12 • 𝑳𝒂 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂 𝒅𝒆𝒊 𝒔𝒆𝒏𝒕𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊

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I cavalli trainavano la carrozza con fervore, era tutt'altra cosa rispetto ai viaggi che lui, Furlan ed Eren avevano sostenuto.
Teneva lo zaino contenente l'anfora sulle proprie gambe, mentre osservava il panorama oltre il finestrino con un espressione indecifrabile.
Sentiva parecchio caldo... si chiese se fosse una buona idea togliere la sciarpa.

«Allora... da quanto state cercando una cura…?» domandò Petra, cauta nell'esprimersi.

Levi la vide quell'attenzione, ma non gliene importò granché. Il suo sguardo si spostò altrove; divenne apprensivo, preoccupato.

«4 giorni», rispose Furlan al suo posto, che non esitò a lanciargli un'occhiata fugacea.

«Ho capito...»

«Scusa se chiedo», si intromise Erd con tono rispettoso. «Ma credevo che avessi certi poteri…»

Furlan spalancò gli occhi, sorpreso.

«E tu come fai a sape-»

«Non ha funzionato, nonostante ci abbia provato più di una volta», rispose Levi, mutando la sua espressione in una severa. «La causa potrebbe essere l'imperatrice, d'altronte è stato colpito direttamente da lei».

Petra sgranò gli occhi, seguita dagli altri due. Perfino Gunther che guidava la carrozza apparve scosso.

«L'imperatrice? Vi siete imbattuti nell'imperatrice dell'Armata, Hanji?!» esclamò la ragazza.

«Sì», il tono di Levi trasudava rancore.

«Quindi, siete voi i superstiti dell'attacco dell'imperatrice sull'altopiano. Abbiamo letto la notizia sul giornale, ma come ha fatto a... beh, insomma... capire che eri tu la...»

Divinità errante.

Che stupido nome gli avevano appellato, Levi avrebbe voluto essere una persona qualsiasi.

Alla domanda di Oruo, Furlan prese parola.

«Non ne abbiamo idea, ci ha teso un imboscata. Siamo stati presi completamente alla sprovvista».

«Però sopravvivere agli archibugi dell'armata non è impresa da poco conto. È incredibile... a dir poco ammirevole», mormorò l'uomo dallo chignon, facendo un cenno di riverenza con la testa, a cui nessuno dei due rispose.

«Non siamo qui per ricevere complimenti».

Il piccolo gruppo di erboristi aveva ben capito quanto poco fossero apprezzati quegli elogi, eppure, come si poteva fare altrimenti?
Non si era mai sentito di persone che fossero sopravvissute - tutte intere - all'attacco di uno degli squadroni dell'Armata, per non parlare della presenza dell'imperatrice.
Quei due ragazzi avevano portato qualcosa che mancava al mondo da molto tempo: la speranza, la possibilità che qualcosa poteva cambiare, che l'Armata era davvero in grado di essere sconfitta.
D'altro canto, però, nessuno poteva immaginare la ragione di quell'attacco, e questo non faceva che alimentare la paura nei popolani che l'Armata si stesse solo preparando per un progetto più grande, o forse si stava solo prendendo gioco di loro.

«È stato facile raggiungere la grotta sotterranea?»

Levi guardò il volto di Oruo e i capelli, adesso corti, che ne modificavano l'aspetto. Aveva un taglio diverso dall'ultima volta che lo aveva visto: era molto simile al suo, non ché gli importasse. Furlan ingoiò a vuoto.

«Abbastanza. Preferisco evitare di scendere nei dettagli», disse, pallido.

Tutti si voltarono verso di lui; gli occhi perplessi, ma curiosi.

«Che significa?» chiese Petra, confusa.

«C'era un tunnel sotterraneo», rispose il moro, catturando l'attenzione. «È opera vostra?»

𝔗𝔥𝔢 𝔅𝔯𝔞𝔫𝔡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora