quando la baciai per la prima volta, quando le chiesi di venire a vivere con me, quando le preparai innocuamente una macedonia di fragole, Elle, sembrava che ancora avesse voglia di lottare. I suoi occhi luccicavano alla vista dei miei. Lei si abbandonava al mio tocco, lei si affidava a me. Riusciva a mangiarle quelle macedonie. Erano fragole. Erano rosse. Elle infondo, aveva ancora voglia di lottare

La trasparenza dei coloriWhere stories live. Discover now